PASSERA PASSERÀ A TODI AL FORUM DELLE ASSOCIAZIONI CATTOLICHE (CHE LO VEDONO BENE AL POSTO DI TREMONTI O DEL BANANA) - EMMA, LUCHINO E PROFUMO DANNO BUCA ALLA CENA DI PECORI GIRALDI (SOCGEN) - BANCHE, IN PIEMONTE SI VENDE - UN CAVALLI DI TROPPO E ROBERTO PORTA LUCIANA IN TRIBUNALE - I CINESI A PRATO? PAGHINO UNA CAUZIONE (PER EVITARE LE IMPRESE FANTASMA) - MONDIALI DI CICLISMO: FIRENZE BATTE CASSA - USAI IN CONFIDUSTRIA LASCIA O RADDOPPIA? - LA WEB REPUTATION DEI GIORNALISTI ON LINE…

Da "Panorama Economy" in edicola domani

1. LA BUONA POLITICA DI PASSERA...
In nome della «buona politica», il mondo cattolico organizzato e inquadrato nel Forum delle associazioni cattoliche (Acli, Cisl, Cdo, Confartigianato, Coldiretti, Confcooperative, Mcl) organizza, a Todi, il 17 ottobre, un seminario a porte chiuse alla presenza del cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Cei, articolato in tre sessioni: valori, economia e politica. Quel giorno, oltre al fior fiore dell'intellettualità cattolica (il rettore dell'Università Cattolica, Lorenzo Ornaghi, il sociologo Giuseppe de Rita, l'economista Stefano Zamagni), notevole sarà il parterre di banchieri.

Ad ascoltare ci saranno Fabrizio Palenzona, vicepresidente di Unicredit, Alessandro Azzi, presidente di Federcasse (la Federazione italiana delle Banche di credito cooperativo rurali), e Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo e dell'Acri, tutti d'ispirazione cattolica.

A prendere la parola, nella sessione sull'economia, un peso massimo, Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, che per partecipare al seminario ha anche rinunciato a un impegno negli States già fissato. A lui (e non ad Alessandro Profumo né, tantomeno, a Luca Cordero di Montezemolo) guardano con interesse e simpatia i cattolici che vogliono fare politica. Come ministro dell'Economia. E forse anche di più.

2. LA CENA DELLE ATTESE DA PECORI GIRALDI...
Se ne parlava come della cena dei poteri forti «emergenti». Lunedì 26 settembre a Milano a casa di Galeazzo Pecori Giraldi, da un anno vice-presidente del comitato investimenti di Societé Generale dopo una lunga carriera in Morgan Stanley, era atteso un parterre di 80 ospiti superscelti. Dovevano esserci Emma Marcegaglia, che ormai ha portato Confindustria all'opposizione, Luca Cordero di Montezemolo, sempre più deciso a scendere in politica, e Alessandro Profumo, che ha dato la sua disponibilità a mettersi in gioco.

Per loro il padrone di casa aveva disposto un ingresso riparato per sfuggire ai curiosi. Con molta delusione, però, nessuno dei tre si è presentato. Impegni e ragioni varie. Gli amici hanno festeggiato Clarice Pecori Giraldi, cugina del padrone di casa, sempre in viaggio tra Milano e Londra come a.d. di Christie's.

A spiccare fra gli invitati il presidente di Generali, Gabriele Galateri, l'ex presidente dell'Abi, Maurizio Sella, Federico Falck, Andrea Della Valle e tanti altri amici. Comunque la cena dei poteri forti sembra solo rinviata. Pecori Giraldi sta già preparando la lista per la prossima che si terrà nella villa al lago, lontano dai curiosi.

3. BANCHE, IN PIEMONTE SI VENDE...
C'è gran fermento nel sistema bancario piemontese. La perdita del San Paolo ha lasciato un vuoto difficile da colmare. Qualcuno, comunque, ci prova, magari sfruttando le difficoltà di altri istituti. È il caso della Cassa di Asti che punta sulla gemella di Alessandria ora controllata all'80% da Bpm. Massimo Ponzellini, presidente dell'istituto milanese, ha smentito la cessione, ma in Piazza Meda c'è fame di risorse fresche.

Movimenti anche in casa Bper che, in Piemonte, possiede il 31% delle Casse di Bra, Saluzzo e Savigliano e il 23% di quella di Fossano. La Popolare emiliana potrebbe decidere di alleggerirsi di quote e l'eventuale cessione confermerebbe la decisione dei vertici di concentrarsi sul proprio territorio. Ma in Piemonte i movimenti interessano anche realtà molto più piccole. È il caso della Banca di Alba che sta chiudendo le trattative per la fusione con la Bcc del Canavese: dall'unione nascerà una banca con 4,5 miliardi di raccolta e 66 sportelli.

4. UN CAVALLI DI TROPPO...
La prima udienza si è svolta da poco: Roberto Cavalli contro Luciana Cavalli. Si tratta solo di un caso di omonimia tra una delle principali griffe dell'abbigliamento italiano e un piccolo marchio di Scordia (Catania) che da trent'anni fa scarpe. Lo stilista fiorentino chiede il ritiro del marchio Luciana Cavalli. L'imprenditrice siciliana ribatte che il suo marchio è in commercio dal 1981, mentre l'altro dal 1996. L'ultima parola al tribunale

5. I CINESI? PAGHINO CAUZIONE...
Una fideiussione o una cauzione di 20 mila euro per ogni extracomunitario che vuole aprire un'azienda a Prato e in tutta Italia. Per combattere il fenomeno delle «teste di legno» o degli imprenditori scorretti e ufficialmente nullatenenti che dopo due anni chiudono e spariscono lasciando tasse e imposte non pagate per milioni di euro. La crociata parte da Prato, dove il fenomeno, soprattutto da parte dei confezionisti cinesi del pronto moda, è gigantesco.

A lanciarla l'assessore alla Sicurezza urbana e alla polizia municipale di Prato Aldo Milone e il sindaco Roberto Cenni, che l'ha portata al Tavolo della sicurezza organizzato dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, per verificare i margini di applicabilità.

«Qui a Prato» spiega Milone «ci sono 4 mila aziende intestate a cinesi e di queste 1.500 sono confezionisti del pronto moda. Ed è qui che si sviluppa maggiormente il fenomeno dell'evasione». Da un monitoraggio su circa 500 aziende, il 90% non era in regola: un'evasione che, senza calcolare Iva e imposte sui redditi, Milone ha quantificato in 12 milioni di euro di contributi evasi ogni anno, 740 mila euro di addizionale regionale e 480 mila euro di addizionale comunale

6. FIRENZE BATTE CASSA...
Firenze alza il prezzo dei mondiali di ciclismo che si terranno nel capoluogo toscano nel 2013 e tende una trappola al governo e all'immagine dell'Italia. Già, perché, a meno di due anni dall'evento, i lavori languono a causa dei pochi soldi in circolazione. Ma anche del costo dell'organizzazione che ha raggiunto i 160 milioni.

A battere cassa è il vicesindaco di Firenze, Dario Nardella, che ha minacciato che «se entro l'anno non avremo la certezza sulla disponibilità delle risorse promesse da Roma non potremo partire con i bandi e questo metterà a rischio l'organizzazione del più grande evento sportivo che l'Italia sia riuscita ad aggiudicarsi per i prossimi cinque anni».

7. USAI LASCIA O RADDOPPIA...
Un'altra poltrona all'interno di Confindustria sarebbe già pronta per il direttore delle relazioni industriali di Viale dell'Astronomia, Giorgio Usai. Il manager, che dagli anni Novanta (al fianco del vicepresidente Alberto Bombassei) è l'uomo chiave del rapporto con i sindacati, ha dato le dimissioni nei giorni scorsi, secondo indiscrezioni perché poco convinto dell'accordo su contrattazione e rappresentanza siglato il 21 settembre scorso dalla presidente Emma Marcegaglia con i segretari dei sindacati confederali.

Tuttavia la sua non sembra una rottura. Anche perché Usai avrebbe mantenuto intatto il rapporto con Bombassei, accreditato oggi come uno dei possibili candidati nella corsa alla successione.

8. LA WEB REPUTATION DEI GIORNALISTI...
Che cosa pensa il web di Marco Travaglio e di Michele Santoro? Preferisce i tg Rai o Mediaset? E che sentiment ha nei confronti delle firme della carta stampata? Le risposte sono il piatto forte del convegno in programma a Milano venerdì 30 sulla web reputation, voluto da Fabio Minoli, presidente del Corecom Lombardia. Che ha chiesto alla Phinet di Alessandro Giovannini di misurare la nomea dei giornalisti online

 

 

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