SUV CON LA VITA, CI PENSA MARPIONNE! - NEL MOLLARE LA CONFINDUSTRIA PER BOICOTTARE GLI ACCORDI COI SINDACATI, L’IMPULLOVERATO HA PERÒ SNOCCIOLATO UN GRANDE ANNUNCIO: “FAREMO IL FUORISTRADA A MIRAFIORI!” - PICCOLO DETTAGLIO: LO STESSO ANNUNCIO È STATO FATTO UN ANNO FA. E IL SUV DOVEVA GIÀ ESSERE IN PRODUZIONE - INVECE USCIRÀ DALLA FABBRICA (FORSE) NELLA SECONDA METÀ DEL 2013. E INTANTO A MIRAFIORI CHE FARANNO, ANDRANNO IN VACANZA CON YACHT ELKANN?...

Vittorio Malagutti per il "Fatto quotidiano"

Bye bye Emma. La Fiat se ne va dalla Confindustria guidata da Emma Marcegaglia e da gennaio balla da sola. Sergio Marchionne non ha digerito l'intesa del 28 giugno tra l'associazione degli industriali e i principali sindacati. Quell'accordo, ratificato il 21 settembre, di fatto neutralizza gli effetti dell'articolo 8 dell'ultima manovra finanziaria del governo.

Ovvero la norma che concede alle aziende maggiori possibilità di ricorrere a licenziamenti in deroga all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. "Si rischia di snaturare l'impianto previsto dalla nuova legge e di limitare fortemente la flessibilità gestionale", scrive Marchionne in una lettera aperta alla Marcegaglia in cui spiega le ragioni dell'addio.

Questa però non è l'unica novità di giornata. Ieri il capo di Fiat ha pensato bene di accompagnare la conferma dello strappo a Confindustria con l'ennesimo annuncio sul futuro di Mirafiori. Dallo stabilimento torinese uscirà un suv con il marchio Jeep. Niente di nuovo, a ben guardare. Già un anno fa il Lingotto aveva promesso di investire un miliardo su Mirafiori per iniziare la produzione di un suv. In cambio però Marchionne pretendeva mano libera nell'organizzazione del lavoro.

Detto, fatto. Il gran capo del Lingotto ha vinto il referendum tra i lavoratori. Poi il governo gli ha confezionato una norma su misura (il già citato articolo 8) per gestire senza problemi la riorganizzazione. E visto che Confindustria non si è allineata, Marchionne non ha esitato a tagliare i ponti anche con la Marcegaglia. Risultato finale: del miliardo di investimenti non c'è traccia. Tantomeno del suv. E intanto Mirafiori è ormai ridotta ai minimi termini. I modelli fin qui prodotti a Torino non possono certo assicurare un futuro allo stabilimento.

L'Alfa Mito vende molto meno del previsto, mentre Idea e Musa stanno per uscire di produzione. E adesso Marchionne, dopo aver ottenuto tutto quanto chiedeva non sa fare di meglio che riproporre gli annunci di dodici mesi fa. Anzi, peggio. Perché nella prima versione del piano la produzione del suv sarebbe dovuta cominciare "nel terzo- quarto trimestre del 2012". Il comunicato di Fiat diffuso ieri spiega invece che per vedere il primo modello del nuovo bisonte della strada prodotto bisognerà aspettare la seconda metà del 2013.

Tutto come prima, insomma. Con la differenza sostanziale che l'orizzonte temporale del progetto è stato posticipato di un altro anno. Marchionne d'altra parte si guarda bene dal fornire spiegazioni su altre questioni fondamentali. Del tipo: come tirerà avanti Mirafiori fino alla seconda metà del 2013?

Il manager cresciuto in Canada può anche tentare di spacciare l'annuncio di ieri come una novità positiva. Un mese fa lo stesso progetto suv sembrava tornato in discussione. Problemi di mercato. Con una nuova recessione in vista diventa ancora più difficile piazzare modelli tanto costosi. Si era parlato anche di puntare tutto su una nuova city car. Tra l'altro gli analisti non riuscivano bene a capire quali fossero i vantaggi di importare in Italia una piattaforma produttiva sviluppata negli Usa per poi oltre la metà della produzione ancora oltre Atlantico.

Invece no. Altro giro, altra corsa. Marchionne mischia ancora le carte e adesso dice che tutto resta come prima. Il ministro Maurizio Sacconi ne approfitta per fare un po' di propaganda a buon mercato. "La notizia di oggi sono gli investimenti di Fiat. Investimenti importanti in Italia in un momento difficile come questo", dice Sacconi, un ministro ormai abituato a festeggiare annunci di Marchionne che non si traducono in fatti concreti.

Molto concreti, purtroppo, sono invece i dati sulle vendite di auto in Italia, che in settembre sono calate di un altro 5,7 per cento. Da gennaio le immatricolazioni si sono ridotte dell'11,3 per cento rispetto al 2010. È il peggior risultato dal 1996. E Fiat, che in settembre è riuscita conservare una quota del 29,7 per cento vicina a quella del mese precedente, va peggio del mercato nel suo complesso. I marchi del gruppo torinese nel corso del 2011 hanno venduto il 14 per cento in meno rispetto al 2010. E Marchionne annuncia il suv. Con calma. Tra due anni. Forse.

 

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