etruria renzi boschi padoan visco

PERCHÈ RENZI NON VUOLE CHE SIA CONSOB L’ARBITRO SUI RIMBORSI AGLI OBBLIGAZIONISTI TURLUPINATI? IL SOSPETTO DI UNA SCARSA VIGILANZA SUI PRESTITI SUBORDINATI - UNA MINA DA 70 MILIARDI DI EURO PRONTA A ESPLODERE

CONSOBCONSOB

Andrea Greco per “la Repubblica”

 

Perché il governo ha ritenuto che l’arbitro per definire chi tra gli obbligazionisti turlupinati abbia diritto a forme di rimborso non sarà Consob – a ciò preposta – ma “persone di comprovata imparzialità, indipendenza, professionalità e onorabilità”?

 

Il sospetto è che Matteo Renzi con le ore si sia convinto che non può arbitrare una partita tanto delicata chi finora è stato non giocatore, ma attore rilevante nel consentire che l’Italia diventasse il paradiso dei prestiti subordinati. Circa 70 miliardi di carta per definizione più rischiosa dei bond ordinari (è penalizzata nel riparto del passivo in caso di fallimento).

 

E che dal 1° gennaio – ma lo si sa da due anni e mezzo – diventeranno ancor più rischiose, perché la direttiva sul bail in li chiama a coprire la prima fetta del rosso bancario, insieme alle azioni.

RENZI LEOPOLDARENZI LEOPOLDA

 

“Le banche italiane hanno venduto prodotti non idonei”, ha detto il commissario Ue al mercato, Jonathan Hill. E il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan “non ha escluso” l’ipotesi. Il britannico la sa lunga: è tra gli artefici della gloria della City. Eppure, se nella capitale della finanza un privato vuol comprare un subordinato deve firmare lo scarico di responsabilità alla banca.

 

In Italia invece, dal 2005 i subordinati sono diventati uno dei modi preferiti dalle banche per finanziarsi e patrimonializzarsi. E’ bastato passare per la cruna del questionario Mifid, altra direttiva Ue che impone di profilare i rischi del portafoglio di ogni cliente e adeguarli a cultura finanziaria e tasche.

IL PRESIDENTE DELLA CONSOB GIUSEPPE VEGASIL PRESIDENTE DELLA CONSOB GIUSEPPE VEGAS

 

Tuttavia, con i giusti pareri al governo e alle authority – la Consob che controlla trasparenza e correttezza delle comunicazioni al mercato, la Banca d’Italia che vigila sugli istituti – i banchieri italiani sono riusciti, talora, a rispettare la forma facendo torto alla sostanza.

 

Non va fatta di tutta l’erba un fascio, chiaro. Ma è chiaro che amministratori e dipendenti delle quattro banche salvate a novembre (sacrificando azionisti e subordinati però) agivano in conflitto di interesse, perché vendendo le loro emissioni tenevano a galla gli istituti.

 

Cosa ha fatto la Consob per evitare abusi? Dal 2012 ha fatto inserire nei prospetti informativi di quei bond i loro rischi, anche di “perdita totale dell’investimento” (purtroppo, pochi li leggono). Dal luglio 2015 ha stilato la disciplina su un elenco di strumenti finanziari complessi (che tuttavia non annovera i subordinati, malgrado la raccomandazione dell’Esma europea). Tale vigilanza forse ha salvato la forma, ma s’è rivelata inefficace nella sostanza; e Renzi lo sta capendo nel momento più sbagliato, sul palco della Leopolda.

CONSOB CONSOB

 

Anche i nuovi manager delle risanate banche Marche, Etruria, Ferrara, Chieti, guidati dal presidente Roberto Nicastro, lo stanno riscontrando nei primi sopralluoghi su quei 788 milioni di bond inceneriti. Hanno trovato nelle quattro banche parecchie emissioni “sub”: circa metà emesse dopo il 2008, quando il fallimento di Lehman rese più rischioso il settore, e la direttiva Mifid entrò in vigore.

 

Su questa metà, appunto, emergono prime evidenze di cattiva profilatura dei clienti o eccessiva concentrazione dei rischi. Tra questi, il caso del pensionato suicida Luigi Bianchi, che nel 2013 investì tutti i 100mila euro della liquidazione in un subordinato Banca Etruria che rendeva il 3,5%. Un tasso poco intonato, dato che la banca stava affogando. Identico al Btp dell’epoca, addirittura inferiore ai subordinati che emettevano le banche svizzere.

 

Proprio i tassi “scontati” sono un altro fattore critico di quei bond, e di possibili risvolti legali. Se un bond ad alto rischio è venduto a un risparmiatore incolto, non si accorgerà se gli si paga una cedola inadeguata. Eppure, proprio la Consob sotto Lamberto Cardia aveva nel 2009 introdotto un metodo matematico per tarare i rendimenti attesi sui rischi delle emissioni: gli “scenari probabilistici”. Durò pochi mesi, anche per le pressioni della lobby bancaria: anche perché nel frattempo quei titoli e quegli scenari facevano troppo rumore.

 

Dal 2011, con l’arrivo del presidente Giuseppe Vegas, gli scenari andarono in soffitta, dopo che sia il presidente attuale sia il suo mentore Giulio Tremonti li avevano criticati. Eppure, se il bond Carichieti 2013-2018 avesse recato la dicitura “probabilità del 37% di perdere metà del capitale”, o il bond Etruria 2013-2023 “rischio del 62% di perdere il 46% del capitale” (si tratta di simulazioni), avrebbe tenuto lontani i piccoli risparmiatori; e scoraggiato i grandi.

ConsobConsob

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?