MAI PIÙ OMBRE SULLE FINANZE VATICANE: BERGOGLIO AVVIA LA SPENDING REVIEW E NOMINA ANCHE UNA DONNA IN COMMISSIONE

Giacomo Galeazzi per "La Stampa"

Francesco declericalizza la Curia romana e apre la «stanza dei bottoni» all'altra metà del cielo. Nel progetto di riforma complessiva della Santa Sede, il Pontefice incarica sette laici e un prelato di varare la spending review della Santa Sede. E soprattutto affida a una sua consigliera personale, Francesca Immacolata Chaouqui, il delicatissimo compito analizzare i bilanci e fornire indicazioni per accorpamenti di dicasteri e tagli alla burocrazia.

Di sè la «manager del Papa» dice: «Vivo come se non avessi più tempo, amo, sorrido sempre, ogni tanto m'arrabbio, di notte scrivo». Poi, poche ore dopo la prestigiosa nomina commenta: «Da cristiana e italiana è per me un grandissimo onore avere l'opportunità di aiutare il Santo Padre».

Insomma, Bergoglio vuole vederci chiaro nelle finanze vaticane. E per questo ha istituito una commissione referente che dovrà collaborare alla «semplificazione e razionalizzazione degli organismi» e a «una più attenta programmazione delle attività economiche», come spiega lui stesso nel chirografo (cioè un documento autografo) pubblicato ieri. Tra i commissari spicca appunto la presenza di una giovane manager.

«Il mio cuore, la mia fede, il mio impegno, la mia professionalità a servizio della Chiesa e del Santo Padre, sempre», commenta Francesca Immacolata Chaouqui, unica donna chiamata a riformare le finanze vaticane. Il suo compito è quello di scovare gli sprechi, vigilare su appalti e fornitori, fare piazza pulita degli investimenti opachi.

Chaouqui è un'italiana (con padre di origine nordafricana) laureata alla Sapienza di Roma e attualmente si occupa di Relazioni pubbliche e comunicazione per la società Ernst&Young «In dieci anni di esperienza - si racconta - ho sviluppato le capacità necessarie per creare modelli di comunicazione e fornire una corretta immagine dell'azienda (identità, valori, attività) verso i clienti, le associazioni di categoria, le istituzioni e gli stake-holders allo scopo di migliorare la percezione del brand e del suo top managment nella business community».

Trentenne di San Sosti, in provincia di Cosenza, Francesca Immacolata Chaouqui è sposata con Corrado Lanino, un informatico che ha lavorato a lungo nella Città del Vaticano. La donna scelta dal Papa per mettere ordine nel «sacro business» è anche iscritta alla Ferpi, la federazione relazioni pubbliche italiana che da anni si batte per fare approvare dal Parlamento una legge per l'attività trasparente delle lobby.

Di recente Francesca Immacolata Chaouqui ha fatto parlare di sé intervenendo su un blog in merito alla vicenda di Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa a Corigliano Calabro. «Sono nata in Calabria 30 anni fa, in un paese di 2000 abitanti vicino a Corigliano -scrisse -.

Dalle nostre parti si fa voto a San Francesco di Paola per avere un maschio, in Calabria tutte le donne vogliono un figlio maschio, ancora oggi». E aggiunse: «Fabiana è cresciuta come tutte noi, sentendosi dire "fai silenzio, sei una donna non sono cose per te"». Con gli altri sette commissari, Francesca Immacolata Chaouqui collaborerà alla ridefinizione dell'assetto della Curia.

La «lobbista di Francesco» riporta ai fasti del pontificato wojtyliano la figura della «consigliera del Papa». Giovanni Paolo II, infatti, aveva come «braccio destro» la polacca Wanda Poltawska, alla quale affidò indagini riservate sull'attentato a piazza San Pietro e su vicende di pedofilia nel clero. In una situazione diversa, adesso è stata chiamata un'altra donna laica a far luce sulle zone d'ombra della Curia romana.

Lei sul suo profilo professionale di Linkedin assicura di aver sviluppato un efficace sistema di relazioni con i media nazionali ed internazionali per promuovere e coordinare la presenza media e digital media delle attività dell'azienda e favorire la percezione del management come opinion leader sui temi aziendali».

Adesso dovrà mettere queste sue competenze al servizio della Santa Sede. Alle dirette dipendenze di un «principale» esigente come Bergoglio. Dovrà attuare la centralizzazione della programmazione economica e accorpare le strutture. «Troppe poltrone in una catena di comando allungata nei decenni per moltiplicare le posizioni di potere», osservano nei Sacri Palazzi, dove in molti riconoscono la necessità di rendere la macchina curiale meno costosa e più efficace.

La missione che attende Francesca Immacolata Chaouqui è gravosa. Già gli incaricati dell'Apsa, nell'ultima fase del pontificato di Ratzinger, si sono visti boicottare l'azione di vigilanza e risanamento delle finanze vaticane da parte di cordate nei dicasteri e allo Ior. La commissione passerà al setaccio l'Apsa, con i suoi ingenti beni mobili e immobili, il Governatorato (dove sprechi e casi di corruzione sono stati al centro di scontri culminati in Vatileaks), Propaganda Fide, che ha un'amministrazione propria e beni colossali.

 

FRANCESCA IMMACOLATA CHAOUQUIFRANCESCA IMMACOLATA CHAOUQUIFRANCESCA IMMACOLATA CHAOUQUI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”