DAMMI IL CINQUE! – GIORNO DOPO GIORNO, PROVANO A FARCI CREDERE CHE IL FALLIMENTO DEL MONTE PACCHI SIA STATO CAUSATO DALLE TANGENTI DEL 5% CHE HANNO FATTO FINIRE IN GALERA BALDASSARRI E ALTRE 5 PERSONE – SIAMO SERI: LA TERZA BANCA ITALIANA NON POTEVA SCOPPIARE PER DELLE MAZZETTE - MPS VUOLE RIVALERSI CONTRO I TANGENTISTI, CHIEDENDO 730 MLN € DI DANNI...

1 - MPS, NELL'AREA FINANZA TRUFFE DA DIECI ANNI
Sara Monaci per "Il Sole 24 Ore"

La banda del 5% era attiva da oltre dieci anni. Secondo la procura di Siena, che sta indagando sul Monte dei Paschi, il gruppo di manager che avrebbe tratto profitti illeciti dalle commissioni sulle operazioni di finanza derivata e strutturata si era già "formato" prima dello scudo fiscale del 2002.

Un periodo piuttosto lungo, grazie al quale Gian Luca Baldassarri, responsabile dell'area finanziaria di Mps, e il suo vice Alessandro Toccafondi, avrebbero accumulato una trentina di milioni, sequestrati dal nucleo valutario della Guardia di finanza. Milioni perlopiù portati all'estero e poi fatti rientrare con lo scudo fiscale, servendosi della società bolognese Galvani.

Alla loro organizzazione criminale si sarebbero aggiunti anche Fabrizio Cerasani, David Ionni e Luca Borrone, tre broker esterni alla banca. Il primo è socio fondatore e direttore della Enigma di Londra e legale rappresentante in Italia, mentre il secondo sarebbe un suo collaboratore. Ad entrambi sono stati sequestrati circa 7 milioni tra contanti e titoli, mentre a Borrone 210mila euro.

Tutti i 5 manager sono accusati di truffa e associazione criminale. Per i pm Nastasi, Natalini e Grosso, titolari dell'inchiesta, la banda agiva così contro gli interessi della banca - che in questo caso sarebbe parte lesa - da molti anni, utilizzando quegli stessi derivati finiti nel mirino della procura di Siena anche per un altro reato, l'ostacolo alla vigilanza.

Baldassarri risulta coinvolto anche in questo filone di indagini, per aver collaborato con i due principali accusati, l'ex dg Antonio Vigni e l'ex presidente Giuseppe Mussari. Secondo gli inquirenti avrebbe tenuto nascosto, con la responsabilità dei vertici, il contratto che collegava un prodotto strutturato realizzato con Nomura, il cosiddetto "Alexandria", ad un prodotto derivato sottoscritto qualche anno prima, le cui perdite sarebbero stato così occultate. Relativamente a questo capo di imputazione Baldassarri è ora in custodia cautelare nel carcere di San Vittore, a Milano.

L'ordinanza è stata avanzata due settimane fa dai pm senesi per pericolo di fuga e inquinamento prove, ed è stata convalidata dal gip di Milano, città dove Baldassarri vive. L'avvocato di Baldassarri ha chiesto il trasferimento in un carcere toscano e la procura di Siena ha già dato il suo nulla osta.

Il manager dunque potrebbe essere trasferito a breve in Toscana, se il gip di Firenze (titolare sui provvedimenti di limitazione della libertà personale) convaliderà la decisione di arresto presa del gip di Milano. Il giudice fiorentino ha ancora una decina di giorni per studiare il caso. Per quanto riguarda invece il riesame relativo ai sequestri dei beni, sia il legale di Baldassarri che quello di Toccafondi hanno ritirato ieri la richiesta avanzata giorni fa.

La procura di Siena ha anche valutato se il gruppo di manager avesse agito sotto lo sguardo distratto di altri manager, o se qualcun'altro se ne fosse accorto e avesse usufruito di qualche vantaggio. La banda del 5% potrebbe quindi allargarsi ad un giro di persone più ampio.

I pm intanto continuano a studiare in questa vicenda anche il ruolo delle banche straniere, in particolare del Santander, da cui nel 2008 Mps acquistò Antonveneta per 9,3 miliardi. Emilio Botin, presidente della banca spagnola, potrebbe essere ascoltato dai pm nel mese di aprile, a Madrid, con una rogatoria internazionale. A Siena invece l'ex dg Vigni verrà riascoltato per la terza volta tra una decina di giorni.


2 - DUE AZIONI DI RESPONSABILITÀ, DANNI PER 730 MILIONI
Cesare Peruzzi per "l Sole 24 Ore"

Partono le cause civili contro i vecchi amministratori di Montepaschi e le banche d'affari accusate di aver impacchettato prodotti tossici. La Fondazione Mps, intanto, avvia la fase pubblica del processo di revisione dello statuto, con l'obiettivo di ridimensionare il peso della politica. Siena, insomma, prova a voltare pagina.

Chiusa la partita del rafforzamento patrimoniale (con l'emissione dei Monti bond per 4,071 miliardi sottoscritti dal ministero dell'Economia), Banca Mps scava un solco anche giudiziario tra "prima" e "dopo", tra la stagione della crescita e del denaro facile destinato alle acquisizioni e al territorio (oggi oggetto di recriminazioni tardive e inchieste della magistratura), e dall'altra parte il tentativo dei nuovi vertici, il presidente Alessandro Profumo e l'amministratore delegato Fabrizio Viola, di evitare la nazionalizzazione e di rilanciare il gruppo attraverso un piano industriale all'insegna dei tagli e del ridimensionamento.

Dopo il via libera del cda di giovedì sera, come raccontato dal Sole 24 Ore, ieri Banca Mps ha promosso due azioni giudiziarie davanti al Tribunale civile di Firenze, con la consulenza legale dello studio Lombardi Molinari e associati. La decisione sarà inserita nell'ordine del giorno della prossima assemblea di bilancio, in aprile (il board approverà i conti nella seduta del 28 marzo) e dunque sottoposta a giudizio degli azionisti.

La prima causa, in merito alla ristrutturazione finanziaria del prodotto Alexandria, realizzata nel periodo luglio-ottobre 2009, è nei confronti dell'ex presidente Giuseppe Mussari e dell'ex direttore generale Antonio Vigni, entrambi per responsabilità sociale, e nei confronti di Nomura international per responsabilità extracontrattuale.

La seconda azione legale è rivolta contro Vigni (sempre per responsabilità sociale) e Deutsche bank (per responsabilità extracontrattuale), e riguarda i contratti di total return swap del dicembre 2008, riferiti alla società veicolo Santorini investment. Rocca Salimbeni, come spiega una nota del gruppo, «chiede la condanna in solido delle parti convenute al risarcimento dei danni subiti e subendi dalla banca» per effetto delle operazioni contestate che, in base ai dati disponibili, hanno pesato per 730 milioni sul bilancio 2012 del gruppo e costretto la banca a chiedere 500 milioni di Monti bond in più rispetto ai 3,4 miliardi previsti.

L'Associazione dei consumatori Adusbef, da parte sua, annuncia una class action contro Bankitalia e Consob per «mancata vigilanza nelle vicende Mps. L'azione di responsabilità decisa dal Montepaschi nei confronti degli ex manager - dice Elio Lannutti, presidente di Adusbef - deve essere estesa alle autorità che hanno consentito operazioni fraudolente». La mancanza di trasparenza nelle comunicazioni alla vigilanza da parte di Mps, per l'appunto, è uno dei filoni d'indagine delle inchieste giudiziarie.

La banca di Rocca Salimbeni, intanto, spinge sull'acceleratore del piano industriale. Insieme alle organizzazioni sindacali (Fabi,Fiba, Ugl e Uilca) ha deciso di accogliere tutte le richieste di adesione al fondo di solidarietà, per cui lasceranno il lavoro con l'incentivo altri 660 dipendenti in aggiunta ai mille precedenti. Sulla scorta di questa mossa la Fisac-Cgil (che non ha firmato l'accordo con l'azienda) ha chiesto di non procedere all'esternalizzazione delle attività di back office con gli oltre 1.100 addetti previsti.

Il programma, il cui acronimo è Saaca (Societarizzazione attività amministrative contabili e ausiliarie) invece andrà avanti. La procedura di cessione del comparto è stata aperta nei giorni scorsi e Siena aspetta entro i primi della prossima settimana le manifestazioni d'interesse all'operazione, che prevede la nascita di una newco con Mps in minoranza. I potenziali partner industriali, in questa fase, sono una quindicina.

 

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