sergio mattarella giorgia meloni

SOGNO O SONDAGGIO? AVVISATE LA MELONI: NONOSTANTE SERGIO MATTARELLA RISULTI IL PRESIDENTE PIÙ POPOLARE, DAI TEMPI DI CARLO AZEGLIO CIAMPI, 6 ITALIANI SU 10 VOGLIONO IL LEADER FORTE – NELLA RILEVAZIONE DEMOS OLTRE DUE TERZI DEI CITTADINI SI DICONO FAVOREVOLI ALL'ELEZIONE DIRETTA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. A CONFERMA DI QUELLA DOMANDA DI "PRESIDENZIALISMO" ESPRESSA, ORMAI DA ANNI, IN ITALIA…

Ilvo Diamanti per la Repubblica

giorgia meloni e sergio mattarella ai funerali di ratzinger

 

È tutto uguale e tutto diverso, il paesaggio "pubblico" disegnato dagli italiani negli ultimi vent' anni. Infatti, se ripercorriamo le indagini di LaPolis- Università di Urbino e Demos sul "Rapporto fra gli italiani e lo Stato", giunto alla XXV edizione, gli indici mostrano un elevato grado di continuità. Anche se nel corso del tempo è cambiato molto. Tutto. Più volte.

 

Nella politica e nella leadership del Paese. Siamo passati dalla II Repubblica di Silvio Berlusconi, conclusa nel 2011, ai governi guidati da Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte, Mario Draghi. Fino al governo attuale, presieduto da Giorgia Meloni. Nello stesso tempo, si sono succedute diverse maggioranze, con la partecipazione di partiti diversi.

 

Con diverse coalizioni. Non per caso, l'attuale Presidente è alla guida dell'unico partito che non aveva mai partecipato a una maggioranza governativa. Fino ad oggi. Eppure, se osserviamo il percorso della fiducia nei confronti delle principali istituzioni del Paese, colpisce come il vero elemento di novità sia la continuità. La coerenza. Gli indici di consenso verso lo Stato e i principali Enti locali non sono cambiati molto, rispetto a vent' anni prima. Le principali variazioni riguardano le realtà territoriali, Comuni e Regioni. Mentre lo Stato appare sempre "ultimo", nella considerazione dei cittadini.

giorgia meloni e sergio mattarella ai funerali di ratzinger

 

Con una risalita significativa, per quel che riguarda le Regioni e lo Stato, negli ultimi 2 anni. Non per caso. Perché riflette il cambiamento del clima d'opinione dopo l'irruzione del Covid. Che ha "annebbiato" l'orizzonte di sfiducia, che aveva favorito l'affermazione del M5S e della Lega di Salvini, nel decennio precedente. Negli ultimi anni, invece, la "paura virale" ha generato una domanda di sicurezza, che ha rafforzato il rapporto con le istituzioni e le figure di governo. I "Capi". Del governo regionale e dello Stato. Che, in questo tempo di personalizzazione politica, hanno assunto un volto e un nome, conosciuti e ri-conosciuti. Infatti, nonostante lo Stato abbia perduto consenso, Sergio Mattarella risulta il Presidente più popolare, dai tempi di Carlo Azeglio Ciampi.

 

giorgia meloni sergio mattarella funerale di franco frattini

Oggi il Presidente appare, quindi, più accreditato della Repubblica che presiede. D'altra parte, una larga maggioranza dei cittadini, oltre 6 su 10, afferma che il Paese dovrebbe essere guidato da un "leader forte". Meglio un tecnico. Comunque, un "non-politico". E oltre due terzi dei cittadini si dicono favorevoli all'elezione diretta del Presidente. A conferma di quella domanda di "presidenzialismo" espressa, ormai da anni, in Italia. E praticata, da governi "personalizzati", guidati da leader non eletti, che hanno deliberato, spesso, "per decreto".

 

Mettendo, quindi, in secondo piano il Parlamento. Il "presidenzialismo", d'altra parte, era e resta nei programmi del centrodestra che ha vinto le elezioni. Come ha confermato Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di fine anno. La ministra competente, Maria Elisabetta Casellati, peraltro, di recente ha ribadito che il progetto verrà affrontato nelle prossime settimane attraverso un confronto parlamentare, in effetti già avviato. Questi orientamenti riflettono, dunque, una tendenza diffusa nella società.

 

SERGIO MATTARELLA URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI

Dove la partecipazione "politica" si è ridotta, compensata e integrata dalla partecipazione "online". Mentre si è assistito a una ripresa della partecipazione "sociale", vincolata e scoraggiata, in precedenza, dalla paura - e dai provvedimenti - nei confronti del Covid. D'altra parte, i canali tradizionali della politica, sul territorio, si sono ormai ridimensionati. I partiti, per primi. Oltre alle organizzazioni di rappresentanza professionale.

 

Negli ultimi 20 anni, dunque, l'atteggiamento degli italiani verso le istituzioni è cambiato, come di-mostrano le indagini di LaPolis-Università di Urbino e Demos. Ma ha mantenuto le sue basi tradizionali (e costituzionali). La democrazia, in particolare, secondo una larghissima maggioranza di italiani (71%) rimane la migliore forma di governo possibile. Si tratta, però, di una democrazia personalizzata. Presidenzializzata. Diretta. Meglio ancora "immediata".

 

sergio mattarella giorgia meloni

Perché, nel nostro tempo, i "nuovi media" permettono e prevedono un'interazione "immediata e senza mediazioni" con i leader e le istituzioni. Per questo non sorprende che l'orgoglio nazionale si confermi ampio. Condiviso da oltre 8 italiani su 10. Ma meno intenso del passato. Perché la quota di coloro che si dicono "molto" orgogliosi si è ridotta sensibilmente. Dal 65% al 44%. Mentre è cresciuta la componente di chi afferma di essere "abbastanza" orgoglioso. D'altronde, la ricerca di un capo, la relazione "immediata", il calo della partecipazione sul territorio rendono più difficile sentirsi parte di una "comunità". Di un ambiente e di un progetto "comuni". E la domanda di unità è alimentata dalla paura più che da un "comune" sentimento. Così i cittadini si sentono "italiani", ma "con riserva".

sergio mattarella giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....