hacker regione lazio nicola zingaretti

ESTORSIONE A MEZZO RANSOMWARE - GLI HACKER CHE HANNO ATTACCATO LA REGIONE LAZIO HANNO FATTO PARTIRE IL CONTO ALLA ROVESCIA: ABBIAMO 72 ORE DI TEMPO PER DARE SEGUITO ALLA TRATTATIVA (FINO A SABATO), POI NON SI SA COSA SUCCEDERA' - IL RISCHIO E' QUELLO DI PERDERE TUTTI I DATI, ANCHE QUELLI DELL'UNICO BACKUP DI RETE FATTO DALLA REGIONE - LA CERTEZZA E' CHE IL VIRUS E' PENETRATO DAL COMPUTER DI UN DIPENDENTE DI LAZIOCREA IN SMART WORKING...

Valentina Errante per "il Messaggero"

 

smart working5

Mancava la doppia password di autenticazione e con molta probabilità la chiave, per quell'unico livello di accesso e riconoscimento previsto dal sistema, era memorizzata. Al momento, un solo dato è certo: la porta di ingresso dei criminali informatici al cuore virtuale della Regione Lazio, è stato il pc di un funzionario, in smart working dalla sua casa di Frosinone.

 

Il dipendente di Lazio Crea, società in house della Regione, non è ancora stato interrogato dalla polizia postale, impegnata da giorni nell'impresa titanica di decriptare i codici di numeri e sillabe che hanno sostituito con numeri e sillabe tutte le informazioni contenute nel Centro elaborazione dati dell'amministrazione. Operazione alla quale stanno collaborando anche la nostra intelligence, Fbi ed Europool.

 

smart working3

Al momento non sembra esserci soluzione alla decifrazione dei dati. I criminali informatici hanno invitato il Lazio a una trattativa attraverso un link. L'intenzione manifesta è di non cedere a una richiesta di riscatto. Ma ieri, dalla pagina con la quale gli hacker invitavano alla trattativa su un riscatto in cambio della chiave di decriptazione, si sarebbe attivato un countdown di 72 ore. Dopo le quali, se non fosse dato seguito alla mediazione, non si sa cosa accadrà e se tutti i dati dell'amministrazione, che sono criptati, saranno cancellati o venduti sul dark web.

 

Hacker

LA CHIAVE DI ACCESSO Quando domenica gli esperti della polizia postale hanno individuato la porta d'ingresso di Ransom Exx, il virus che ha criptato tutte le informazioni, probabilmente copiando i dati, l'uomo, che è uno degli amministratore della rete, ha detto ai colleghi di avere sempre rispettato tutti i protocolli previsti. Ma probabilmente è in quei protocolli la falla.

 

HACKER RUSSI

Non si sa ancora se il virus sia arrivato attraverso un sito sul quale il dipendente di Lazio Crea è andato a finire navigando in rete, mentre era collegato con il Vpn, ossia la rete virtuale riservata e privata attraverso il quale un computer è connesso a un sistema chiuso. O se alla postazione, nella notte tra il 3 luglio e il primo agosto, ci fosse suo figlio o un familiare.

 

Di certo la porta della Regione era aperta, forse la password era memorizzata e, come ha rilevato la Postale, per il Vpn non erano previsti due passaggi di identificazione. Misura prevista dalle basilari norme di sicurezza. Il virus sembra possa arrivare dalla Russia, ma sono solo ipotesi: l'Ip può rimbalzare su server che si trovano in altri paesi rispetto alla reale posizione degli hacker.

 

hacker

ALTRI ATTACCHI Non trova al momento conferma, invece, l'ipotesi che l'attacco degli hacker sia collegato a quello, molto meno pesante, subito da Engineriing spa, il colosso specializzato nello sviluppo di Software con il quale Lazio Crea ha un contratto. Le cui credenziali sarebbero state vendute sul web per 30mila euro in bitcoin la notte del 30 luglio, poco più di 24 ore prima dell'attacco al Ced del Lazio, e che avrebbe consentito anche l'ingresso al sistema del colosso del petrolio Erg, che in effetti ha subito un'aggressione informatica, anche se contenuta, e a quello di una grossa spa delle costruzioni.

