TRA BENEFIT E OPTIONAL, LA CUCCAGNA DELLE SOCIETA' PUBBLICHE - AI MANAGER IN 10 ANNI E' ANDATO UN JACKPOT DI BUONUSCITE DA 360 MILIONI -E' DIFFICILE CREDERE AI BUONI PROPOSITI DELLA SPENDING REVIEW DEL GOVERNO RENZIE

1. AI MANAGER PUBBLICI GARANTITO IN 10 ANNI UN JACKPOT DA 360 MILIONI
Da ‘La Repubblica'

Prima lo scontro con i fondi esteri per i requisiti di onorabilità nelle aziende quotate partecipate dal Tesoro. Ora le polemiche (senza troppe soluzioni a breve) sulle buonuscite d'oro per i manager di Stato. I buoni propositi del governo Renzi si sono già arenati due volte nelle dure leggi del mercato e di Piazza Affari.

Il no dei grandi investitori istituzionali ha bloccato le regole etiche messe a punto dal Tesoro per Eni e Finmeccanica (e lo stesso potrebbe succedere in Enel). Mentre il tetto di 240mila euro agli stipendi della pubblica amministrazione previsto dalla cosiddetta norma-Olivetti è stato in parte offuscato dai 23 milioni che le aziende pubbliche quotate a Milano dovranno pagare ai manager usciti di scena nell'ultima tornata di nomine.
Queste cifre - ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio - «sono uno schiaffo alla sobrietà».

Nessuno però può intervenire ex-post su contratti e accordi ratificati negli anni scorsi, che fissavano al centesimo i criteri delle eventuali liquidazioni dei manager di Stato. Negli ultimi dieci anni, del resto, dalle casse di Eni, Finmeccanica, Enel, Snam, Terna e Saipem sono usciti 65 milioni per i "paracaduti dorati" garantiti ai dirigenti uscenti.

2. L'INCHIESTA
Ettore Livini per ‘La Repubblica'

IL Bancomat delle aziende di Stato tricolori continua imperterrito a snobbare la crisi. Le buonuscite d'oro con cui saranno liquidati in questi mesi Paolo Scaroni (che incasserà oltre 8 milioni dall'Eni), Fulvio Conti (oltre 6 dall'Enel), Alessandro Pansa («risarcito» con 5,4 milioni da Finmeccanica) e Flavio Cattaneo (uscito da Terna con un assegno da 2,4 milioni) sono solo la punta dell'iceberg.

Negli ultimi dieci anni le sei società pubbliche quotate in Borsa - ci sono pure Saipem e Snam - hanno garantito ai loro manager un jackpot da brividi: i consiglieri di queste aziende, in tutto un'ottantina di persone, si sono spartiti dal 2004 ad oggi un montepremi da 360 milioni di stipendi.

Tre di loro - Scaroni, Conti e Pierfrancesco Guarguaglini, ex numero uno dell'azienda della difesa - hanno messo assieme da soli compensi per quasi 130 milioni. Un fiume di denaro culminato di solito, come ciliegina sulla torta, con i fuochi d'artificio di divorzi dorati, visto che in due lustri i sei gioielli del Tesoro hanno speso 65 milioni in buonuscite per chiudere il rapporto di lavoro con i loro ex-dirigenti.

L'Oscar della generosità tra i big statali spetta di diritto all'Eni. Il Cane a sei zampe macina petro-profitti. Negli ultimi dieci anni ha distribuito a via XX settembre (e in seguito a Cdp) 12 miliardi di dividendi, ha versato nelle casse dello Stato tasse per 15 miliardi di euro.

Una macchina da soldi che non poteva certo lasciare a becco asciutto i suoi vertici: dal 2004 ad oggi il gruppo di San Donato ha pagato al cda e ai due-tre dirigenti strategici 111 milioni di stipendio. Vittorio Mincato, che all'azienda ha dedicato 25 anni della sua vita, detiene ancora oggi il record nazionale di liquidazioni "statali" grazie agli 11,2 milioni che si è messo in tasca nel 2005.

Poco da lamentarsi ha pure il top management di Finmeccanica. Ben remunerato nel periodo di servizio e sepolto d'oro quando ha deciso di farsi da parte: Piazza Montegrappa ha messo nelle buste paga dei suoi consiglieri 81 milioni in dieci anni. E prima dei 5,4 milioni di risarcimento riconosciuti a Pansa, aveva dato l'addio a Piefrancesco Guarguaglini (uscito di scena non proprio tra gli applausi) e a Giorgio Zappa salutandoli con un assegno ricordo da 9,5 milioni a testa.

Soldi meritati? «Sono cifre di mercato», è il mantra di questi super-manager pubblici. Vero se si mette a confronto lo stipendio di Scaroni (tra i 4 e i 6,4 milioni l'anno nell'ultimo lustro) con quello delle altre sette sorelle del greggio. Un po' meno forse per gli altri colleghi. Henri Proglio, numero uno di Edf, colosso statale dell'energia elettrica francese, percepisce 743mila euro l'anno contro i 3,5 medi di Conti.

Il numero uno di Eon - 122 miliardi di ricavi, il 50% in più di Enel - prende una busta paga inferiore a quella del rivale italiano. Il vertice di Airbus ha uno stipendio di molto inferiore rispetto a quelli pagati negli ultimi anni a Guarguaglini.

A gonfiare le buste paga tricolori, del resto, ci sono spesso gli optional. Nell'arco della sua lunga e onorata carriera tra Eni ed Enel, per dire, Scaroni ha incassato oltre allo stipendio base voci ad personam come buonentrate per 530mila, un premio per la cessione di Wind a Weather da 500mila, 200mila per il successo di un collocamento in borsa, 1,8 milioni per le (un po' misteriose) phantom stock, le azioni fantasma.

Molti manager - Conti e Scaroni in primis - hanno abbinato con sapiente preveggenza il ruolo di amministratore delegato, che ha una scadenza, con quello di direttore generale. Lavoro dipendente che rende più semplice contrattare un'adeguata buonuscita. E il Bancomat delle aziende di stato, crisi o non crisi, ha sempre pagato con puntualità.

 

MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN scaroni e renzi spl GUARGUAGLINI E ORSI PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI Giorgio Zappa - copyright Pizzi

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…