MEDIASET E IL DILEMMA DELLA LA PAY TV – IL GRUPPO DI BERLUSCONI HA UN MESE DI TEMPO PER DECIDERE SE MOLLARE LA PARTITA SULLA TV A PAGAMENTO O RADDOPPIARE (MA IN QUESTO CASO SERVONO SOLDI)

Ettore Livini per "Affari e Finanza - la Repubblica"

Pier Silvio Berlusconi insieme a Fedele Confalonieri L a bufera (forse) è alle spalle. E Mediaset - forte dei timidi cenni di ripresa della pubblicità - inizia a sfogliare la margherita delle alleanze. Una partita decisiva per non perdere il treno del futuro della tv in Europa. Il cantiere è aperto da qualche mese ma nell'ultima settimana ha preso un'improvvisa accelerazione. Telefonica ha rilevato da Prisa il 56% di Digital +, la televisione a pagamento spagnola in cui il Biscione ha una quota del 22%.

Obbligando la società di casa Berlusconi a decidere che fare della sua partecipazione. E da venerdì scorso a Cologno è stata aperta la data room per la scelta di un partner con cui condividere lo sviluppo (finora ad ostacoli) delle pay-tv di Arcore.

Un asset che fa gola, malgrado il profondo rosso dei canali Premium per cui si sarebbero messi in fila i francesi di Canal Plus e Al Jazeera, il network del Qatar. La sfida è apertissima. In un complesso risiko a incastri dove il ruolo di convitati di pietra continueranno a recitarlo sia il colosso spagnolo delle telecomunicazioni che la News Corp di Rupert Murdoch.

I dilemmi del Biscione La certezza, allo stato, è solo una: ben difficilmente Mediaset potrà continuare a sfidare la concorrenza, specie nella paytv, contando solo sulle sue forze. I canali a pagamento di Cologno - malgrado 1,5 miliardi di investimenti - viaggiano in rosso dalla nascita (nel 2011, ultimo anno di cui sono stati pubblicati i dati, hanno perso 68 milioni) per la concorrenza di Sky, che pure non naviga in Italia in acque calmissime.

La "materia prima" per riempire i palinsesti, i diritti sportivi, non è certo gratuita: il Biscione ha appena strappato con una maxi-offerta da 690 milioni - il 44% in più dell'asta precedente - i diritti per la Champions League 2015-2018 alle reti satellitari del tycoon australiano e deve prepararsi ad affrontare a giugno la partita, ancora più costosa, per quelli della Serie A. Troppi soldi anche per un'azienda ricca come quella di Cologno che non a caso ha annunciato da tempo la sua volontà di riunire le attività in Spagna e in Italia sotto un unico tetto per poi aprirne il capitale a un partner. Il momento per cercare alleati è propizio. Il mercato delle pay-tv in Europa è in piena metamorfosi.

E i big delle tlc, da British Telecom a Telefonica alla stessa Vivendi, hanno messo sul piatto la loro potenza di fuoco per incrociare in un'unica offerta proposte digitali, telefonia e media. Premium e la quota di Mediaset in Digital+ sono dunque merce appetibile malgrado le difficoltà finanziarie del business tricolore e non a caso i potenziali acquirenti hanno già iniziato a scoprire le carte.

Quanto valgono? La tv a pagamento in Italia è stata stimata tra 300 e 700 milioni. Il 22% dei canali di Madrid, alla valutazione data da Telefonica (43 volte l'utile operativo, moltissimo) ne vale al netto del premio di maggioranza altri 300. La rosa dei partner Mediaset, in questa partita, è davanti a un bivio. Il primo è la decisione su che fare della quota in Digital +. Il Biscione, in teoria, ha le mani libere.

I patti di sindacato gli consentono di cederla a Telefonica, di tenerla in portafoglio o di salire addirittura alla maggioranza. «Ci piacerebbe avere una collaborazione con Telefonica - ha detto sibillino Pier Silvio Berlusconi nei giorni scorsi - perché la collaborazione è la strada giusta». La ampiezza di questo tipo di collaborazione non è questione di poco conto.

Se le avances del figlio dell'ex cavaliere sono funzionali solo a mantenere la partnership spagnola - il Biscione e l'azienda di Alierta hanno già acquistato assieme i diritti per il Mondiale MotoGp nel paese - è un conto. Diversa è la questione se si provasse ad allargare questo asse su uno scacchiere più ampio. Telefonica è azionista di Telecom Italia. Cologno ha da sempre guardato con interesse a collaborazioni con l'ex monopolio delle tlc.