 

Secondo le informazioni della rete, i dati sottratti a Erg potrebbero essere diffusi dai pirati informatici il prossimo 14 agosto. Ma i virus che hanno aggredito le altre società sono diversi rispetto a quello che ha infettato il sistema della Regione.

 

hacker 5

LA POLEMICA Mentre gli esperti di Fbi, Europol e polizia postale tentano di trovare la chiave di decriptazione, sfruttando l'esperienza di altri attacchi avvenuti con ransomware cryptolocker, alla Regione è entrata in azione il Cyber Crisis management team, del quale fanno parte anche i tecnici di Leonardo.

 

Sullo sfondo una sottile polemica dopo le dichiarazioni dell'assessore alla Sanità del Lazio Alessio D'Amato che, nel primo pomeriggio ha messo in risalto l'intervento degli esperti della società, che fa capo anche al ministero dell'Ecomomia, sottolineando come da due anni Leonardo fosse supervisore per la cyber di Lazio Crea.

hacker 4

 

Un'affermazione alla quale il colosso dell'aerospazio ha replicato a stretto giro: «Leonardo non ha mai avuto la gestione operativa dei servizi di monitoraggio e di protezione cyber di Laziocrea». Intanto il consiglio del Notariato che ha subito un furto di dati la scorsa primavera precisa che non si è trattato di un attacco di hacker.

 

Dal Corriere.it

 

Qualcuno ha attivato nella giornata di mercoledì il conto alla rovescia nella richiesta di riscatto inviata dagli hacker che domenica notte hanno paralizzato tutte le attività della Regione Lazio gestite dal sistema informatico con un ransomware. È quanto è emerso nel corso del pomeriggio, rimbalzato dall’edizione del Tg1 delle 20. Nella comunicazione informatica contenuta nello stesso malware che ha creato danni enormi non alla rete sanitaria regionale, e di conseguenza alla campagna vaccinale, sarebbe contenuto anche un ultimatum di 72 ore, quindi entro la giornata di sabato prossimo, passato il quale non è chiaro cosa potrebbe accadere.

 

ATTACCO HACKER REGIONE LAZIO

Si teme che in questo modo si possano perdere definitivamente tutti i dati cifrati dagli incursori, anche quelli dell’unico backup di rete fatto dalla Regione Lazio che si è trovata in pratica senza copie dell’enorme database violato dopo aver clonato le credenziali di un amministratore di sistema residente a Frosinone che stava utilizzando il pc aziendale in smart working per scopi privati.

 

Non si esclude tuttavia che ad attivare la richiesta di riscatto sia stato proprio il meccanismo interno al malware, che in mancanza di una risposta da parte delle vittime, fa partire il conto alla rovescia per costringerle a prendere una decisione in un tempo prestabilito. Le indagini della Postale proseguono intanto a tutto campo per chiarire anche questo aspetto dell’intricata vicenda cominciata domenica notte con il blitz degli hacker nel sistema Ced della Regione, nella palazzina C della sede in via Cristoforo Colombo.

 

hacker regione lazio 2

Ma a lasciare perplessi è il contenuto del messaggio fatto trovare nel virus che comincia con un amichevole «Hello Lazio!», che potrebbe dimostrare una scarsa conoscenza dell’obiettivo colpito - e anche la portata di quello che è stato colpito - visto che si tratta della Regione e non di un’azienda privata. In più il messaggio è tutto in inglese: «I vostri file sono criptati, non provate a modificare o rinominare nessuno di essi perché potrebbe subentrare una perdita di dati piuttosto seria. Qui sotto c’è il vostro link riservato con tutte le informazioni su questo evento (usate la piattaforma Tor) - quella che immette nel torbido mondo del dark web - e non divulgare questo link per mantenere riservato quello che sta accadendo».

ATTACCO HACKER

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND GIORGETTI, TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI PATRIOTI AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...