tria mps monte paschi

VA TUTTO A MONTE – COSA POTREBBE SUCCEDERE A MPS SE LO SPREAD VELEGGIASSE SUI 400 PUNTI BASE? LA POSSIBILITÀ CHE DEBBA AVVIARE UN AUMENTO DI CAPITALE DA 500 MILIONI NON È CAMPATA IN ARIA. E TOCCHEREBBE AL TESORO (CHE È AZIONISTA AL 70%) METTERE MANO AL PORTAFOGLIO – PRONTO UN BOND SUBORDINATO DA 200 MILIONI CON UN TASSO DI INTERESSE A DOPPIA CIFRA - E DOMANI TOCCA A STANDARD & POOR'S....

Claudio Antonelli per “la Verità”

 

giovanni tria a porta a porta 3

Ieri, come al solito in differita rispetto al resto del governo, ha parlato il ministro dell' Economia, Giovanni Tria. Ha fatto sapere che «lo spread a 320 punti rispetto al bund non potrà essere sopportato troppo a lungo». Facendo eco a quanto dichiarato l' altra sera il numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti: «con lo spread a 400 molte banche dovranno ricapitalizzarsi».

 

Il tallone d' Achille della manovra è tutto qui. Non solo perché domani è atteso il responso di Standard & Poor' s, la seconda agenzia di rating dopo il parere negativo (ma con outlook stabile) di Moody' s, ma anche per via del fatto che la settimana prossima si pronuncerà la Bce.

 

«Ci saranno gli stress test nel prossimo mese: le banche dovranno registrare il livello di capitale, lì si vedrà la situazione e lì vedremo come intervenire», ha aggiunto Tria, rispondendo a una domanda nel corso di Porta a Porta, su quanto a lungo il sistema possa sostenere lo spread ai livelli attuali. «Il problema», ha sottolineato, «è l' incertezza politica, cioè dove l' attuale governo vuole andare a finire, incertezza che porta a ribadire che nessuno mette in discussione l' euro».

 

MONTE DEI PASCHI

Secondo il ministro «bisognerebbe cominciare a capire quale è una politica corretta in questo momento, invece che domandarsi se dobbiamo o no ridurre il deficit che abbiamo programmato». Rispondendo alle domande di Vespa, Tria ha riconosciuto che la bocciatura della manovra italiana è la prima «da quando esiste l' accordo intergovernativo denominato fiscal compact», ma prima le regole «molto spesso sono state violate», prima da Germania e Francia poi ci sono state le procedure di infrazione a Italia e Francia.

 

L'ANDAMENTO DEL TITOLO MPS IN 12 MESI

«Credo che la Commissione dovrebbe anche spiegare meglio perché boccia una manovra». È chiaro che metà del governo si aspetta una nuova bufera sulle banche. Basti immaginare che cosa potrà succedere a Mps in caso di spread che veleggiasse sui 400 punti base.

 

La possibilità che debba avviare un aumento di capitale da 500 milioni non è per nulla campata in aria. Toccherebbe in gran parte al Tesoro che è azionista quasi al 70% mettere mano al portafoglio, ma ciò che probabilmente sta inquietando i vertici dell' istituto è la difficoltà di remunerarsi sul mercato del debito. Una indiscrezione del Sole 24 Ore non smentita racconta che l' istituto senese sarebbe pronto a emettere un bond subordinato da 200 milioni. Il tasso d' interesse sarebbe a doppia cifra. Tantissimo se si immagina che sono valori più vicini al Venezuela. In Italia solo Manutencoop prima della riorganizzazione pagava così tanto.

 

MONTE DEI PASCHI

Nemmeno Astaldi, il cui bond da 700 milioni, oggi a grave rischio, pagava più del 7,3%. Insomma, il Tesoro in piena battaglia con l' Europa avrà enormi difficoltà a sostenere interventi straordinari per sé (Mps) o su un' altra banca come Carige, anch' essa in difficoltà e in attesa di un importante parere della Bce. Quest' ultima ha in cantiere un ulteriore appuntamento che inevitabilmente rifletterà sfumature politiche.

 

«C' è un rischio Italia che incombe sul ricalcolo del capital key da parte della Bce», scriveva ieri il Financial Times. La Bce procederà infatti a novembre al ricalcolo del criterio adottato dall' istituto di Francoforte per acquistare attraverso il Qe i debiti sovrani dei Paesi membri in proporzione alla quota che ogni Paese detiene nell' azionariato della Bce stessa.

MARIO DRAGHI

 

Il presidente Mario Draghi ha più volte assicurato che la Bce procede agli acquisti dei titoli del debito pubblico con «una flessibilità» sufficiente, intervenendo sul mercato secondario in modo selettivo. In tal modo l' istituto di Francoforte ha potuto effettuare massicci acquisti di titoli del debito italiano, evitando pericolosi surriscaldamenti dello spread. Tuttavia, come nota il Financial Times nella sua analisi, «il mese prossimo la Bce aggiornerà tale calcolo per la prima volta in cinque anni», il che rappresenta per la Banca centrale «una decisione difficile in un momento in cui i rapporti tra Roma e Bruxelles sono tesi», ha concluso il quotidiano della City.

 

monte-dei-paschi-di-siena-sede

Si comincerà a capire l' aria che tira già da domani. Ieri sera si è svolta la consueta riunione dei governatori delle banche centrali. La prova di forza irrompe in un' agenda già molto densa. E l' irruzione di una nuova potenziale crisi arriva nel momento peggiore, con una congiuntura europea che peggiora, i mercati che vacillano e la Bce deve fare i conti con l' impatto di Brexit e guerra dei dazi.

 

Draghi mai avrebbe voluto che questa fine di 2018 vedesse un simile ingorgo di problematiche. Doveva essere il momento del completamento dell' Unione bancaria, ora a rischio, e dell' uscita dalle misure di emergenza monetaria, dal quantitative easing ai maxiprestiti alle banche. Lo spread ieri sopra 320 costringerà i governatori, che già ieri si sono confrontati a cena, a fare il punto. Draghi, nella conferenza stampa di giovedì prossimo, sarà chiamato a confermare, o meno, la sua recente valutazione secondo cui dall' Italia non c' è contagio.

GIUSEPPE CONTE PAOLO SAVONA

 

Tanto più ora che persino il ministro degli Affari europei Paolo Savona evoca un contagio chiedendo la protezione della Bce. Mentre Tria si è limitato a smentire una eventuale patrimoniale «perché deprime il mercato», senza aggiungere una strategia in caso di ricapitalizzazioni bancarie. Soprattutto di Mps.

tria moscovici 4TRIA E MOSCOVICI

 

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...