DA HOLLYWOOD ALLA SILICON VALLEY - NON È IL BUEN RETIRO DELLE STAR SILICONATE MA LA NUOVA MODA DEI DIVI D’AMERICA: SCOMMETTERE PARTE DELLE LORO FORTUNE FINANZIANDO LE STARTUP DEL SETTORE SOCIAL MEDIA PRIMA CHE VENGANO QUOTATE IN BORSA - BONO È TRA I SOCI DI ‘FACEBOOK’, WILL SMITH DI ‘TWITTER’, DI CAPRIO DI ‘MOBLI’, LADY GAGA DI ‘TURNTABLE’, BIEBER DI ‘SPOTIFY’…

Maria Teresa Cometto per "Corriere Economia - Corriere della Sera"

Bono, il leader del gruppo rock degli U2, non è diventato miliardario grazie al suo pacchetto di azioni Facebook, come qualcuno aveva previsto. Ma certo è più ricco oggi di quando, a cavallo fra il 2009 e il 2010, aveva investito nel social network di Mark Zuckerberg attraverso la società finanziaria di cui è partner, Elevation (chiamata come il titolo di una canzone degli U2).

Quanto ha guadagnato di preciso dipende dalla sua quota in Elevation e da quanto i titoli Facebook erano costati: se il prezzo era stato attorno ai 20 dollari, come suggerito dal sito Techcrunch, Bono ha fatto un bell'affare rispetto ai risparmiatori che hanno sottoscritto l'offerta pubblica (Ipo) a 38 dollari; se invece aveva pagato attorno a 30 dollari, come riferito da altre voci, allora Bono potrebbe essere uno degli investitori pre-collocamento in Borsa che si sono affrettati a liquidare le azioni facendole crollare del 15% dopo il debutto. E facendo scatenare una class action.

NUOVA MODA
In ogni caso il cantante irlandese 52enne è l'avanguardia della nuova generazione di celebritechies (celebrities + tech): i divi del mondo della musica e del cinema che non solo usano Internet per coltivare la folla dei loro fan, ma scommettono anche una parte delle loro fortune finanziando le startup del settore social media prima che vengano quotate in Borsa. È un matrimonio Hollywood-Silicon Valley che vale la pena seguire, perché molte star, soprattutto le più giovani, hanno una dimestichezza e un fiuto verso le nuove tecnologie utili agli investitori «normali» per individuare in anticipo tendenze e opportunità.

IL RAGAZZINO
Il caso più attuale è quello del diciottenne Justin Bieber, che ha 22 milioni di seguaci su Twitter e vanta 100 «Klout score», il punteggio massimo della misura della propria influenza online: è presentato come un oculato venture capitalist sulla copertina dell'ultimo numero di Forbes dedicato alle celebrities.

«Non investo in qualcosa che non mi piace, devo credere nel prodotto», ha spiegato il cantante canadese con un tono alla Warren Buffett, il saggio di Omaha, considerato il più grande investitore. Una cosa che capisce è ovviamente la musica e così è uno dei finanziatori di Spotify, il servizio che permette di sentire online compilation personalizzate di canzoni; e ha quote azionarie anche della piattaforma di messaggi Tinychat, dell'applicazione Stamped e del produttore di giochi online Sojo Studios.

IL VETERANO
In Spotify ha investito anche Ashton Kutcher, l'attore 34enne ex marito di Demi Moore, un veterano della Silicon Valley: già sei anni fa aveva iniziato a finanziare startup tecnologiche, conosciute mentre cercava servizi per sviluppare la sua società di produzione. Anche lui ha un approccio pragmatico al settore: «Devi informarti, se stai per fare un investimento, assicurati di conoscere quello in cui stai mettendo soldi e di fidarti di gente davvero in gamba», consiglia alle altre «celebritechies».

Nel suo portafoglio ci sono molte altre società non quotate, fra cui: Foursquare, il social network geo-mobile per tenersi in contatto fra amici che frequentano gli stessi posti; i servizi di voce via Internet Ooma e Skype; il motore di ricerca per viaggi Hipmunk; il digital social magazine Flipboard; il social network via telefonini Path; e il sito specializzato sulla moda Fashism.

A proposito di social network, è interessante sapere che Justin Timberlake - il cantante 31enne che nel film omonimo aveva recitato la parte di uno dei primissimi finanziatori di Zuckerberg, l'imprenditore Sean Parker - è ora socio di MySpace, la «rete sociale» che era la più popolare prima di Facebook e che mantiene ancora 70-100 milioni di visitatori unici al mese: Timberlake dovrebbe aiutare il nuovo proprietario di MySpace, Specific Media, a rilanciarla come «il posto giusto per artisti e creatori di contenuti».

AFFERMATI
Un trio di celebrities è dietro un'altra startup calda: gli attori Leonardo DiCaprio e Tobey Maguire, e il campione di ciclismo Lance Armstrong hanno investito in Mobli, un sito per condividere foto e video che cresce al ritmo di 20 mila nuovi utenti al giorno.
Mentre in Viddy, un'applicazione per far circolare video sull'iPhone, credono la cantante pop Shakira, il rapper Jay-Z con la sua società Roc Nation e l'attore Will Smith con la sua Overbrook Entertainment.

Il comico Jimmy Fallon e i cantanti Lady Gaga e Kanye West invece hanno investito in Turntable.fm, un sito dove si ascoltano insieme canzoni come fosse un rock club: partito a razzo con 360 mila utenti nei primi tre mesi, poi il suo seguito è scemato e ora sta cercando una nuova identità, a conferma di quanto passeggere possano essere le mode dei social media e di come anche le celebritechies possano sbagliare.

La loro influenza comunque è tale, che è appena nato un sito che la vuole sfruttare per finanziare progetti vari: Givespark, definito dal suo fondatore Josef Teplow come «Twitter con i soldi». La prima campagna di prova, a favore di una società per trapianti di midollo, ha raccolto 87 mila dollari in due settimane.

 

facebook ZuckerbergJUSTIN BIEBERlogo twitter bono vox ASHTON KUTCHER JUSTIN TIMBERLAKELEONARDO DI CAPRIOLADY GAGATobey Maguire

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLA DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DA AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”