E un matrimonio d'interessi di questo tipo potrebbe cambiare radicalmente lo scenario delle tv e delle telecomunicazioni tricolori. L'ipotesi più probabile però è che Mediaset resti in Digital+ con una quota di minoranza per non perdere il valore aggiunto di una presenza nella tv a pagamento iberica, asset fondamentale per convincere un socio estero a scommettere sulle sue attività nel settore.

E a quel punto Al Jazeera o Canal+ porterebbero in dote i capitali per alleggerire gli oneri del Biscione e la forza d'urto finanziaria per non giocare la partita del consolidamento in difesa. Resta l'incognita di Murdoch. Due piattaforme tv a pagamento in Italia, è il parere di molti analisti, rischiano di azzopparsi a vicenda. E non a caso in passato i due supertycoon del piccolo schermo, Silvio e Rupert, si sono "annusati" a vicenda per dimenticare i rancori e valutare se unire le loro forze.

Oggi questa ipotesi sembra tramontata, ma di fronte all'accelerazione di queste ore non è escluso che anche questo dossier possa essere riaperto. In caso contrario, il redde rationem tra i due rivali si giocherà tra poche settimane nella partita dei diritti della Serie A. La sfida della Serie A La guerra sul Campionato sarà in effetti una sorta di sfida all'Ok Corral. Il blitz del Biscione sulla Champions ha spiazzato Sky. Che rischia ora di essere colta in contropiede se perderà pure la massima serie. A Cologno la tentazione di fare Bingo è altissima.

L'unico problema, come sempre in finanza, sono i soldi. Il prezzo di base dell'asta, in effetti, è più o meno chiaro. Visto che la Infront, la società che gestisce l'operazione per conto della Lega Calcio, ha promesso ai club 980 milioni l'anno. Una cifra iperbolica, molto di più dei 268 milioni che Mediaset paga oggi per 324 partite. Nel quartier generale di casa Berlusconi però non si esclude niente. Dopo i 287 milioni di perdita del 2012, l'annus horribilis delle tv di Arcore, il business va un po' meglio.

«La ripresa è lontana», ha ammonito il solito prudentissimo Fedele Confalonieri ammonendo che non si tornerà più ai fasti del passato. Il crollo della pubblicità sembra però essersi fermato, almeno per le tv, con un -1% di raccolta nel primo trimestre. E il drastico taglio ai costi ha tenuto a galla i conti del gruppo che ha chiuso il 2013 con 8,9 milioni di profitti. Il debito era a fine anno di 1,4 miliardi di euro.

Ma il fortunato collocamento in Borsa del 25% di Ei Tower , comprata a 27 euro per azione e rivenduta a 42, ha portato in cassa mezzi freschi per 300 milioni, lasciando margini per nuovi investimenti. L'asta per i diritti Champions, da questo punto di vista, è stata un buon viatico: una volta vinta la gara, Mediaset non ha avuto troppe difficoltà a trovare le banche (Bnp, Intesa-Sanpaolo e Unicredit) in grado di garantire i 700 milioni necessari per l'operazione. Nessuno però ad Arcore ha voglia di fare il passo più lungo della gamba.

Il mercato dei media è in rapida trasformazione. I colossi del web come Google e Facebook continuano a erodere i margini delle tv attirando pubblicità e sfruttando le proprie produzioni per fare traffico. E non a caso sono entrati di nuovo nel mirino di Confalonieri, tra i grandi paladini in Italia della web-tax.

Fininvest non ha i mezzi per seguire o garantire nuovi aumenti di capitale. Le costosissime e sfortunate avventure in Francia (con La Cinq) e in Germania (Kirch) hanno lasciato cicatrici non ancora chiuse del tutto nei conti del gruppo. Resta quindi quasi inevitabile la necessità di trovare un partner con cui condividere oneri e onori di questa nuova fase di mercato.

E le prossime settimane saranno fondamentali per capire la strada che i Berlusconi, sperando in un'inversione di tendenza più decisa del mercato pubblicitario, vorranno imboccare. Il gruppo di Cologno Monzese ha in corso trattative con i francesi di Vivendi e con gli arabi di Al Jazeera come possibili partner nella sua pay tv Premium.

 

confalonieri con marina e piersilvio berlusconi PIERSILVIO BERLUSCONI CON LO STESSO PIUMINO INDOSSATO DA BEPPE GRILLO Antenne Mediasetcesar_aliertaMiss Deng con il marito Rupert Murdoch aljazeera

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO