andrea orcel unicredit russia

LE BOMBE DI PUTIN HANNO COLPITO ANCHE LE BANCHE ITALIANE - NEL PRIMO TRIMESTRE DELL’ANNO, COMPLICE L’INVASIONE RUSSA DELL’UCRAINA, GLI ISTITUTI TRICOLORE HANNO PERSO 1,439 MILIARDI - LE BANCHE PIÙ ESPOSTE SONO LE DUE PIÙ GRANDI: INTESA E UNICREDIT, CHE CONTROLLA UN GRUPPO MOSCOVITA E ALLA FINE DELLO SCORSO ANNO STAVA PER ACQUISIRNE UN SECONDO. LA BANCA DI ORCEL, RISPETTO AL 2021, HA PERSO IL 72% DEGLI UTILI NETTI - ESCONO (QUASI) INDENNI BANCO BPM E BPER…

Stefano Righi per il “L’Economia - Corriere della Sera”

 

unicredit in russia

Cinque settimane di guerra - e le conseguenti prospettive - sono costate alle prime sei banche italiane 1,439 miliardi di utili netti. Dal 24 febbraio scorso, giorno dell'invasione russa dell'Ucraina, al 31 marzo successivo si sono compromessi i risultati del primo trimestre dell'anno, con ogni probabilità condizionando anche il restante periodo del 2022.

 

BANCA INTESA IN RUSSIA

A farne le spese soprattutto i due maggiori gruppi creditizi nazionali, Intesa Sanpaolo e Unicredit. Intesa è uno dei maggiori partner delle aziende europee e soprattutto italiane presenti in Russia. Unicredit controlla la maggioranza di una banca moscovita e alla fine dello scorso anno era in lizza per acquisirne una seconda.

 

Operazione questa fortunatamente non andata in porto. Ma entrambe hanno comunque pagato pesantemente l'esposizione sul mercato russo con i risultati del periodo.

ANDREA ORCEL

 

I due leader

 Intesa, rispetto al medesimo trimestre del 2021, ha perso circa un terzo degli utili netti (sarebbero stati di 1,67 miliardi senza l'effetto Russia); Unicredit il 72 per cento. Risultati che riflettono anche diverse politiche di difesa.

 

Intesa, che ha comunque confermato l'obiettivo di 6,5 miliardi di utili netti al 2025, ha imputato 822 milioni di euro, al lordo delle imposte, per rettifiche di valore delle attività in Russia e Ucraina.

 

In particolare, 801 milioni relativi alla esposizione creditizia, di cui 647 milioni per l'esposizione cross-border e 154 milioni, senza deducibilità fiscale, per quella totale delle controllate Banca Intesa in Russia e Pravex Bank in Ucraina e 21 milioni relativi a titoli e immobili e pari al netto a 646 milioni.

 

carlo messina

Prima delle rettifiche effettuate l'esposizione creditizia on-balance cross-border di Intesa verso la Russia era pari a 3,9 miliardi, al netto di 900 milioni di garanzie di Export credit agencies e quella on-balance delle due banche controllate era pari a 1,1 miliardi. Complessivamente l'esposizione creditizia di Intesa verso controparti russe inserite nelle liste Sdn dei soggetti a cui si applicano sanzioni è pari a 400 milioni di euro.

 

Unicredit invece ha effettuato accantonamenti pari a circa 2 miliardi di euro. Escludendo la Russia, Unicredit avrebbe realizzato un utile netto pari a 1,2 miliardi di euro, in rialzo del 91 per cento sul trimestre precedente e del 48 per cento rispetto al medesimo periodo del 2021.

giuseppe castagna banco bpm

 

In particolare le attività in Russia di Unicredit sono state «segregate» a bilancio rispetto all'area Eastern Europe in cui venivano precedentemente ricomprese. Da questa esposizione per singolo mercato si evidenzia come nel primo trimestre di quest' anno il totale dei ricavi di Unicredit in Russia ammontava a 230 milioni di euro (+82,8 per cento rispetto al medesimo periodo del 2021), con un margine operativo lordo passato da 83 a 175 milioni.

 

bper 1

Le rettifiche su crediti, a tutela della redditività futura del gruppo, sono esplose da 19 milioni a 1,231 miliardi di euro, con un margine operativo netto negativo per 1.056 milioni ed un risultato netto sottostante negativo per 915 milioni di euro. I pesanti accantonamenti effettuati, sottolineano dalla sede milanese della banca, sono tali oggi da annullare ogni futuro impatto sul capitale di Unicredit della guerra tra Russia e Ucraina.

 

Le altre

Schiacciati dalla prospettiva bellica i risultati delle altre principali banche italiane escono ridimensionati nella loro accezione. È il caso di Banco Bpm che ha chiuso il primo periodo dell'anno con una redditività a livello record, ovvero un utile anti imposte mai registrato a 399 milioni di euro.

 

LUIGI LOVAGLIO

Positivi anche i risultati di Bper che, al netto delle componenti straordinarie, ha visto aumentare del 50 per cento a 158 milioni di euro l'utile pre tasse rispetto ai dodici mesi precedenti.

 

A Siena, il Monte dei Paschi è alle prese con la «cura Lovaglio»: l'amministratore delegato indicherà la strada da seguire il prossimo 23 giugno, quando verrà presentato il nuovo piano industriale, mentre il Credem, che migliora l'utile del 24 per cento anno su anno, festeggia con 21 mila nuovi clienti.

 

ana botin andrea orcel in tribunale

Anche i big del risparmio gestito hanno risentito degli effetti bellici, mentre tra le banche di minori dimensioni va segnalato il recupero di Carige, ormai pronta ad entrare nel perimetro di Bper oltre alla significativa crescita del Banco di Desio, i cui utili netti sono aumentati di oltre il 60 per cento a quasi 33 milioni di euro, dai venti milioni precedenti.

andrea orcel

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”