di maio salvini guzzetti

L'ALTOLÀ DI GUZZETTI AL GOVERNO SUL TRASFORMARE LA CDP IN UNA 'BANCA PUBBLICA PER GLI INVESTIMENTI' (BPI) CHE RELEGHEREBBE A UN RUOLO SECONDARIO LE FONDAZIONI, AZIONISTE DELLA CASSA - CDP IN QUEL CASO RIENTREREBBE NELLA VIGILANZA BANCARIA (BASILEA 2) E AUMENTARE IL CAPITALE PER CIRCA 25 MILIARDI DI EURO. AZZ!

 

 

Michele Arnese per www.startmag.it

 

GUZZETTI

Se non è un altolà, ci manca poco. Giuseppe Guzzetti, presidente dell’associazione delle fondazioni bancarie (Acri), oggi ha dispensato ammonimenti e suggerimenti all’indirizzo di Palazzo Chigi, del Tesoro e della maggioranza di governo formata da Movimento 5 Stelle e Lega.

 

Il motivo degli sbuffi di Guzzetti? La possibilità che il governo tramite il ministero dell’Economia (che controlla la Cassa depositi e prestiti) possa puntare davvero su una banca pubblica per gli investimenti (come indicato nel programma di governo) relegando a un ruolo secondario le fondazioni che sono azioniste della Cassa.

 

Vediamo le parole di Guzzetti, gli scenari su Cdp e non solo. Con qualche rilievo su alcuni ammonimenti del presidente dell’Acri e uomo forte di Cariplo (alle prese peraltro con la successione proprio in casa Acri, qui le ultime indiscrezioni in un recente articolo di Start Magazine).

 

MASSIMO TONONI

“Abbiamo letto il contratto di governo, io per dovere l’ho letto, e ascoltato le dichiarazioni del premier ma non abbiamo in mano nessun documento di nessun genere. Impostazione del contratto è programmatica, poi si vedrà come si traduce”. E’ quanto ha detto Guzzetti a margine del congresso Acri sull’idea contenuta nel contratto di governo dell’istituzione di una banca pubblica degli investimenti, forse tramite la Cdp.

 

Ma che sia direttamente o indirettamente la Cdp (nel caso il Tesoro passi le quote in Mps alla Cassa) a essere la banca per gli investimenti evocata e invocata da pentastellati e leghisti si pone un problema, comunque c’è una certezza: la Cdp rientrerebbe nella vigilanza bancaria e dovrebbe sottostare alle regole di Basilea 2.

FABIO GALLIA CLAUDIO COSTAMAGNA

 

Non è un’indiscrezione. Si basa su quello che fece intendere nel febbraio del 2015 Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia, in un’audizione in Parlamento, parlando del progetto bancario di Sace caldeggiato all’epoca dall’allora numero uno di Sace, Alesssandro Castellano: “Se Sace si trasforma in una banca, essendo Sace di Cdp, questo sicuramente farebbe scattare vigilanze anche maggiorate perché avremmo un conglomerato finanziario”, disse Rossi in Parlamento.

 

Il risultato di questa evoluzione adesso per Cdp visti gli obiettivi di M5S e Lega? La Cassa, dunque gli azionisti Tesoro e fondazioni creditizie, dovrebbero aumentare il capitale – secondo i calcoli effettuati da alcuni addetti ai lavori che seguono il dossier – per circa 25 miliardi di euro.

 

Oggi Guzzetti ha parlato anche di altro. Mettendo in guardia il nuovo governo. Le fondazioni bancarie, azioniste di minoranza di Cdp, sono favorevoli a “un ulteriore sviluppo della Cassa” che “non metta a rischio i risparmi degli italiani ma se si intende superare questo limite ci opporremo con tutte le forze”, ha affermato il presidente dell’Acri che ha ricordato come le fondazioni “hanno collaborato con governi di tutte le maggioranze” e continueranno a farlo, “noi non siamo l’opposizione in Parlamento” ma – ha aggiunto “senza il nostro voto, viste le norme statutarie, certe iniziative” non si possono realizzare.

borghi salvini bagnai

 

Certe iniziative, dice Guzzetti. Quali non lo dice. Forse pensa ad Alitalia? Quando dice di aver collaborato con i governi precedenti, è vero. Collaborazioni fruttuose per la Cassa e dunque per fondazioni azioniste.

 

Lo sanno bene i vertici uscenti che, rispetto a quelli in cui c’erano Franco Bassanini come presidente e Giovanni Gorno Tempini come ad, hanno beneficiato di un occhio di riguardo da parte del Tesoro. In particolare una maggiore remunerazione del conto corrente di Tesoreria: circa 160 miliardi di liquidità che arrivano dalla raccolta presso gli sportelli delle Poste e che servono per stabilizzare il debito pubblico.

 

Secondo la relazione della Corte dei Conti sul bilancio 2016 della Cdp “si rileva un incremento della marginalità tra attività fruttifere e passività onerose, passata da circa 36 punti base del 2015 a circa 83 punti base del 2016, principalmente dovuto alla diminuzione del costo delle passività onerose (-26 punti base) e all’aumento del rendimento sul c/c di Tesoreria”.

 

GALLIA COSTAMAGNA PADOAN

Come è potuto avvenire? L’ex ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan, ha rimpinguato di almeno 20 basis point la voce degli interessi attivi mentre gli interessi passivi pagati sui libretti dei risparmiatori si contraggono per effetto del calo generalizzato dei tassi di mercato, ha ricostruito di recente Business Insider Italia.

 

Così il margine di interesse della Cdp, che era sceso pericolosamente da 1,161 miliardi del 2014 a 905 ,1 milioni nel 2015, può ricominciare a salire a 2,368 miliardi del 2016 fino a raggiungere i 3 miliardi nel 2017: “Costamagna e Gallia – ha scritto Giovanni Pons, direttore di Business Insider Italia – hanno così l’ossigeno per gestire in tutta tranquillità il loro triennio alla Cassa (2,2 miliardi di utile per Cdp spa nel 2017) ma questa maggiore remunerazione, è bene ricordarlo, pesa su tutti i cittadini italiani visto che è andata ad aumentare il debito pubblico. Si tratta di soldi degli italiani che sono passati dal Tesoro a essere distribuiti come dividendi non solo allo stesso Tesoro (azionista prima all’80 e poi all’85%) ma anche alle fondazioni bancarie che sono azioniste della Cdp con il 15,8%”.

 

Nel corso dell’ultimo triennio la Cdp si è anche rafforzata patrimonialmente, sempre grazie alla generosità del Tesoro che le ha conferito una partecipazione del 35% di Poste facendosi pagare il valore non in contanti ma in azioni della stessa Cdp. Così il patrimonio della Cassa è cresciuto di 3 miliardi, dando spazio a nuove operazioni di investimento di capitale, la partecipazione del Tesoro nella Cassa è salita all’85% e quella delle fondazioni è scesa appena sopra il 15%: eppure gli enti presieduti da Guzzetti continuano ad avere un peso rilevante in Cdp. In base allo statuto esprimono la presidenza (ora punterebbe su Massimo Tononi al posto di Carlo Costamagna) e distribuiscono pagelle, ammonimenti e suggerimenti a destra e a manca.

assemblea pop vicenza

 

Anche perché va ricordato agli smemorati che la Cdp, per evitare che la Popolare di Vicenza e Veneto Banca fallissero con effetti a catena, ha investito e perso 750 milioni nei fondi Atlante 1 e Atlante 2.

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