giovanni angelo becciu

IL BECCIU DEVE ANCORA VENIRE - SENTITE COSA DICE GERALDINA BONI, PROFESSORESSA DI DIRITTO CANONICO: “IL PAPA DEVE AVVIARE UN PROCESSO, E PER MOLTI MOTIVI. IL SUO GIUDIZIO POTREBBE INFATTI APPARIRE NON ADEGUATAMENTE MOTIVATO E DUNQUE ARBITRARIO, SE NON TIRANNICO” - “IL POPOLO DI DIO HA DIRITTO NON TANTO ALLA TRASPARENZA – OGGI MOLTO DI MODA – MA A CONOSCERE LA VERITÀ DOPO CHE ESSA È STATA ACCERTATA”

Andrea Mainardi per www.startmag.it

ANGELO BECCIU E PAPA BERGOGLIO

 

Appena stamane, il Papa ricevendo gli esperti del Consiglio d’Europa (Moneyval) – che in questi giorni stanno scandagliando le misure contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo messe in atto oltre le Mura leonine – ha ricordato quanto il tema gli sia “particolarmente a cuore”.

 

Detta Bergoglio dalla Biblioteca privata del Palazzo apostolico: “Gesù ha scacciato dal tempio i mercanti e ha insegnato che ‘non si può servire Dio e la ricchezza’. Quando, infatti, l’economia perde il suo volto umano, non ci si serve del denaro, ma si serve il denaro. È questa una forma di idolatria contro cui siamo chiamati a reagire, riproponendo l’ordine razionale delle cose che riconduce al bene comune, secondo il quale ‘il denaro deve servire e non governare!’”.

MONSIGNOR ANGELO BECCIU

 

Lo ricorda, citandosi dalla Evangelii Gaudium.  Incalzato in passato dai giornalisti su veri o presunti scandali cuciti in veste filettata, Papa Francesco ha spesso ricordato convintamente una locuzione cardine del diritto romano: in dubio pro reo. Con differenti esiti processuali a seconda dei casi. Dopo indagini, rinvii a processo, archiviazioni o inflitte condanne.

 

Di fatto quel “dubio pro reo” si trattava di incipit prudenziale. Che non significa garantismo o giustizialismo ideologico. Per Francesco è sempre apparso come atteggiamento di prudenza esercitata nell’ignaziano discernimento. Anche in faccende giuridiche ed eventuali inciampi.

GERALDINA BONI

 

Quanto accaduto al cardinale Angelo Becciu in quella che, si narra – ermeneutica poi implicitamente approvata dal porporato in successive interviste – udienza burrascosa, in quel giorno di inizio autunno (era il 24 settembre) quando il prefetto della Congregazione delle cause dei santi e tra i suoi principali collaboratori in Segreteria di Stato fino al giugno 2018 sale a colloquio con il Papa per una firma ad alcuni decreti riguardanti il sigillo pontificio ad un miracolo, un martirio e due certificati di “virtù eroiche”, poi precipitato in un deciso, richiesto passo indietro, nella rinuncia ai diritti del cardinalato per presunti malaffari economici, è faccenda che lascia in un limbo la persona di monsignor Becciu, alimenta illazioni e costruzioni.

 

Pone, soprattutto, domande. Legittimamente poste dai fedeli. “Il Popolo di Dio ha diritto non tanto alla trasparenza – oggi molto di moda – ma a conoscere la verità dopo che essa è stata accertata. Mi sembra che questa possa essere una ricostruzione giuridica corrispondente a quella ragionevolezza che nella Chiesa traduce l’irrinunciabile conformità alla giustizia. La soddisfazione che qualcuno ha manifestato per questa condanna senza processo mi pare, oltre che senza giustificazione, non genuinamente cristiana”.

 

angelo becciu papa francesco 2

Così Geraldina Boni, professore ordinario di Diritto canonico, di Diritto ecclesiastico e di Storia del diritto canonico all’Università di Bologna e, tra l’altro, consultore del Pontificio consiglio per i Testi legislativi della Santa Sede.

 

Professoressa Boni, qual è la valenza della rinuncia dai diritti del cardinalato di monsignor Becciu presentata nelle mani del Santo Padre?

Con riguardo alla rinuncia ai (piuttosto che ‘dai’, come recita il bollettino della sala stampa della Santa Sede del 24 settembre 2020) ‘diritti connessi al cardinalato’, anzitutto due precisazioni. Contrariamente a quanto è stato scritto in questi giorni, il Codice di Diritto Canonico menziona iura (diritti dei cardinali: can. 351 § 2) e li disciplina: d’altronde, per esempio, la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis regola lo ius eligendi Romanum Pontificem (n. 33) e altri diritti, oltre che privilegi e facoltà, sono menzionati nell’Elenco dei privilegi e facoltà in materia liturgica e canonica dei cardinali (18 marzo 1999).

 

Non manca un travagliato precedente, recente, per ben altre questioni…

MONSIGNOR BECCIU

Nel comunicato stampa del 20 marzo 2015, si informava che il Santo Padre aveva accettato «la rinuncia ai diritti e alle prerogative del cardinalato, espresse nei canoni 349, 353 e 356 del Codice di Diritto Canonico, presentata […] da Sua Eminenza il signor Cardinale Keith Michael Patrick O’Brien» (il quale anche nel sito della Santa Sede risulta ancora annoverato tra i cardinali non elettori). Ma ogni buon canonista sa che nell’ordinamento canonico la contrapposizione tra diritto e dovere è speciosa e deviante: ogni diritto, dovendo essere sperimentato nella dimensione comunionale e di servizio, ha un ineliminabile spessore di doverosità.

 

Cosa è accaduto con quel passaggio nel tardo pomeriggio del 24 settembre nei confronti del cardinale Becciu?

Al di là della dizione, il Papa, accettando la rinuncia di Angelo Becciu – che di fatto non è stata volontaria ma coartata (come sovente accade nell’ordinamento canonico per evitare una rimozione, se non altro più traumatica e ‘scandalosa’) -, ha inteso, a mio avviso, immediatamente interdire l’esercizio di ogni funzione cardinalizia.

angelo becciu

 

Provvedimento non consueto…

È evidente come questo atipico provvedimento di accettazione della rinuncia sollecitata, che ovviamente il Papa come titolare del potere supremo può emettere, svuoti completamente la dignità cardinalizia, spogliata di ogni contenuto concreto ed effettivo. Eppure, il non avere privato Becciu della berretta cardinalizia (e, direi, della diaconia) lascia aperta la possibilità che la situazione possa evolvere e risolversi anche in maniera positiva.

 

Becciu può aspirare a quello che a più riprese ha chiesto e invoca come chiarimento?

Laddove si accerti mediante la via giudiziaria – e non, si auspica, un’assai meno garantista via amministrativa – l’innocenza di Becciu, potrà essere pienamente reintegrato nel suo ruolo e nelle sue prerogative.

 

LA LETTERA DI ENRICO CRASSO A ANGELO BECCIU

Infatti, è vero che il Papa può emettere sentenze senza alcun vincolo processuale (si tratti di cardinali o no, con ‘diritti’ o senza): ma può anche sottoporre il cardinale sia a un processo canonico sia ad un processo vaticano (a seconda del crimine di cui è accusato), operando comunque sempre i tribunali vicariamente, cioè in nome del Romano Pontefice. Tra l’altro il can. 1405 § 1 n. 2 pone la riserva al Papa del diritto esclusivo di giudicare i cardinali: non afferma affatto che non si svolgerà il processo.

 

Quindi Becciu è ampiamente processabile dal tribunale dello Stato?

i bonifici sospetti dallo ior in australia

Oserei anche affermare che il Papa, almeno in questo caso, deve avviare un processo: e per molti motivi. Il suo giudizio potrebbe infatti apparire non adeguatamente motivato e dunque arbitrario, se non tirannico: anche tenendo conto che il suo ‘verdetto’ non è in alcun modo impugnabile (e, per questo, i casi dovrebbero essere davvero rarissimi ed eccezionali).

IL CARDINAL BECCIU REPLICA A DAGOSPIA

 

Un auspicio a passare per le vie dei tribunali…

In coerenza, inoltre, alla tradizione dell’ordinamento canonico che certamente ha contribuito non poco all’edificazione di quelle garanzie che oggi sostanziano l’universalmente riconosciuto diritto al giusto processo. Per il rispetto, ancora, di molti principi riconducibili al diritto divino naturale, vigente ovviamente in Ecclesia e da cui anche il Papa non è svincolato: primi tra tutti il diritto di difesa ma anche il diritto fondamentale del fedele al giudizio e di essere giudicato secondo le disposizioni di legge, da applicarsi con equità (can. 221 §§ 1-2).

cardinale angelo becciu

 

Senza entrare nei presunti reati economici e finanziari – non ufficialmente contestati a quanto risulta all’arcivescovo – ma almeno a vagliare le differenti ricostruzioni. Per il bene della Chiesa…

Il Popolo di Dio ha diritto non tanto alla trasparenza – oggi molto di moda – ma a conoscere la verità dopo che essa è stata accertata. Mi sembra che questa possa essere una ricostruzione giuridica corrispondente a quella ragionevolezza che nella Chiesa traduce l’irrinunciabile conformità alla giustizia. La soddisfazione che qualcuno ha manifestato per questa condanna senza processo mi pare, oltre che senza giustificazione, non genuinamente cristiana.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...