CUCÙ!LA REPUBBLICA DELLE BANANE NON C’È PIÙ - IL COLOSSO AMERICANO “CHIQUITA”, CHE HA SPADRONEGGIATO IN CENTRO E SUD-AMERICA PER DECENNI, FINISCE NELLE MANI DEI BRASILIANI DI CUTRALE E SANFRA PER 1,3 MLD DI DOLLARI

Rodolfo Parietti per “il Giornale

 

ciquitaciquita

Se non ci fosse di mezzo una montagna di quattrini - 1,3 miliardi di dollari per la gioia dei contabili - si potrebbe parlare di legge del contrappasso. È infatti uno strano destino quello di Chiquita, finita nella braccia dei brasiliani di Cutrale e Sanfra dopo aver spadroneggiato, per il lungo e per il largo, sull'intero centro-sudamerica per decenni. 
 

CHIQUITACHIQUITA

Sarà forse per la natura un po' contorta di quelle stesse banane su cui ha costruito la propria fortuna, ma nella storia di Chiquita c'è stato spesso qualcosa di storto, fino a trasformarla nel Dr. Jekyll e Mr. Hide delle corporation. Così, c'è la capacità imprenditoriale e lo spirito di innovazione già visibili una manciata di anni dopo la fondazione, avvenuta a Cincinnati nel 1871 (la Coca-Cola nascerà soltanto vent'anni dopo) sotto le insegne della United Fruit Company, quando sulle navi bananiere vengono impilate le prime scatole di cartone indistruttibili, destinate a proteggere durante il trasporto il frutto giallo; e anche quando, nel 1904, è la prima azienda al mondo a usare il telegrafo.

NERUDANERUDA

E c'è poi la ricerca ossessiva della qualità, quella che fa scartare ben la metà dei prodotti destinati all'esportazione. Basta un minimo difetto, un aspetto poco invitante, e la banana non è degna del famoso bollino blu di cui si favoleggia sia ancora appiccicato a mano. Sulla linea d'attacco sono poi schierati, da sempre, i centravanti del marketing. 
 

Dalla banana gonfiabile ai teli mare, dalle penne ai giacconi, dalle palline da golf agli ombrelli, tutto fa brodo per catturare il cliente. E vendere, vendere, vendere (non a caso il fatturato sfiora i 2 miliardi) grazie anche alle campagne pubblicitarie martellanti e ai jingle memorabili. Insomma: 10 e lode in affari.
 

Ma non c'è solo lo yang. C'è anche un lato oscuro, capace di dare crampi allo stomaco che neppure la dose massiccia di potassio contenuta in un casco di banane può mitigare. Del resto, quando gli scrittori si occupano di aziende, ne viene sempre fuori un cuore di tenebra conradiano.

GABRIEL GARCIA MARQUEZGABRIEL GARCIA MARQUEZ

 

E Chiquita è finita sia nel poema di Pablo Neruda «La United Fruit Co.», sia nelle pagine di «Cent'anni di solitudine», quando il colombiano Gabriel Garcia Marquez racconta la strage del 1928 dei lavoratori-manifestanti in una piantagione del Caribe. Accusata ripetutamente di tenere gli operai in condizioni di semi-schiavitù, di espropriare terreni sotto la minaccia delle armi e di usare pesticidi tossici, United Fruit è stata però soprattutto una potenza che ha condizionato le sorti dei Paesi in cui ha operato.

Oswaldo 
Lopez 
Arellano
Oswaldo Lopez Arellano

La locuzione «Repubblica delle banane», ancora in voga oggi, fu coniata per il modo disinvolto con cui in Guatemala, negli anni '50, il gruppo Usa nominava dittatori corrotti allo scopo di tutelare le proprie rendite. Altri raccontano di aerei United Fruit impiegati nell'invasione della baia dei Porci per fermare i controrivoluzionari cubani. Negli anni '70 fu poi la volta del Bananagate, con accuse di corruzione nei confronti dell'allora presidente dell'Honduras, Oswaldo Lopez Arellano. 
 

Negli ultimi 25 anni il gruppo ha cercato di rifarsi una verginità, ponendo più attenzione all'ambiente (il 10% dei ricavi va a un fondo per la riforestazione). Ma nel 2007 è stato condannato dal tribunale di Washington a una multa di 25 milioni di dollari per aver pagato, tra 1997 e il 2004, 1.700.000 dollari ai paramilitari colombiani per difendere i propri interessi. Business is business. Ancora.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO