TITANIC ITALIA – TRE DOMANDE SUL NAUFRAGIO A UN PREMIER IN FUGA DALLA TRAGEDIA – LA SCELTA DI PORTARE LA NORMAN VERSO L’ITALIA, ANZICHÉ AL PORTO PIÙ VICINO, È UNA SCELTA TECNICA, ECONOMICA O POLITICA? NULLA DA DIRE SU COME I CLANDESTINI ARRIVANO DA PATRASSO? C’È DA FIDARSI DEL REGISTRO NAVALE?

Maurizio Belpietro per "Libero Quotidiano"

 

MATTEO RENZIMATTEO RENZI

Sembrava una favola a lieto fine, una storia di Natale scritta apposta per ripristinare l’onore italiano dopo il naufragio della Concordia e la fuga ignominiosa di capitan Schettino. Il traghetto Norman Atlantic che prende fuoco, i soccorsi dei mezzi navali e aerei italiani con il mare forza otto e le onde alte sei metri, il salvataggio di passeggeri ed equipaggio ed infine l’abbandono del comandante Argilio Giacomazzi, l’”eroe” rimasto fino all’ultimo, fino al recupero dell’ultimo viaggiatore, sul ponte di comando.

 

Una “sola” vittima era stato il commento della cabina di regia, dove a turno si erano alternati ministri e presidente del Consiglio. Matteo Renzi, lunedì, quando sembrano tratte in salvo 427 persone, cioè tutte quelle imbarcate, si era lasciato andare ad un entusiastico commento, dichiarando di fronte ai giornalisti convocati per la tradizionale conferenza stampa: «Abbiamo evitato un’ecatombe».

 

 traghetto in fiamme norman atlantic 4 traghetto in fiamme norman atlantic 4

Ma ora che i morti sono saliti a 11 - 13 con i due marittimi albanesi rimasti uccisi nelle operazioni per rimorchiare il traghetto verso la costa di Valona - e tra questi anche tre italiani; ora che il procuratore capo di Brindisi si preoccupa di far notare che all’appello mancano 179 persone - forse imbarcate sulle navi che hanno partecipato ai soccorsi, forse disperse durante il rogo -; ora, dicevamo, il premier tace.

 

Anzi, si limita ad una laconica dichiarazione: «Se ne occuperanno i pm». Certo, la giustizia dovrà fare il suo corso ed accertare le responsabilità penali , non a caso la Procura ha già indagato l’armatore e il comandante, decisa ad appurare se la nave fosse in grado di viaggiare, se fosse dotata dei requisiti minimi di sicurezza per affrontare il mare e gli eventuali incidenti, e se tutti passeggeri fossero registrati e non fossero in numero eccessivo rispetto a quelli consentiti.

 

 traghetto in fiamme norman atlantic 3 traghetto in fiamme norman atlantic 3

Ciò detto e senza voler intralciare il lavoro degli inquirenti, ci sono alcuni aspetti che non sono di competenza dei giudici o se lo sono è per una minima parte in quanto il resto riguarda il governo, dal quale credo che gli italiani una volta tanto si aspettino risposte. A che cosa alludiamo? Spieghiamo subito, cominciando dalle operazioni di soccorso. Qualcuno ha notato che anziché trainare fin dal principio il traghetto verso le coste albanesi si è preferito dirottarlo verso quelle più distanti della Puglia.

 

Una scelta tecnica, economica o politica? Perché non si è cercato di far attraccare il naviglio al porto più vicino come il buon senso avrebbe imposto e si è preferito perder tempo, lasciando i passeggeri in balìa delle onde e delle fiamme, quando la logica avrebbe suggerito il contrario? I soccorsi insomma hanno risposto al criterio di portare in salvo i passeggeri o invece si sono piegati alla convenienza economica se non a quella politica? Seconda questione: il registro navale.

 traghetto in fiamme norman atlantic 2 traghetto in fiamme norman atlantic 2

 

L’imbarcazione era stata sottoposta recentemente ad alcuni controlli ed era risultata fuori regola. Chi ha verificato che i requisiti di sicurezza fossero rispettati per consentire la navigazione? C’è da fidarsi di un registro navale che vede cambiar di proprietà le imbarcazioni in pochi giorni e non segnala eventuali scambi sospetti e non verifica la serietà della compagnia che trasporta centinaia di persone mettendone a rischio la vita? Terzo punto: i clandestini.

 

 traghetto in fiamme norman atlantic 18 traghetto in fiamme norman atlantic 18

Un fatto appare certo: su quella nave c’erano persone non registrate e addirittura c’è chi ipotizza che l’incendio si sia sprigionato perché alcuni passeggeri senza cabina, sistemati al freddo nella stiva, abbiano acceso un fuoco per scaldarsi. Com’è possibile che da un porto della Ue si imbarchino dei clandestini e sbarchino senza controlli, senza che nessuno ne appuri l’identità, decine se non centinaia di persone? Fino a ieri i nostri occhi erano puntati su Lampedusa, sui barconi in arrivo dalla Libia.

 traghetto in fiamme norman atlantic 17 traghetto in fiamme norman atlantic 17

 

Ora invece scopriamo che non c’è bisogno di salire su una carretta del mare, ma che per arrivare in Italia senza intoppi basta prendere il traghetto a Patrasso, dove nessuno - né gli armatori né i comandanti - fanno tante domande. E questo è un affare di cui si deve occupare solo la Procura? Abbiamo la sensazione che all’inizio il governo abbia voluto prendersi i meriti del salvataggio del Norman Atlantic, ma ora che il naufragio solleva dubbi e interrogativi Palazzo Chigi voglia solo prendere le distanze.

 

Eh no, caro Renzi: lei che è così loquace e non si lascia sfuggire una conferenza stampa o un’intervista tv, soprattutto se attorniato da bambini, una risposta la deve. maurizio.belpietro@liberoquotidiano.it @BelpietroTweet

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