banche soldi

SI FA PRESTO A DIRE PRESTITI - BANKITALIA FA ECO ALL'ABI: ''SERVE UNO SCUDO PER LE BANCHE CHE FARANNO CREDITO ALLE AZIENDE, NON BASTA IL FONDO DI GARANZIA. MOLTE AZIENDE AVRANNO UN FATTURATO DECIMATO E AVRANNO BISOGNO DI TRASFERIMENTI DIRETTI''. OVVERO A FONDO PERDUTO

 

Rosario Dimito per “il Messaggero

 

Bankitalia apre ai banchieri sul delicato tema dello scudo legale: per i finanziamenti del decreto liquidità, la proposta di Via Nazionale è un'autocertificazione degli imprenditori sulla veridicità dei dati; contemporaneamente scatterebbe il congelamento momentaneo delle norme penali sul concorso in bancarotta e l'esercizio abusivo del credito, che rischiavano di pregiudicare lo spirito di questa terapia d'urto.

 

IGNAZIO VISCO

«Serve un uso più esteso dell'autocertificazione da parte degli imprenditori», ha riferito ieri il capo del servizio struttura economico, Fabrizio Balassone, nell'audizione presso le Commissioni Attività produttive e Finanze della Camera sul decreto liquidità. È il caso di ricordare che una settimana fa il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, aveva sottolineato la necessità di modifiche le normative chiedendo «una tutela sotto il profilo penale» nel caso le imprese beneficiarie dei finanziamenti finissero poi in procedura fallimentare.

 

Nell'autocertificazione per le imprese che chiedono i prestiti alle banche coperti da garanzie pubbliche, Bankitalia rimarca che si debba «attestare la sussistenza dei requisiti per l'accesso al finanziamento». Non solo: «Qualora il legislatore volesse privilegiare al massimo la rapidità di erogazione» dei prestiti bancari alle imprese con garanzia pubblica «si dovrebbe stabilire esplicitamente che la valutazione del merito di credito è assolta con la sola verifica formale della sussistenza dei requisiti previsti dal decreto (ed eventualmente anche disapplicando temporaneamente le norme penali rilevanti attualmente in vigore)».

antonio patuelli 15

 

«Questo intervento - si legge ancora nel documento depositato alla Camera - ridurrebbe ulteriormente i tempi della fase istruttoria; di contro, potrebbe consentire l'accesso al finanziamento a un numero più elevato di imprese non meritevoli, con potenziale aggravio degli oneri per le finanze pubbliche». In audizione l'Istituto centrale ha sottolineato la necessità di trovare un «equilibrio tra due opposte esigenze, quella di far affluire le risorse con rapidità alle imprese che ne hanno bisogno, e quella di tutelare lo Stato, evitando che le garanzie vadano a coprire prestiti a elevatissimo rischio di non essere onorati».

 

DOMANDE PER 3,4 MILIARDI

Le insolvenze sui 450 miliardi di euro di garanzie pubbliche attivate dai decreti del governo «potrebbero anche superare quelli del biennio 2012-2013, quando si avvicinarono al 10 per cento», si legge nella documentazione consegnata alla Commissione da Balassone. «Data la gravità della crisi e l'incertezza sui tempi e sulla rapidità della ripresa dell'attività economica, la probabilità di una futura escussione di tali garanzie sarà verosimilmente molto più elevata che in condizioni normali. Gli oneri per le finanze pubbliche, seppure distribuiti su più esercizi potranno essere significativi».

 

E ancora: «Una parte delle perdite subite dalle imprese non sarà recuperabile e non tutti i debiti accesi saranno immediatamente ripagati al termine dell'emergenza sanitaria». Insomma, tali misure «saranno tanto più efficaci quanto più si baseranno su meccanismi semplici, trasparenti e automatici».

giuseppe conte roberto gualtieri

 

Intanto ieri in ambienti Abi si coglieva soddisfazione sulla posizione assunta da Bankitalia e sull'andamento delle domande al fondo di garanzia. «Presumo che oggi (ieri, ndr) avremo qualche notizia positiva», ha detto Antonio Patuelli. Infatti. «Dal 17 marzo al 26 aprile sono pervenute 31 mila domande di imprese per un totale di crediti garantiti di 3,4 miliardi», ha riferito più tardi alla Commissione Giuseppe Bonzino, presidente del Fondo garanzia per le pmi.

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA