1- PASSERA SALE SUL CARRO DI RENZI? BISOGNA TORNARE INDIETRO DI TRE ANNI PER CAPIRE IL FEELING TRA PASSERA E IL RENZIANO DAVIDE SERRA: NEL 2009 DECISE DI CREARE IL FONDO DI INVESTIMENTO "SUPERTWENTY" PER ORIENTARE UNA PARTE DEGLI 1,6 MILIARDI DI MASSE GESTITE SU UNICREDIT SU BANCA INTESA. E C'è CHI AGGIUNGE CHE LO STESSO PASSERA QUANDO ERA AD DI INTESA AVREBBE SOTTOSCRITTO ALCUNE QUOTE DEL FONDO ALGEBRIS 2- IN PRIMAVERA TROVEREMO LUIGI ZINGALES SICURAMENTE CANDIDATO AL PARLAMENTO 3- SARà INVECE GIUSEPPE RECCHI A OCCUPARE LA POLTRONA DI FINMECCANICA? 4- MA QUALE ORNAGHI, IL VERO AUTORE DELL'OPERAZIONE MAXXI-MELANDRI È MARIO MONTI

1- BISOGNA TORNARE INDIETRO DI TRE ANNI PER CAPIRE IL FEELING TRA PASSERA E SERRA
C'è molta agitazione al numero 7 di Clifford Street dove si trova il palazzotto di quattro piani in mattoni rossi quartier generale di Davide Serra, il 41enne finanziere che ha scatenato una tempesta politica.

I suoi più stretti collaboratori hanno passato il weekend a tirar giù il bilancio dell'iniziativa che è stata organizzata a Milano per Matteuccio Renzi e con l'aiuto di eccellenti avvocati hanno preparato le querele nei confronti di Bersani che senza sapere dove sono le Cayman ha definito i finanzieri con società off shore "banditi tra virgolette".

L'offensiva legale si è poi allargata agli organi di informazione e, in particolare al "Corriere della Sera", che per un articolo pubblicato giovedì scorso è stato accusato di diffamazione e oggi ha deciso di contro-querelare per la stessa accusa lo stesso Serra.

Nel palazzotto di Clifford Street a due passi dalle vie più eleganti di Londra si stanno chiedendo se valeva davvero la pena esporsi verso il giovane sindaco fiorentino e se il prezzo pagato per recuperare visibilità in Italia non stia diventando troppo alto. Contro questa preoccupazione una bella mano l'ha data lo stesso Bersani che ignorando l'attivita' del Fondo Algebris ha paragonato Davide Serra a un gigante della finanza come Soros mentre dentro la City tutti sanno che il peso di questo finanziere bocconiano e del suo fondo costituito nel 2006, è incomparabilmente più modesto rispetto agli altri soggetti che giorno e notte raccolgono e muovono ogni giorno decine di miliardi sulle rive del Tamigi.

E' chiaro che il candidato Bersani ha picchiato sulla testa di Serra avendo come obiettivo il Giamburrasca fiorentino, ma nessuno si aspettava che la cena milanese gettasse tanta benzina sul fuoco. Un grande sospiro di sollievo Serra l'ha tirato questa mattina quando sui giornali italiani ha letto l'encomio solenne rivoltogli dall'ex-banchiere Corradino Passera. Il ministro dello Sviluppo ha definito il "caimano" una persona di grandissima qualità, un giudizio che nasce da una lunga conoscenza che va in direzione di meriti "non solo professionali, ma personali".

Quando hanno letto queste parole sulle scrivanie di Clifford Street sono riapparse le bottiglie di champagne che già erano state aperte dopo l'incontro di mercoledì scorso al Four Season.

A questo punto c'è da chiedersi per quali ragioni Corradino si sia esposto con tanto ardore nei confronti del finanziere che Bersani e gran parte del Pd hanno demonizzato in maniera strumentale. Nella comunità finanziaria milanese si evita qualsiasi allusione di pessimo gusto tra le vicende che hanno visto Passera e la sua famiglia alle prese con il rientro dei capitali prestati da Intesa a una societa' di Madeira per acquistare Villa d'Este sul lago di Como. Quella e' una storia vecchia e fastidiosa del 2009, poi risolta da Corradino e dal fratello Antonello nel rispetto delle leggi italiane.

Piuttosto si ricorda che i primi rapporti tra il Fondo Algebris e Banca Intesa sono venuti alla luce proprio nello stesso anno, il 2009, quando Serra decise di creare il Fondo di investimento "SuperTwenty" per orientare una parte degli 1,6 miliardi di masse gestite su Unicredit sulla banca allora guidata da Corradino. Non a caso alla fine di maggio di quell'anno si scoprì, nel corso di un'Assemblea, che Algebris aveva tra le mani 22,2 milioni di azioni pari allo 0,19 del capitale della banca.

Bisogna quindi tornare indietro con l'orologio di tre anni per capire che tra Corradino e Serra il feeling è nato con una data precisa e si è consolidato nel tempo come una risposta che il "caimano" di Londra volle dare alle Generali di Trieste che un anno prima avevano respinto i suoi attacchi violenti alla gestione di Bernheim e dell'intero management.

Restano comunque alcune domande di fondo che chiamano in causa l'ex-banchiere, oggi ministro, Passera.

La prima è questa: perchè Corradino difende un finanziere tanto innamorato dell'Italia che comunque ha scelto di non portare i profitti del suo hedge fund in Italia, ma di approfittare dei benefici fiscali della Gran Bretagna?

La seconda domanda riguarda i rapporti tra Serra e Intesa, e gira intorno a tempi lontani quando il finanziere ha guadagnato molto comprando il debito delle banche per poi aspettare che le banche se lo ricomprassero. Intorno a questo meccanismo circolano varie voci che attribuiscono ad Algebris e Intesa un ruolo primario e mettono addosso a Serra il clichè di un finanziere audace che con le sue performances è diventato ricco grazie alla benevolenza delle banche amiche che poi scaricano le perdite sui clienti.

E c'e' chi aggiunge - ma e' tutto da verificare - che lo stesso Passera quando era amministratore delegato di Intesa avrebbe fatto sottoscrivere alla sua banca alcune quote del Fondo Algebris.

Di sicuro si può dire soltanto che un ministro del Governo Monti, impegnato nella lotta all'evasione fiscale, non avrebbe dovuto esporsi in maniera così palese nei confronti di un ricco "emigrato della finanza" che non ha evaso alcuna legge in Italia ,ma pretende di dare "raccomandazioni" a chi come Renzi potrebbe teoricamente guidare il Paese. E qui diventa inevitabile tornare per un attimo sulla serata italiana di Serra davanti agli esponenti (minori ) della finanza milanese.

Prima di avere slanci improvvidi nei confronti del "caimano" di Clifford Street, Passera avrebbe dovuto scorrere le 44 slides che in quell'occasione sono state presentate agli ospiti. Avrebbe potuto farlo con l'aiuto della moglie Giovanna che per la sua provenienza da una società multinazionale di pubbliche relazioni adora le slides e i power point dove le banalita' assurgono a valore di comandamenti.

Nella sua infinita miseria Dagospia ha passato al setaccio le 44 paginette piene di slides che si possono leggere sul sito di Algebris sotto il titolo "L'Italia. Problemi, conseguenze e raccomandazioni". Ebbene, dopo questa lettura la depressione aumenta perchè si scopre che i genietti di Clifford Street per ben 33 pagine su 44 hanno fatto una semplice operazione di copia-incolla fotografando le criticità italiane con una serie di dati attinti presso varie fonti (Eurostat, Ocse, World Bank, Mediobanca, Equita Sim) ampiamente conosciuti e pubblicizzati.

L'unico brivido si prova alla pagina 34 quando si legge questo titolo : "Quindici mesi di Bocconi non risolveranno tutti questi problemi". E qui si apre il varco per capire la piattaforma delle proposte che Serra e i suoi partners propongono a Matteuccio Renzi. Le raccomandazioni ,espresse in formule lapidarie, sono quattro e riguardano la riforma fiscale, i tagli alla spesa pubblica, la riforma del sistema giudiziario e...guardacaso "gli investimenti dove abbiamo edge".

Se ci siamo soffermati su questo pacchetto dove l'economia della crescita lascia il posto allo spreco delle slides, è soltanto per dire che forse Corradino Passera e sua moglie Giovanna hanno capito l'estrema debolezza delle proposte economiche che Renzi dovrebbe cavalcare per vincere le sue battaglie. Quindi si può dedurre che il ministro dello Sviluppo, assente dalla seconda convention dei cattolici a Todi dove un anno fa sembrava il novello Redentore della politica, ha capito che questo ragazzo di Firenze ,così bellino da bucare il video, ha bisogno di un supporto robusto e di alimenti e di competenti che lo aiutino a non perdere la faccia sul terreno dell'economia.

Non certo quelli di Serra e di Giorgio Gori rispetto ai quali l'esperienza di un grande banchiere-ministro è infinitamente più solida.


2- IN PRIMAVERA TROVEREMO LUIGI ZINGALES, SICURAMENTE CANDIDATO AL PARLAMENTO
La fatica non sembra pesare sulle spalle e sul cervello di Luigi Zingales, l'economista padovano che non perde occasione per difendere la sua "rivoluzione liberale", si sta sottoponendo a un tour de force massacrante. Dopo aver partecipato alla cena delle slides organizzata da Davide Serra per Matteuccio Renzi, l'esile professore sta giocando la sua partita sui media che se lo contendono come una star. E lui ci sguazza con il suo italiano da pizzaiolo emigrato a Brooklyn, poi a chi (come il giornalista Meletti) lo rimprovera che e' troppo comodo sparare sul povero Monti dalla cattedra a Chicago, risponde: "perche' siamo provinciali, no arriva dall' America e tutti stanno a sentirlo ".

A questo punto si potrebbe infierire su questo discepolo di Milton Friedman per ricordargli che non sempre la supponenza spalanca la luce della competenza, ma sarebbe un esercizio inutile verso un uomo che senza alcun pudore dichiara di insegnare in America "perche' li' mi pagano meglio". Cosi' ha detto non piu tardi di venerdi' sera nel salotto di Lilli Gruber dove e' apparso dopo aver lasciato di corsa "SkyTG Economia" dove appena due ore prima aveva presentato il suo ultimo libro "Manifesto Capitalista".

Lo svelto ex-bocconiano non si tira indietro davanti a nessun problema e con la sua faccia volpina parte in quarta pur di affermare le sue verita'. Difronte all'attore Pierfrancesco Savino che nel salotto della Gruber difendeva in modo pacato i contributi dello Stato al cinema giovane, Zingales ha tirato fuori la sua chiostra di denti liberisti cercando di sovrapporre la sua vocina stentorea anche quando il protagonista di "Romanzo Criminale" ha avuto l'ardire di chiedergli: "professore, perche' invece di insegnare a Chicago non viene a Terni dove ci sono migliaia di precari e di ragazzi che fanno sacrifici enormi per andare all'Universita'?".

Un attimo di pallore poi ecco dinuovo la risposta impudente: "perche' mi pagano meglio!". E ieri sul Sole24Ore non si e' fatto scrupolo di mandare messaggi pesanti all'irascibile Franco Bassanini per ricordargli che la Cassa Depositi e Prestiti non puo' giocare d'azzardo con i soldi dei libretti postali. Grande piccolo Zingales! accademico di mille battaglie, antipatizzante di professione, lottattore indomito della "peggiocrazia", nemico dei poteri forti alla Bazoli e dell'oligarchia capitalista "vecchia, inadeguata incapace di riformarsi".

Se non avesse una quantita' di neuroni di gran lunga superiore a quella di Dieguito Della Valle potrebbe contendere allo scarparo marchigiano il primato del rompicoglioni nazionale. Per lui il Monti-bis e' un orrore, Renzi un animale politico interessante, e quando gli chiedono delle sue intenzioni politiche risponde evasivo: "cerco qualcuno con cui discutere del futuro del Paese".

Pare che finalmente l'inquieto professore di Chicago l'abbia trovato nel movimento di Oscar Giannino che vuole "Fermare il declino" con la bandiera del liberismo sociale (qualcosa di simile al capitalismo "altruista" dell'altro Oscar, Farinetti, il mago delle osterie lussuose). In primavera lo troveremo sicuramente candidato al Parlamento, e li' finalmente potra' sfogare per intero la sua irrefrenabile voglia di fare la "rivoluzione democratica". Anche a costo di rinunciare allo stipendio americano.


3- CIRCOLA CON INSISTENZA IL NOME DI GIUSEPPE RECCHI PER LA POLTRONA DI FINMECCANICA
Avviso ai Naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che nei palazzi romani circola con insistenza il nome di Giuseppe Recchi per la poltrona di Finmeccanica dove il comandante supremo,Giuseppe Orsi e' sempre piu' triste e isolato.

Il profilo del manager 48enne,nominato presidente dell'Eni nell'aprile 2011, sembra rispondere all'esigenza di affidare l'incarico a un personaggio di statura internazionale, che oltre ad essere vicepresidente di GE Capital Interbanca, siede nei consigli di amministrazione di Exor e nel board del fondo Blackstone.E non guasta affatto che oltre a un network di solidi rapporti in America faccia parte dell'Aspen Insitute e della Trilateral".


4- IL VERO AUTORE DELL'OPERAZIONE MAXXI-MELANDRI NON E' STATO IL PIO MINISTRO ORNAGHI MA IL PREMIER MARIO MONTI IN PERSONA
Avviso ai naviganti N.3: "Si avvisano i signori naviganti che il vero autore dell'operazione Melandri-Maxxi non e' stato il pio ministro Ornaghi ma il Premier Mario Monti in persona.

A quanto si dice il Professore di Varese gia' molti mesi fa raccolse le preghiere della ex-parlamentare per arrivare alla presidenza della Uman Foundation, l'Associazione filantropica che si propone di operare per un capitalismo umano".

 

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