draghi savona

SAVONA-FRANCOFORTE, SOLO ANDATA! - IL MINISTRO SU DRAGHI: ''VOGLIO ESSERE GOVERNATO DALLE LEGGI, NON DAGLI UOMINI. IL PRESIDENTE DELLA BCE CON ABILE MOSSA SALVÒ L'EURO ''INVENTANDOSI'' IL QUANTITATIVE EASING, MA CI VOLLERO 3 ANNI. STAVOLTA... - IL 2,4% DI DEFICIT? È UN PIANO PRUDENTE E BEN ORGANIZZATO. NON CI SONO DIFFICOLTÀ NELL'ECONOMIA ITALIANA PERCHÉ IL NOSTRO SURPLUS COMMERCIALE È FORTE'' - SE A MAGGIO VINCONO I SOVRANISTI, SALVINI LO CANDIDERA' A CAPO DELLA COMMISSIONE UE?

 

paolo savona

UE: MINISTRO SAVONA, “BISOGNA EUROPEIZZARE IL CAMBIAMENTO”

 (Agenzia Nova) - E’ necessario “europeizzare il cambiamento” o l’alternativa sarà “la deuropeizzazione della conservazione”, ovvero l’Europa “imperfetta” che cerca di mantenere in vita un sistema imperfetto. Lo ha detto oggi alla Stampa estera il ministro degli Affari Europei, Paolo Savona, presentando ai giornalisti il documento “Una politeia per un'Europa diversa, più forte e più equa” recentemente inviato a Bruxelles.

 

PAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

Il documento di 17 pagine è suddiviso in tre parti: l'architettura istituzionale della politica monetaria; l'architettura istituzionale della politica fiscale e la conformazione da questa assunta; le regole della competizione anche in relazione agli aiuti di Stato. Savona ha auspicato che la politica monetaria europea “venga governata da statuti e non dall'abilità di uomo come Mario Draghi (presidente uscente della Banca centrale europea), che ha inventato una soluzione per evitare la crisi dell’euro, ma per cui ci sono volute tre anni”.

 

 

1. SAVONA ALL'UE: "CON IL PILOTA AUTOMATICO SI VA A SBATTERE"

Francesco Bonazzi per Alliance News

 

Senza un maggiore dialogo, a cominciare dal bilancio, l'Europa va a sbattere contro un iceberg e la protesta sovranista si de-europeizza. Paolo Savona, ministro per le Politiche europee, sceglie la sede della Stampa estera in Italia per mettere i puntini sulle "i" sul presunto euroscetticismo suo e del governo.

 

paolo savona col suo libro (2)

"Non sono euroscettico, datemi pure del genio o dell'idiota, ma io non voglio cambiare l'architettura comunitaria", ha detto l'economista sardo che Sergio Mattarella non volle a Via XX Settembre. "I giornali tedeschi dicono che per me è tutto sbagliato", ha proseguito Savona, "ma non è vero".

 

"Ho solo detto e ripeto che l'Ue he ha delle imperfezioni e per questo io chiedo di discutere e la base della discussione, il terreno giusto, è la legge di bilancio". Il ministro ribadisce: "L'assetto deve rimanere quello attuale, ma o riusciamo a discutere del resto, a europeizzare il cambiamento, oppure il conservatorismo e il sovranismo, che in ogni paese ha caratteri diversi, temo che porti al fatto che ognuno si terrà i propri difetti".

 

Savona ha respinto anche l'accusa per il governo Conte di usare "metodi degli anni Ottanta", ovvero più inflazione e debito, per crescere, violando le promesse dell'Italia al tempo di Maastricht e di Ciampi: "Con una politica monetaria ormai cautelativa e un commercio internazionale in difficoltà, l'Ue tiene il pilota automatico e se non cambia direzione va a sbattere contro l'iceberg pur di confermare il pilota automatico".

 

 

2. SAVONA, "NON ABBIAMO ALCUNA ULTIMA SPIAGGIA DA SPREAD O ALTRO"

Francesco Bonazzi per Alliance News

 

DRAGHI TRIA

 Paolo Savona smentisce che lo spread in rialzo e i dazi possano peggiorare il quadro dell'economia italiana in misura tale da costringere il suo governo a rivedere le stime e i piani annessi al Def.

 

A una domanda diretta di un cronista, il ministro delle Politiche europee ha chiarito che l'annunciata revisione trimestrale del quadro economico (primo appuntamento a fine anno) non vuol dire che ci siano particolari paure perché "le nostre stime di crescita sono cautelative" e il nostro Def "non mina la stabilità finanziaria di nessuno e non siamo all'ultima spiaggia".

 

Savona ha aggiunto che "il nostro piano è prudente e ben organizzato" e che "non ci sono difficoltà nell'economia italiana perché il nostro surplus commerciale è stabilmente forte e produrrà nel prossimo triennio EUR160 miliardi di surplus di risparmio privato non utilizzato". Risparmio che "ovviamente non verrà sequestrato", ma che "spingeremo le aziende a usare in patria".

draghi merkel

 

Poi un riferimento non banale alla prossima scadenza di Francoforte: "Preferisco che la Bce sia governata da istituzioni e non dall'abilità di un singolo uomo come Mario Draghi, che è stato fondamentale".

 

Quanto alle aspre polemiche sul Def, Savona ha detto che la "colpa" delle reazioni anche forti di Matteo Salvini e Luigi Di Maio è di Bruxelles che "non ha letto il documento, ma appena ha visto il 2,4% sul deficit si è inalberata".

 

 

3. SALVINI RAFFORZA L'ASSE CON LE PEN

Adnkronos

 

"Questo non è un incontro elettorale". Non è servita a molto la premessa che Matteo Salvini ha fatto, iniziando a parlare nella sede dell'Ugl, di fronte alla ex roccaforte del Pci di via delle Botteghe Oscure, nel centro di Roma. Il leader della Lega, con al fianco Marine Le Pen, capo dell'ex Front National, ora Rassemblement National, non ha potuto tenere le carte coperte più di tanto, perché il tema, ormai, è il voto del prossimo maggio per la Ue.

 

MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN

"Io sono autonomista e sovranista, non posso imporre una lista comune in paesi diversi". Ma per Salvini, quello del governo dell'Europa ("dopo le vittorie ci ritroveremo a Bruxelles") è la partita più importante, su cui passa anche la tenuta del governo gialloverde, vista la tensione attuale tra Roma e la Ue. I nodi da sciogliere sono tanti: intanto perché candidati 'autonomisti' e 'sovranisti' - dall'Ungheria alla Svezia, alla Germania trovano posto in famiglie europee diverse - popolari, liberali e euroscettici. E tirare fuori un nome comune per guidare la nuova Ue, quella che per Salvini nascerà alla "fine di una rivoluzione di buon senso che inevitabilmente sta percorrendo l'Europa e non solo", non è compito facile.

 

Salvini ribadisce la linea comune con l'alleata francese: "Lavoriamo" da tempo "a un progetto comune dell'Europa futura", ha spiegato, mentre la leader della destra francese annuiva. "Questo Fronte della libertà lavorerà per avere un progetto comune, un'idea di futuro comune" che valga per "i prossimi 30 anni" un lavoro da fare "se possibile, anche con candidati comuni, ma lasciando la libertà ai singoli Paesi, popoli e governi". "Il capo dei sovranisti italiani è ormai riconosciuto come capo dell'alleanza a livello europeo - sottolineano a fine incontro fonti del Carroccio a Bruxelles - l'incontro con la Le Pen, che arriva a Roma, ne è la plastica dimostrazione".

MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN

 

Un riconoscimento perché "è ormai lui il punto di riferimento europeo, come riconoscono in tanti anche a Bruxelles". Che spinge qualcuno ad affermare come "sia matura l'ipotesi di provare a tirare fuori un nome italiano per la candidatura 'sovranista' a Bruxelles".

 

Tra i profili valutati positivamente, spiegano le stessi fonti Ue "ci sarebbe di sicuro Jimmie Akesson" il giovane leader dei democratici svedesi, che ha appena raccolto il 18% dei consensi in una delle patrie europee della socialdemocrazia. Ma "un nome come quello di Paolo Savona, attuale ministro del governo gialloverde italiano potrebbe essere spendibile se le urne determineranno una svolta netta in senso populista".

 

salvini wilders le pen petri

"L'unica esclusione che faccio a priori è con i socialisti", ha ancora detto oggi Salvini, parlando delle alleanze dopo il voto per decidere i posti di comando. Che ha concluso il suo intervento con l'invito al partito popolare europeo, in vista del congresso del prossimo novembre, a prendere le distanze dalla sinistra. Poi il pranzo con la Le Pen, per proseguire il discorso, in vista del voto di fine maggio.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)