angela merkel coronavirus record morti germania

LE SCUSE DELLA MERKEL NON CONVINCONO I TEDESCHI – L’OPINIONE PUBBLICA E I PRESIDENTI DEI LANDER NON CONDIVIDONO LA LINEA DURA DI ANGELONA, CHE HA ALLUNGATO IL LOCKDOWN AL 7 MARZO - LA GERMANIA HA GESTITO BENISSIMO LA PRIMA ONDATA, MA POI SI È SEDUTA TROPPO SUGLI ALLORI. E LA SECONDA È STATA DEVASTANTE. I CASI ORA SONO IN CALO, MA PER LA CANCELLIERA NON BASTA PER ALLENTARE LE RESTRIZIONI…

Antonio Grizzuti per “La Verità”

 

ANGELA MERKEL

Non capita spesso che una tutta d' un pezzo come la cancelliera Angela Merkel faccia autocritica. E invece quello recitato ieri di fronte ai membri del Bundestag sulla gestione della pandemia suona esattamente come un mea culpa. «Non siamo stati abbastanza attenti, né sufficientemente veloci», ha ammesso parlando ai deputati tedeschi, «non abbiamo chiuso la vita pubblica quando c' erano i segni di una seconda ondata e gli avvertimenti di vari scienziati». Tradotto, la politica ha commesso degli errori.

coronavirus germania 1

 

Forse illusi dalla mortalità piuttosto blanda sperimentata fino alla fine dell' estate, la Germania si è seduta troppo presto sugli allori. Oggi, per contro, la paura legata alla diffusione delle mutazioni del coronavirus ha convinto il governo a prolungare il lockdown almeno fino al 7 marzo prossimo e, notizia di ieri, a introdurre controlli alla frontiera con la Repubblica Ceca e il Tirolo. «La Baviera e la Sassonia hanno chiesto al governo di catalogare queste zone come particolarmente colpite dalle varianti», ha spiegato ieri il ministro dell' Interno Horst Seehofer.

 

coronavirus germania 2

Per effetto dell' ultimo blocco, i casi in Germania sono in calo ormai da circa un mese. Nelle ultime settimane, la media mobile dei contagi si è più che dimezzata passando dal picco di 22.000 casi di metà gennaio agli attuali 8.400 casi. In rapida discesa anche il numero dei decessi, tornati in questo periodo per la prima volta ai livelli di metà dicembre (media mobile degli ultimi sette giorni intorno ai 550 morti).

 

vaccino astrazeneca

Vietato, però, abbassare la guardia. «Gli esperti ci dicono che è soltanto questione di tempo perché queste mutazioni diventino prevalenti e prendano il posto del virus originario», perciò «dobbiamo essere molto, molto vigili per evitare di cadere nuovamente in una crescita esponenziale dei contagi». Tuttavia, la cancelliera ha assicurato che le restrizioni non dureranno «un giorno più del necessario».

 

party sul landwehrkanal a berlino 4

Un gioco del bastone e della carota che riflette il lungo braccio di ferro tra il governo centrale e i Lander, i quali invece chiedono a gran voce chiedono un rilassamento delle misure di contenimento del virus. Risultato, una sorta di versione moderna dell' incontro a Teano, con la riapertura dei parrucchieri al 1° marzo, e degli altri esercizi commerciali qualora il numero dei nuovi contagi dovesse scendere al di sotto dei 35 casi alla settimana ogni 100.000 abitanti. Libertà ai singoli Stati, invece, in materia di riapertura delle scuole: già dal 22 febbraio gli studenti di alcuni territori dovrebbero tornare in classe.

 

angela merkel e olaf scholz,

C' è da rilevare che il discorso pronunciato ieri da Angela Merkel non ha convinto l' opposizione e, in buona parte, nemmeno la stampa tedesca. Contestato in particolare lo scarso coinvolgimento del Parlamento. Il leader del gruppo parlamentare «Die Linke» Dietmar Bartsch ha definito «inaccettabile» il fatto che il Bundestag venga informato delle decisioni solo una volta che queste sono state già prese dal governo.

 

Ma anche i media non hanno risparmiato critiche all' indirizzo della cancelliera. L' equilibrato Tagesschau, pur apprezzando l' approccio, ha definito «torbida» l' analisi della Merkel, accusandola di sviare attraverso l' uso di un generico «noi» quando si è trattato di parlare apertamente degli errori commessi. Durissimo invece Die Welt, che prima rimprovera alla cancelliera di aver scaricato sugli Stati federati la colpa dell' aumento dei contagi, poi giudica blanda la sua autocritica e infine la accusa di aver messo in scena un «patetico auto-elogio». Una cosa è certa: dopo aver scansato la prima ondata, oggi Berlino si trova a fare i conti con gli sconvolgimenti - politici, economici e sanitari - causati dal virus.

angela merkel mateusz morawieckiangela merkel e ursula von der leyen

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…