CHI SI RITIRA DALLA FLOTTA È UN GRAN FIJO DE NA MIGNOTTA - LA COSTA CROCIERE HA GIÀ CANCELLATO LA CONCORDIA DAL SUO SITO INTERNET - GLI ESPERTI OLANDESI INGAGGIATI PER METTERE IN SICUREZZA IL RELITTO STANNO CERCANDO DI RADDRIZZARLO IN TUTTI I MODI PER EVITARE DI DEMOLIRLO SUL POSTO (POTREBBERO VOLERCI SEI MESI E BEN OLTRE 50 MILIONI DI EURO) - IL MINISTRO ALL'AMBIENTE CLINI: “LA PRIORITÀ DELLE PRIORITÀ È EVITARE CHE ESCA IL CARBURANTE E SI CONFIGURI UN DISASTRO AMBIENTALE”...

1 - RIMORCHIATA O FATTA A PEZZI, I 2 SCENARI
Giovanna Cavalli per il "Corriere della Sera"

Per quel che resta della Concordia il destino è segnato. Terminate le operazioni di soccorso, svuotate le cisterne del carburante, la gigantesca nave da crociera dovrà comunque andarsene da lì. Con le buone: ovvero rimessa a galla e trascinata via da un rimorchiatore. O con le cattive: tagliata a pezzi sul posto e portata a rottamare in acciaieria.

Si farà il possibile per evitare la soluzione più drastica, anche perché sarebbe molto più lunga, complessa e costosa. Molto meglio riportare la Concordia in galleggiamento, anche se non è affatto semplice, per un gigante lungo 293 metri e di quasi 115 mila tonnellate. La falla che si è aperta nello scafo, tranciato dagli scogli dell'Isola del Giglio, è lunga circa 70 metri, con le rocce incastrate dentro. Occorre valutare se lo squarcio si può riparare. Poi si può procedere.

«Come prima cosa si taglia via la parte danneggiata» spiega Max Iguera, uno dei soci della Cambiaso-Risso di Genova che dal 1952 è il rappresentante italiano della Smit, la società olandese specializzata in salvataggi in mare (recuperò il sottomarino Kursk), fondata a Rotterdam 170 anni fa, già incaricata delle operazioni di recupero del bunker fuel, il serbatoio del carburante, e che quasi certamente proseguirà l'opera. «Vengono usate delle fiamme ossidriche subacquee alimentate da ossigeno e acetilene in pressione».

La lamiera del fondo è spessa circa 3 centimetri. «Sembra poco, ma già 2 sono a prova di bazooka». Il guscio è tenuto insieme da una rete di paratie verticali e longitudinali che compongono lo scheletro. Si andrà a tagliare in modo da lasciare una parte piana a cui verrà saldata la colossale toppa. «In caso di piccole aggiunte basta procurarsi un pezzo della giusta dimensione» continua Iguera. «Quando, come in questo caso, il buco è troppo esteso - è poco più piccolo di un campo di calcio - si devono riprodurre anche le caratteristiche specifiche, di galleggiamento o di zavorra».

Non si tratterà di una lamiera unica, ma di una specie di puzzle. I pezzi vengono caricati sopra chiatte galleggianti, larghe una settantina di metri, su cui stazionano le gru cingolate. Alla saldatura provvedono i sommozzatori. Quindi si passa alla parte più delicata: rialzare l'imbarcazione. Per la Concordia non è affatto detto che ci si riesca. «Una nave da crociera non è facile da raddrizzare perché è costruita con poca parte immersa e molta emersa» avverte Dirk Jan Osinga, il salvage master della Smit. La proporzione è circa di 12 metri a 60. Una parte superiore ora allagata. «È presto per fare previsioni. Soltanto per svuotare le cisterne ci vorranno 3 settimane».

Chiusa la falla, si comincia a svuotare lo scafo con le pompe poste sulle chiatte e alimentate dai generatori. Ciascuna ha la capacità di risucchiare anche 4 mila metri cubi d'acqua all'ora. In contemporanea si tira su la nave. Che però, alleggerita, cambia continuamente posizione. «Non credo che per la Concordia bastino i rimorchiatori, che potranno invece aiutare a girarne la prua o a mantenerla ferma», dice Iguera. «Ci sarà bisogno di argani idraulici, simili a un rocchetto di filo, o a pistoni, che come un braccio si muovono in orizzontale, a cui vanno attaccati i cavi».

Per l'operazione serviranno dalle 50 alle 100 persone, mentre la marine spread (ovvero lo spiegamento di mezzi) consisterà di almeno 2 chiatte, 5 rimorchiatori e le attrezzature. Tempi previsti: da 1 a 6 mesi. Tra la variabili che più influiscono le difficoltà tecniche e le condizioni meteo.

