LUNGO LA TIBURTINA, SLOTTEGGIANDO LAS VEGAS DEI POVERACCI

Walter Siti per "la Repubblica"

«No, nun te credere ch'è riciclaggio... ce dev'esse ‘n giro d'egiziani... ‘o capisco da ‘e ragazze, so' ‘e stesse... fanno ‘e cameriere ‘n pizzeria e n'antro giorno ‘e ritrovi qua a ‘e macchinine... quelli se so' creati ‘na fortuna co' er ristorante de San Giovanni, e mo' cercano da reinvestì...». Fabietto, il mio provvisorio Virgilio in questo giro per la Tiburtina, non dà peso agli allarmi sulla presenza della malavita organizzata, scommette piuttosto sull'invasione degli immigrati.

Che l'Egitto c'entri qualcosa sembrerebbe confermato dal bar di fronte, anch'esso con la sua piccola dotazione di slot: si chiama nientemeno che Cleopatra. Siamo al Las Vegas, una delle sale giochi, o casinò automatizzati, che si stanno pian piano disseminando lungo la consolare; involucro di alluminio anodizzato, tutto nero e rosso, con tante luci e un poker d'assi gigantografato all'ingresso. Per arrivare qui (a un paio di chilometri dal ponte sulla ferrovia, zona Casal Bruciato più o meno) di posti simili ne abbiamo già incontrati due: il Terry Bell e il Manhattan. Ma erano più modesti, cupi e con un odore di chiuso, il classico odore di disinfettante che si sente nei pornoshop, sedie girevoli di pelle e un solo gestore alla cassa.

Qui al Las Vegas l'investimento è stato maggiore, alla cassa c'è una cagliaritana mora e carina che assorbe le attenzioni di Fabietto; ci spiega che le ragazze sono in tutto una decina e che fanno i turni perché la sala è sempre aperta (dice orgogliosa «acca ventiquattro ») e che due volte al giorno passano con dei piattoni di pasta gratuiti per i giocatori; anche ora, saranno le sei e mezza di sera, ce n'è una che gira con un vassoio di panini e vol-au vent. La clientela è scarsa: qualche giostraio sbrancato («‘na volta erano i zingari, mo' se deve da dì rom», così Fabietto), due o tre maghrebini affaticati, una coppia italiana di mezz'età che spinge i pulsanti senza dirsi una parola.

La mattina vengono gli studenti che fanno sega a scuola, il movimento vero c'è di notte. Oltre alle slot che abbiamo visto negli altri due, qui c'è una roulette automatica con limite di vincita a duecento euro e la voce registrata di un croupier che traduce malamente dal francese («non va più») - e c'è anche una consolle dove più tardi si installerà il dee-jay.
Poco più avanti si trova il Royale, che si vanta di essere il primo; razionale, sobrio nell'arredamento anzi astratto, così geometrico e asettico che assomiglia ai locali che si vedevano su Second Life.

Ci meravigliamo che sia semivuoto il venerdì e il gestore si giustifica che è ora di cena, e in ogni caso il loro è un target medio-alto, c'è gente che ci perde anche due-tremila euro per volta. «Ha telefonato tu' madre, te stava a cercà», grida a un ragazzo che tanto medio- alto non sembra; poi si butta a lamentarsi che le macchine restituiscono per legge circa il novanta per cento di quello che inghiottono, del restante dieci lo Stato se ne piglia più della metà, e sul meno di cinque ci deve pagare il comodato d'uso - a lui resta un misero due, due e mezzo.

Con le semplici slot a monetine non si guadagna quasi niente, va un po' meglio con le Vlt, le video lottery che accettano banconote e carte prepagate, consentono vincite (o perdite) fino a cinquemila euro e col jackpot cumulativo nazionale fissato da un server remoto promettono un colpaccio da due o trecentomila. "264, 460" lampeggia infatti a intermittenza al centro della parete. Un mese fa uno ha vinto diciottomila euro (ma è diventato leggenda, tutte le sale sostengono che è successo da loro). «Ecco, ecco uno di quelli che giocano forte», indica sollevato il gestore all'entrare di un vecchietto pelato, giacca antiquata pied-de-poule; si specchia al vetro della roulette, pigia svogliato un nero
pair et manque, perde subito due euro e se ne va.

Per arginare lo sconforto e il senso di squallore invito Fabietto a cena in una trattoria di pesce; dopo proseguiamo verso l'incrocio col raccordo anulare, dove si favoleggia del nuovo Dubai Palace, il più grande e il più fornito. Arrivando troviamo in effetti un mare di auto, un parcheggio sotterraneo enorme e ben sorvegliato - e una struttura imponente, tutta illuminata d'oro, con lettering arabeggiante e il logo ossessivamente ripetuto della Palma, la famosa penisola artificiale di Dubai.

Qui ai grandi saloni delle slot e alla zona roulette si aggiunge la sala bingo, più un'ala dedicata alle scommesse sportive (calcio internazionale e cavalli); c'è un ampio ristorante con una piattaforma per musica dal vivo, cabaret, sfilate di moda ("eventroom", la settimana scorsa un concorso di miss over Cinquanta).

Schermi televisivi ovunque, più decorativi che funzionali. «Intrattenimento integrato» ci soffia all'orecchio uno dei proprietari e comincia ad affabulare la propria visione del mondo: era un imprenditore (rimane sul vago, «difesa, telecomunicazioni, biomedicale»), ma adesso nell'industria non ci crede più; al tempo degli scatoloni alla Lehman Brothers se ne andò in Cina e lì si è convinto che l'Europa è destinata a diventare un continente di camerieri - il futuro sta nel business del divertimento.

Gli piacerebbe una sala per il texas hold'em e una roulette coi croupier in carne e ossa, ma per quello non ha la licenza; ci mostra dei cartelli (a dire il vero quasi invisibili) con avvertenze sui rischi del gioco d'azzardo, assicura di essere in contatto con un ludopata a cui affidare i casi più pietosi di dipendenza.

Via di nuovo verso l'ultima creatura del gruppo, il Dubai Due dalle parti di Settecamini; qui il parcheggio è ancora in costruzione, troviamo posto per puro bucio, perché uno sta uscendo, è già mezzanotte. Ma traccheggia, non si decide, sicché scendiamo a sollecitare; il guidatore grasso, sulla cinquantina, ha mollato il volante e tiene le mani tra le cosce di una ragazza orientale - non voglio pensar male, magari è la fidanzata (ma Fabietto scettico "si je sganci ‘na piotta quella se fidanza pure co' tte").

La solita decorazione moresca, all'ingresso una tabaccheria coi peluche e gli ovetti kinder; più che un nido del vizio sembra un autogrill. Tra i tavoli del ristorante (menù pizza quindici euro compresa bevanda), sotto gli occhi famelici di pochi e la stanca distrazione di molti, si esibiscono "Les jeux sont faits": tre ballerine e un ballerino che hanno perso da tempo la speranza di essere ammirati.

Per il venerdì successivo è annunciata l'esibizione di Khaled Jackson "uno dei sette sosia ufficiali di Michael al mondo". Forse alle tre o alle quattro del mattino l'atmosfera si farà losca, forse accadrà qualcosa di interessante; non ce la faccio ad aspettare, usciamo e non entriamo al Black Jack Café che sta quasi di fronte. Leggiamo solo un cartello sulla porta, "vietato stare in piedi dietro ai giocatori".

Perché le slot non dipendono dall'abilità, ma solo dal caso, e se la macchinetta è stata troppo avara è più facile statisticamente che poi gratifichi il nuovo arrivato, come i numeri in ritardo alle ruote del lotto. In questo pellegrinaggio che dura da sette ore, quel che mi ha colpito di più non è la trasformazione (segno dei tempi) della progettata ottimistica Tiburtina Valley, polo dell'informatica e dell'innovazione tecnologica, in una deprimente "game valley" di locali che si installano dove stanno chiudendo le falegnamerie, i blockbuster o la Alenia.

Non è nemmeno la percezione acuta della crisi, che porta i più disperati ad affidarsi alla sorte, come se un'intera strada potesse funzionare da spropositato gratta e vinci. A colpirmi è stata la sottrazione di responsabilità: i videogame che prevedono un po' d'azione da parte dei giocatori sono spariti e nelle stesse slot c'è un pulsante "auto" che ti esime dal tirare la leva o spingere i bottoni.

Puoi stare a braccia conserte, per minuti e minuti, a fissare catatonico un display che fa tutto da solo; ti spara negli occhi cactus e piramidi, dollari vampiri e prugne, e numeretti che girano. Perfino al bingo, se hai più di sei cartelle e temi di confonderti, puoi affidarti a uno schermo che le controlla per te e ti avverte squillando se hai completato la cinquina. Un popolo di zombie, di zombie gentili che se chiedi qualche informazione ti rispondono riconoscenti: non è ludopatia, è noia, vuoto e rassegnazione.

Uomini soli, di tutte le etnie e di tutte le età; coppie di donne anziane che non sanno dove altro passare la serata; famiglie che assistono alla fortuna o sfortuna di papà; giovani innamorati senza fantasia che si baciano quando si illumina una combinazione. Non solo borgatari, direi, né tantomeno solo trasgressivi o disposti ad avventure illegali. Qui c'è l'Italia che Pasolini cantava nelle Ceneri di Gramsci, ma devitalizzata e privata di identità. Tra un casinò e l'altro, la Tiburtina notturna coi suoi sventramenti, la sua edilizia demente e corrotta, i vetri in frantumi dei negozi alla deriva e delle fabbriche dismesse.

 

tiburtina las vegas tiburtina dubai palace slot machines e casino sulla tiburtina jpegtiburtina valley casino Taglio della torta Pubblico area VIP

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO