alexander boettcher acido

AMORE ACIDO - IL RAGAZZO FERITO DALLA BOCCONIANA MARTINA RISCHIA DI PERDERE LA VISTA. LEI E IL PALESTRATO ALEXANDER RISCHIANO L’ACCUSA DI TENTATO OMICIDIO - L’UNIONE LETALE TRA UNA FRAGILE SCIROCCATA E UN MANTENUTO SADICO

1. FERITO CON L’ACIDO, RISCHIA DI PERDERE LA VISTA

Gianni Santucci per il “Corriere della Sera

le armi trovate a casa di alexander boettcherle armi trovate a casa di alexander boettcher

 

Sarà operato questa mattina. Proveranno a salvargli la vista. «Speriamo che sia possibile — spiegano i medici — si potrà dire soltanto dopo l’intervento». In un letto della terapia intensiva dell’ospedale Niguarda di Milano riposa Pietro Barbini, 22 anni, studente a Boston, tornato in città per passare le vacanze con la famiglia, aggredito domenica scorsa da una ex compagna di liceo e dal suo compagno. L’acido muriatico che la 23enne universitaria della Bocconi Martina Levato gli ha scagliato sul volto ha provocato ustioni di terzo grado.

 

«Una deturpazione drammatica del viso», spiega chi in queste ore sta vicino al ragazzo, i genitori, l’avvocato Paolo Tosoni, i poliziotti della questura che sono rimasti sempre accanto alla famiglia. La prima prognosi era di 60 giorni, ma il quadro clinico col passare delle ore sembra sempre più grave. E questo modificherà le conseguenze giudiziarie per Alexander Boettcher, 30 anni, e Martina Levato. Oggi sono in carcere con l’accusa di lesioni, che passerà certamente a «lesioni gravissime», e potrebbe arrivare al tentato omicidio.

l acido sequestrato a casa di alexander boettcherl acido sequestrato a casa di alexander boettcher

 

Ieri il legale Paola Bonelli ha incontrato Martina nel carcere di San Vittore. La ragazza era tranquilla. Ma ha sostenuto ancora con ostinazione: «Alexander non c’entra niente, la responsabilità è tutta e soltanto mia». La versione è smentita da tutte le evidenze. L’aggressore impugnava un martello.

 

E quando Pietro, nel panico e per il dolore violentissimo dell’acido che gli bruciava la pelle s’è messo a scappare, Boettcher l’ha rincorso. Con tutta probabilità ha partecipato anche all’organizzazione della trappola: dal giorno di Santo Stefano, Pietro riceveva telefonate da un uomo che si qualificava come addetto di una ditta di spedizioni; diceva di dovergli consegnare un pacco. Per questo il giovane, accompagnato dal padre, domenica pomeriggio è andato in via Giulio Carcano. Alexander e Martina, incappucciati, lo aspettavano per l’agguato.

alexander boettcheralexander boettcher

 

Ecco, di fronte a questi elementi, la studentessa della Bocconi ha continuato a negare, pur di proteggere e scagionare il suo uomo. Questo fa riflettere sulla sua condizione psicologica di grave sottomissione. Per chiarire queste dinamiche sarà con tutta probabilità necessaria una perizia psichiatrica, a cui l’avvocato ha già fatto riferimento durante l’udienza del processo per direttissima. Il movente dell’agguato sembra essere nei messaggi che Pietro ha inviato a Martina la scorsa estate.

 

Dopo aver conosciuto i dettagli della storia morbosa che stava vivendo, le aveva detto: «Mollalo, è un pazzo squilibrato. Allontanati». Questo consiglio deve aver macerato a lungo nella psiche ossessionata di Alexander e Martina, tra liti, pacificazioni e nuovi contatti con lo studente a Boston. L’aggressione sarebbe l’ultimo stadio di questa deriva, una vendetta verso «l’intruso», o la dimostrazione di una deviata devozione totale da parte della ragazza verso il compagno.

alexander boettcher alexander boettcher

 

Da ieri gli investigatori dell’Ufficio prevenzione generale della questura, guidati da Maria Josè Falcicchia, stanno confrontando l’agguato con le indagini ancora aperte su due ragazzi aggrediti a Milano negli ultimi mesi. Perché in casa di Boettcher hanno trovato una scorta ingiustificabile: sei flaconi di acido muriatico.

 

 

2. PALESTRA, POLITICA E OSSESSIONI I MILLE VOLTI DI ALEXANDER «IL RE» VIVE DI RENDITA, COSTRINGE LE DONNE A DIMAGRIRE. LE FERITE TATUATE SULLE SPALLE

Gianni Santucci per il “Corriere della Sera

 

Bisogna ripartire da due scene.

alexander boettcher  alexander boettcher

Ora di pranzo di lunedì, aula delle direttissime del Tribunale. Martina indossa un pile verde, il volto sporcato dalla notte dell’arresto, l’avvocato le parla sottovoce, prova a convincerla in ogni modo: «Devi avvalerti della facoltà di non rispondere. Prima dobbiamo studiare le carte». Lei rifiuta, ostinata, vuole rispondere. Per un solo motivo: gridare di fronte al giudice che Alexander non c’entra nulla nell’aggressione con l’acido. Lo fa poco dopo: «La responsabilità è tutta mia». Nega l’evidenza: la mossa processuale non potrebbe essere più sbagliata, ma a lei non interessa nulla di sé, della sua sorte, vuole solo proteggere lui. Sacrificarsi per lui.

 

Poco dopo tocca ad Alexander. Lui non risponde. Declina solo le sue generalità e la professione. Dice: «Lavoro in Borsa». Non è vero. Fa solo un po’ di trading online di fronte al suo computer, in casa. Ma si presenta al giudice come broker finanziario. Un altro tassello del delirio d’onnipotenza impastato di narcisismo che trasuda dalle sue foto su Facebook : palestrato, tatuaggi che riproducono profonde ferite sulle spalle, tra messaggi di donne che lo fomentano tra un «quanto sei bello» e un «quanto sei sexy».

 

Ecco, poi c’è il lato nero. In casa i poliziotti gli trovano due coltellacci da combattimento, un tirapugni, una bottiglia di cloroformio, un bisturi che lui giustifica così: «Alcune ragazze mi chiedono di incidere le mie iniziali sul loro corpo. È un reato?».

 

acido e martello le armi di alexander boettcher e martina levatoacido e martello le armi di alexander boettcher e martina levato

A casa ha una moglie, da 7 anni. Nel suo stesso stabile, ha la residenza sua madre, che è proprietaria di tutto il palazzo e di altri appartamenti in giro per Milano, un piccolo impero immobiliare gestito attraverso quattro società. Alexander, nato a Munster (Germania), vive di queste rendite. Nel 2013 s’è anche candidato alle elezioni regionali in Lombardia per la lista «3L», movimento fondato da Giulio Tremonti. Di quell’avventura resta un «santino» da campagna elettorale con la cravatta e la faccia sbarbata da bambolotto, il Duomo sullo sfondo. Risultato: una manciata di preferenze, qualche amico e poco più.

 

E poi c’è ancora il lato nero. Le relazioni con le donne che diventano ossessione di possesso (così è stato con Martina). S’erano conosciuti in discoteca. «Una ragazza con gravi fragilità emotive che ha incontrato la persona più sbagliata», sintetizza un investigatore. I genitori di lei, due professori di matematica che vivono a Bollate, a Nord di Milano, l’avevano conosciuto. Alexander s’era fatto vedere a casa della ragazza. Hanno raccontato: «Da quando è iniziata questa storia i suoi risultati all’università sono peggiorati giorno dopo giorno. E poi è dimagrita moltissimo».

Martina Levato Alexander BoettcherMartina Levato Alexander Boettcher

 

Perché il sentiero sottile come una lama sul quale lei ha iniziato a camminare seguiva l’ansia continua di compiacere il suo Alexander the king (come si presenta su Facebook ). «Era lui a volere che dimagrisse perché doveva avvicinarsi ai suoi canoni di fisico sportivo», ha raccontato il padre di Martina.

 

Pezzi di storia di un piccolo re narciso che ha bisogno di «nemici», di vivere anche le relazioni sentimentali come una competizione, di affermarsi attraverso l’esibizionismo. Pietro, quel ragazzo che ora ha il volto sfigurato dall’acido, non poteva avere idea di questo gorgo in cui era entrata la sua ex compagna del liceo bene di Milano, il Parini, con cui aveva avuto una piccola storia.

martina levatomartina levato

 

Dopo aver detto a Martina di staccarsi da quel tipo, il ragazzo che studia negli Stati Uniti ha ricevuto qualche messaggio da Alexander: «Facciamogliela pagare insieme a quella là», gli diceva. Scendeva nell’intimità estrema e sadica del loro rapporto; sosteneva di poterglielo dimostrare con delle fotografie. Perché? Forse solo per spostare sempre più in là i limiti dei suoi deliri di macho .

 

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO