piano ges 2

MOSCA, CALMA E GES! UNA CATTEDRALE DI LUCE NEL CUORE DELLA CAPITALE RUSSA: NELL'AUTUNNO 2020 INAUGURA GES 2, IL NUOVO CENTRO DELL'ARTE CONTEMPORANEA FIRMATO RENZO PIANO - ITALIANO SARÀ IL DIRETTORE ARTISTICO, FRANCESCO MANACORDA, GIÀ A CAPO DELLA TATE DI LIVERPOOL. È FORSE LA SFIDA CHE SI AVVICINA DI PIÙ A QUELLA CHE PIANO AFFRONTÒ DA GIOVANE RIBELLE ASSIEME A RICHARD ROGERS, AGLI INIZI DEGLI ANNI '70, CON IL CENTRE POMPIDOU.

Francesco Bonami per “la Repubblica”

 

ges 2

Da due luoghi comuni della società russa, la vodka e il gas, nasce un luogo fuori dal comune, anzi straordinario: Ges 2, una vecchia centrale di gas del 1907 e una distilleria di vodka trasformate in qualcosa che, per semplificare, potremmo chiamare centro per le arti e la cultura. Una fabbrica di idee, di domande - prime fra tutte: ma che cosa è, è stata e sarà questa benedetta cosa chiamata arte? - e possibilmente anche di risposte. Di questi tempi, se si mettono assieme le parole "Russia" e "Italia", esce fuori Salvini. Ma è una "fake view", un falso punto di vista. Infatti, Ges 2 è la dimostrazione che le due parole assieme possono generare qualcosa di molto luminoso, molto solare.

 

renzo piano (1)

Russo è Leonid Mikhelson, che con la sua azienda Novatek, produttrice di gas liquido, è uno degli uomini più ricchi di Russia. Italiano è Renzo Piano, l' architetto chiamato a immaginare questa cattedrale di luce in mezzo all' isola Balchung nel centro di Mosca, a due passi dal Cremlino, di cui molti edifici furono disegnati nel 1479 da Aristotele Fioravanti.

 

Ci sono voluti 540 anni prima che un altro architetto italiano fosse chiamato a disegnare un edificio così importante da un punto di vista urbanistico. Un edificio che non sarà certo il cuore del potere politico, ma sicuramente, dall' autunno 2020 quando aprirà, quello del potere culturale contemporaneo di Mosca, che con le sue quattro ciminiere blu saluterà le cupole dorate attorno alla Piazza Rossa.

ges 2- mosca

 

Nonostante Piano e il suo studio RPBW abbiano disegnato più di 35 musei, Ges 2 è forse la sfida che si avvicina di più a quella che Piano affrontò da giovane ribelle assieme a Richard Rogers, agli inizi degli anni Settanta, con il Centre Pompidou.

 

Italiano è Antonio Belvedere, l' architetto che ha trasformato sul campo la visione del maestro "geometra" in uno spazio reale. Italiano è il direttore artistico di Ges 2, Francesco Manacorda, già a capo della Tate di Liverpool. Ma, più che altro, italiana anche se da poco naturalizzata russa, è Teresa Iarocci Mavica, trapiantata in quella che era l' Unione Sovietica dalla metà degli anni Ottanta, e che assieme a Mikhelson, nel 2009, ha creato la Victoria Art Foundation, un' istituzione partita per sostenere la giovane arte russa e ora diventata una potenza nel sistema dell' arte contemporanea.

 

La fondazione porta il nome della figlia primogenita di Mikhelson, ventotto anni, impegnata anche lei a tempo pieno nella costruzione del programma del futuro centro d' arte.

Leonid Mikhelson

Quando Renzo Piano vide per la prima volta la dismessa centrale elettrica, chiese a Mikhelson di comprare anche tutti gli edifici attorno, escluso l' enorme complesso residenziale che troneggia come un massiccio montuoso alla spalle della centrale e che ai tempi dell' Unione Sovietica ospitava 4000 appartamenti per 12 mila apparati della nomenclatura politica. E che con la sua austera storica solidità sembra quasi proteggere la futura cattedrale di vetro dai venti inevitabili di critiche e polemiche che sempre arrivano su grandi progetti che cambiano le abitudini urbane di ogni città.

 

«Che cosa ne vuol fare, signor Piano, degli altri edifici?» chiese incuriosito, più che preoccupato, l' imprenditore committente. «Distruggerli », fu la risposta dell' architetto genovese. Così è stato. Mikhelson ha fatto come ha detto l' architetto.

renzo piano (2)

Spinto da una sana folle filantropia, desideroso di regalare un luogo unico alla città, dove la gente, in particolare i giovani, possano trovare uno spazio per il dialogo e una fabbrica- laboratorio dove costruire la loro nuova identità culturale. A Piano tutto quello spazio serviva per creare il quadrato magico di 142 per 142 metri immaginato nella sua testa dove poter piantare anche un bosco di betulle accanto alla vecchia centrale.

 

La natura al fianco delle idee. Gli alberi crescono, le idee si trasformano. Ges 2 sarà un edificio ecosostenibile alimentato dalla luce del sole e rinfrescato da un sistema ad acqua. Dentro ne succederanno di cotte e di crude, si spera. Da mostre tradizionali a performance improbabili, come quella che l' islandese Ragnar Kjarstansson metterà in scena in tutto, o meglio tutti, gli spazi del centro nell' autunno inaugurale del 2020. Sarà la ricostruzione degli episodi di Santa Barbara , la prima soap opera americana arrivata in Russia dopo il crollo dell' Unione Sovietica, attraverso la quale i russi hanno iniziato a conoscere il capitalismo e l' occidente: 1823 episodi che l' artista islandese proverà a rimettere in scena.

francesco manacorda

 

Un' impresa titanica che riflette le ambizioni di Ges 2. Ambizioni che dovranno far vivere 22 mila metri quadri dei quali una navata centrale di 5000. Una sfida non da poco. Ma, se sarà vinta, questo nuovo centro culturale - anche se la definizione è molto polverosa - potrebbe diventare uno snodo fondamentale dove due culture diverse e complesse, quella asiatica e quella occidentale, potrebbero intrecciarsi, dando vita a un esperimento culturale nuovissimo, anche se complicatissimo.

 

ges 2 - mosca 1

La carriera del "geometra" Piano è tutt' altro che conclusa, ma è tuttavia interessante che, mezzo secolo dopo il Beaubourg, questo ottantaduenne riparta con un progetto che pare la continuazione naturale o il ramo più alto di un albero di progetti il cui seme fu piantato, quasi per sbaglio, e che germogliò quasi per miracolo. Ges 2 è il pronipote del Pompidou. Leonid Mikhelson invece è un misto fra Lorenzo de' Medici e Italo Calvino: potente, visionario, sognatore e leggermente squilibrato. Renzo Piano un Barone Rampante che, una volta salito sull' albero dell' architettura, non è più sceso, potendo da lì guardare il mondo in modo diverso, immaginando quadrati dove pare a lui e che gli altri possono attraversare, ma non vedere. Nel caso di Ges 2, comunque, ogni riferimento al famoso quadrato nero del pittore russo Malevic è puramente casuale. O quasi.

Teresa Iarocci Mavica

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…