La Concordia verrà quindi portata in officina. Probabilmente alla Fincantieri di Palermo, dove fu costruita. Un viaggio di tre giorni. O mandata a morire su una spiaggia dell'India, del Pakistan o Bangladesh, dove si trovano i cantieri di demolizione. La nave viene spinta a tutta velocità da due rimorchiatori, uno per lato, che a pochi metri dalla riva la sganciano mandandola a naufragare sulla sabbia. Saranno la Costa e soprattutto gli assicuratori a decidere se salvare la Concordia.

«Il nostro obbiettivo è portarla via di qui tutta d'un pezzo» scrive Dirk Osinga via sms. Nel malaugurato caso contrario, la Concordia, declassata a rottame, verrà tagliata a pezzi nelle acque protette dell'Arcipelago Toscano. L'operazione viene eseguita con l'aiuto di due rimorchiatori che tendono un cavo diamantato e seghettato, passandolo sotto lo scafo e tirandolo verso l'alto. La «fetta» di nave viene sollevata dalle gru e depositata sui pontoni.

«Le sezioni vanno studiate con accortezza, considerandone dimensioni e peso» precisa Max Iguera. «Considerato che le gru hanno una portata dalle 500 alle 3 mila tonnellate, per la Concordia potrebbero volerci anche 100 sollevamenti». I pezzi poi verrebbero avviati alle fonderie qui in Italia. Impresa costosissima. Lunga un anno. Nel caso della Tricolor, cargo che trasportava 3 mila auto, affondato nella Manica e recuperato dalla Smit nel 2002, segarla costò circa 50 milioni di euro. E pesava meno della metà.

2 - IL SITO DELLA COMPAGNIA HA GIÀ AFFONDATO LA CONCORDIA
Fabrizio Graffione per "il Giornale"

Un paio di settimane per aspirare 2400 tonnellate di carburante, salvare il Giglio ed evitare il disastro ambientale. Incrociando le dita nella speranza che il mare rimanga calmo. Poi la Costa Concordia non tornerà più a galla. Probabilmente non sarà disincagliata, ma sarà fatta a pezzi, perché in questo modo rimozione e demolizione costano di meno. Tecnicamente ormai è un relitto. Costa Crociere, infatti, ha già ufficialmente «affondato» il suo gioiello, al punto che ieri, sul sito online della compagnia di navigazione, la Concordia era stata cancellata dall'elenco delle navi.

La Capitaneria di porto di Livorno, inoltre, ha inviato una diffida formale a Costa «per la messa in sicurezza e la rimozione» del relitto, compatibilmente con le operazioni di ricerca e di soccorso dei dispersi. In tal senso, la società genovese Cambiaso Risso Service, ingaggiata da Costa, ha prontamente contattato gli esperti dell'olandese Smit International Group, che si sono recati immediatamente nell'isola toscana.

Si tratta di un nucleo super specializzato, fra ingegneri navali, sommozzatori e tecnici, che ha operato anche durante il disastro della petroliera Haven nel 1991 e sul sottomarino nucleare Kursk, affondato nel 2000. Per aspirare il combustibile viene utilizzata la tecnica hot tapping, che permette di forare lo scafo in sicurezza e, contemporaneamente, di aspirare il contenuto dei serbatoi anche in profondità. Insieme al team di emergenza di Rotterdam, lavorano pure gli esperti dei rimorchiatori di Livorno, con la supervisione dei vigili del fuoco e della capitaneria. Il carburante sarà portato a terra e smaltito secondo le procedure standard internazionali.

«Per il momento la situazione è sotto controllo - dice l'esperto del ministero per l'Ambiente, Lorenzo Barone - per eventuali operazioni di emergenza i tempi sarebbero comunque brevi. Quattro ore per circoscrivere l'area con le panne e poi altre 24 ore per ripulire l'olio combustibile con gli skimmer. I nostri mezzi sono in stand by. Sono le navi d'altura e costiere Tirreno, Tito, Ievoleco ed Eco-Giglio».

A Porto Santo Stefano e al Giglio sono pronti 900 metri di panne di contenimento, più altri 300 metri di panne d'altura (efficaci in caso di mare mosso). Ulteriori 600 metri sono stoccati e pronti per essere inviati dai magazzini dei porti di Genova e Napoli. Sono disponibili altri due mezzi antinquinamento a Piombino e Gaeta.

Il battello Tirreno, inoltre, è dotato di un sofisticato sistema radar e visione in grado di individuare immediatamente eventuali fuoriuscite di carburante, anche durante l'orario notturno. «Stiamo lavorando ininterrottamente - ha detto il ministro all'Ambiente Corrado Clini - anche senza copertura economica e più per un impegno di volontariato, che per strutture ordinarie. Prima di tutto c'è la salvezza delle vite umane, ma poi la priorità delle priorità è evitare che esca il carburante e si configuri anche un disastro ambientale».

 

COSTA CONCORDIA MALTEMPO AL GIGLIO jpegCOSTA CONCORDIA MALTEMPO AL GIGLIO jpegCOSTA CONCORDIA MALTEMPO AL GIGLIO jpegCOSTA CONCORDIA MALTEMPO AL GIGLIO jpegCOSTA CONCORDIA MALTEMPO AL GIGLIO jpeg

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)