
BOLLORÉ DEVA SGANCIARE I DANÉ - LA CONSOB FRANCESE CHIEDE A VINCENT BOLLORÉ E AL SUO GRUPPO DI DEPOSITARE ENTRO SEI MESI UN PROGETTO DI OFFERTA PUBBLICA D'ACQUISTO (OPA) SULLE AZIONI DI VIVENDI CHE ANCORA NON SONO IN LORO POSSESSO - L’OPERAZIONE DOVREBBE PORTARE AD UN RITIRO DALLA BORSA DEL GRUPPO FRANCESE, DETENUTO AD OGGI AL 29,9% DAL TYCOON BRETONE - SECONDO L’AUTHORITY FRANCESE, SE SI CALCOLA ANCHE IL 3,7% DI TITOLI AUTO-DETENUTI DAL GRUPPO, BOLLORÈ SUPEREREBBE LA SOGLIA DEL 30% OLTRE LA QUALE È NECESSARIO LANCIARE UN’OFFERTA…
Estratto dell’articolo di Danilo Ceccarelli per www.lastampa.it
Si apre un nuovo capitolo nella querelle interna a Vivendi. L’Autorità dei mercati finanziari (Amf) ha chiesto a Vincent Bolloré e al suo omonimo gruppo di depositare entro sei mesi un progetto di offerta pubblica d'acquisto (Opa) sulle azioni di Vivendi che ancora non sono in loro possesso. L’operazione dovrebbe portare ad un ritiro dalla Borsa del gruppo francese, detenuto ad oggi al 29,9% dal tycoon bretone. Secondo l’authority francese, se si calcola anche il 3,7 per cento di titoli auto-detenuti dal gruppo, Bollorè supererebbe la soglia del 30% oltre la quale è necessario lanciare un’offerta.
bollore e de puyfontaine assemblea vivendi
La decisione dell’Amf rappresenta una vittoria del fondo parigino Ciam, azionista minoritario del gruppo che ha presentato ricorso contro il progetto di scorporo del gruppo deciso a dicembre dal quale sono nate quattro nuove entità: Havas, Canal+, Louis Hachette e Vivendi (quest’ultima gestisce un portafoglio di partecipazioni). A novembre l’authority aveva dichiarato che Bolloré non poteva essere considerato come colui che controlla il gruppo, ma in seguito la Corte d’Appello di Parigi aveva chiesto il riesame del giudizio sostenendo l’esatto contrario. Bollorè aveva fatto sapere di voler ricorrere in Cassazione.
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[…] Il progetto di scissione di Vivendi non verrà rimesso in discussione, ma questa decisione dovrebbe portare al versamento di importanti indennizzi agli azionisti. […]