francesco milleri gaetano caltagirone luigi lovaglio albergo nagel mediobanca

CHI CONCERTA PIÙ FORTE? – ACCUSATO DI “CONCERTO” CON LA SUA SPALLA MILLERI, CALTAGIRONE REPLICA A MEDIOBANCA RIBALTANDO IL TAVOLO: SAREBBERO PIAZZETTA CUCCIA E GENERALI A METTERE IN ATTO UN’AZIONE CONGIUNTA – “CALTA” SI FA SCUDO DEL BUCO NELL'ACQUA DELLA STESSA ACCUSA MOSSA TRE ANNI FA: ALLORA CONSOB E IVASS NON TROVARONO PROVE DELL'ACCORDO -PER NAGEL, PERO', LE SITUAZIONI SONO DIFFERENTI: LA “SINTONIA” DEL COSTRUTTORE ROMANO CON DELFIN SAREBBE EVIDENTE DAGLI ACQUISTI IN CONTEMPORANEA SU MPS E DALL’OPS LANCIATA DAL “MONTE” A MEDIOBANCA – MORALE DELLA FAVA: LA BATTAGLIA FINANZIARIA PER GENERALI RISCHIA DI FINIRE A CARTE BOLLATE...

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI

1. GENERALI, BOTTA E RISPOSTA TRA MEDIOBANCA E CALTAGIRONE SUL CONCERTO CON DELFIN

Estratto dell’articolo di Francesco Manacorda per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/economia/2025/04/02/news/generali_botta_e_risposta_tra_mediobanca_e_caltagirone_sul_concerto_con_delfin-424100523/

 

Il giorno dopo la notizia delle mosse di Mediobanca e Generali per sottoporre alle autorità di vigilanza la possibile azione di concerto tra il gruppo Caltagirone e la Delfin della famiglia Del Vecchio, il confronto si scalda.

 

ALBERTO NAGEL

Mediobanca, che ha scritto alla Bce e alla Consob, sostiene in pratica che la presenza simultanea dei due grandi soci nel loro capitale, in quello delle Generali (dove la stessa Mediobanca è primo azionista con il 13,1% del capitale) e in Mps, che ha di recente lanciato un’offerta pubblica di scambio proprio su piazzetta Cuccia, porti a disallineare i loro interessi con quelli degli altri soci.

 

Inoltre, nei documenti presentati, l’istituto fa notare che in caso di successo dell’Ops di Mps su Mediobanca Caltagirone e Delfin sarebbero in una posizione di forza sulla catena di controllo della compagnia assicurativa. Non diverse le considerazioni di Generali, che le ha indirizzate alla Consob e all’Ivass.

 

francesco gaetano caltagirone l urlo di munch - fotomontaggio lettera43

Ieri, fonti vicine al gruppo Caltagirone hanno rimarcato che già a inizio 2022 simili segnalazioni […] erano finite in un nulla di fatto perché nessuna delle due autorità aveva trovato elementi per suffragare questa tesi. All’epoca l’assemblea delle Generali con il rinnovo del consiglio era stato un terreno di sfida. Alla lista presentata dallo stesso cda era stata contrapposta un’altra presentata da Caltagirone e votata anche da Delfin, che non ottenne però la maggioranza dei voti.

 

Adesso le schermaglie sono da inquadrare nell’avvicinarsi dell’assemblea di Trieste, il 24 aprile, dove Caltagirone, che ha proposto di ridurre del 15% i compensi del cda, presenta una lista “corta” di soli sei esponenti e senza ad designato, che sarà presumibilmente votata anche da Delfin.

 

MPS MEDIOBANCA

Riproporre gli stessi dubbi di tre anni fa, sostengono le stesse fonti, rischia di essere una turbativa del mercato, specie per quel che riguarda le azioni Mps e il “concerto” pare emergere più dalle azioni coordinate di Mediobanca e Generali.

 

In piazzetta Cuccia, ovviamente, le opinioni sono molto diverse. La situazione di tre anni fa, secondo ambienti vicini all’istituto, non è paragonabile a quella odierna sia perché Caltagirone e Delfin hanno acquistato praticamente in contemporanea le azioni di Mps messe in vendita dall’azionista pubblico, - e la stessa Mps appena cessato il divieto di operazioni straordinarie ha lanciato l’Ops su Mediobanca - sia perché ci sono stati altri casi di comportamenti in sintonia dei due grandi soci.

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

Ad esempio, quando, all’assemblea di Mediobanca dello scorso ottobre, con i migliori risultati della sua storia, Caltagirone non partecipò nemmeno e Delfin non votò per l’approvazione del bilancio. O quando, nel 2023, Delfin presentò una lista di minoranza per il cda di Mediobanca che fu votata anche da Caltagirone. Sarà molto difficile, in ogni caso, che le autorità italiane trovino un’azione di concerto, visto che sono necessarie prove documentali.

 

2. GENERALI, CALTAGIRONE VA AL CONTRATTACCO FARO DELL'IVASS SULL'ACCORDO CON NATIXIS

Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “la Stampa”

 

AZIONARIATO DELLE ASSICURAZIONI GENERALI

[…] Fonti vicine al costruttore romano […] sottolineano come denunciando patti occulti e «presunte» azioni di concerto con Delfin porta a «confondere la legittima comunanza di visioni strategiche e industriali tra due società con accordi e collaborazioni di cui però non vi è traccia».

 

Anche perché un coordinamento effettivo c'è stato con il patto di consultazione stipulato nel settembre 2021 e rimasto in piedi sino all'inverno 2022: allora Del Vecchio e Caltagirone lo resero noto pubblicamente così come ne resero la cessazione.

 

Motivo per cui le stesse fonti criticano la scelta di Generali nel muovere «pesantissime accuse» e sollevando «denunce contro alcuni soci», a tutela di Mediobanca. Arrivando a sostenere che ci possa essere «un'azione di concerto tra l'emittente e il socio» alla luce del fatto che la lista del consiglio di tre anni fa è stata ripresentata da Mediobanca.

 

philippe donnet 3

Insomma nessuno esclude che la battaglia finanziaria per il controllo del Leone possa finire in tribunale a colpi di denunce tra manipolazioni di mercato, concerti e patti occulti.

Intanto, il percorso della joint ventura tra Natixis e Generali - ostacolata da Caltagirone e invisa al governo - scricchiola sempre di più.

 

L'Ivass, secondo Reuters, ha chiesto al Leone maggiori informazioni sui sistemi di controllo interno, sulla governance e sulla remunerazione del portafoglio della nuova entità che, come già annunciato, avrà un controllo paritetico da parte di Generali e della società di gestione che fa capo al gruppo bancario transalpino Bpce.

 

Generali, intanto, ha fatto sapere che la lista Caltagirone propone di votare in assemblea un taglio del 15% del compenso annuo dei componenti del cda.

philippe donnet

ASSICURAZIONI GENERALIGLI INTRECCI TRA DELFIN E CALTAGIRONEALBERTO NAGEL

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…