
"I MILIARDARI PAGANO MOLTO MENO DEL RESTO DELLA POPOLAZIONE. VOGLIO CORREGGERE UN’ANOMALIA" - GABRIEL ZUCMAN, ECONOMISTA FRANCESE CHE DIVIDE LA FRANCIA CON LA SUA PROPOSTA DI TASSARE I SUPER-RICCHI, PRENDE A PICCONATE LE CASSEFORTI DI ARNAULT & CO.: "TASSARE DEL 2% IL PATRIMONIO DI 1.800 FRANCESI CHE POSSEGGONO PIÙ DI 100 MILIONI VUOL DIRE RECUPERARE 20 MILIARDI. GROSSO MODO 0,7 PUNTI DI PIL. PARLARE DI COMUNISMO È RIDICOLO: LE FORTUNE SONO AUMENTATE DEL 10% ALL’ANNO NEGLI ULTIMI 30 ANNI, TASSARLE AL 2% SIGNIFICA CHE CRESCEREBBERO DELL’8%. AGGIRARE LA TASSE CON L’ESPATRIO? SCIOCCHEZZE, CONTINUEREBBE A PAGARE QUESTA TASSA IN FRANCIA…”
Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
Striscioni che invocano la «tassa Zucman», la sinistra che lancia al premier Lecornu l’ultimatum «tassa Zucman o niente governo», il Nobel americano Joseph Stiglitz che sostiene Zucman davanti ai deputati, Bernard Arnault (Lvmh) che invece dice «Zucman vuole distruggere l’economia liberale».
Il 38enne economista francese Gabriel Zucman, già allievo di Thomas Piketty, docente a Berkeley in California poi tornato a Parigi, in questi giorni è al centro della vita politica e sociale della Francia.
Un Paese disorientato e in preda alla voragine dei conti pubblici sembra avere trovato il cuore della questione: tassare o no gli ultra-ricchi, adottare o no la «tassa Zucman», ovvero un imposta del 2% sul patrimonio dei 1.800 francesi che posseggono più di 100 milioni di euro. L’eroe — per alcuni l’incubo — di questo autunno francese ne parla al Corriere .
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La questione delle diseguaglianze è stata a lungo associata soprattutto all’America. Perché se ne parla adesso così tanto in Francia e in Europa?
«La tendenza all’esplosione delle fortune dei miliardari è mondiale, ma particolarmente forte in Francia. Negli Stati Uniti il patrimonio delle 400 più grandi fortune equivale al 20% del Pil americano; in Francia rappresenta il 40% del Pil, i nostri miliardari sono particolarmente prosperi. E pagano davvero pochissime tasse, ancora meno che negli Stati Uniti. E poi c’è il problema del deficit pubblico. Ecco perché ne parliamo tanto qui».
Secondo la sinistra si potrebbero recuperare fino a 20 miliardi, sui 40 indicati come necessari dal governo.
«Sono tanti soldi, 20 miliardi. Grosso modo 0,7 punti di Pil. […] Ma la mia è una proposta molto modesta, non si tratta di far pagare i ricchi più del resto della popolazione, ma di correggere un’anomalia».
Quale anomalia?
«Il fatto che oggi i miliardari in realtà pagano molto meno del resto della popolazione. Spesso, grazie all’ottimizzazione fiscale, pagano zero imposta sul reddito o quasi».
Forse per questo, secondo i sondaggi, la «tassa Zucman» è appoggiata dalla grande maggioranza dei francesi, a sinistra ma anche a destra. Lei è di sinistra?
«Non sono mai stato iscritto a nessun partito. Sono un ricercatore in scienze sociali.
Ma penso che faccia parte del mio mestiere mettere questa proposta nel dibattito pubblico, mostrando il campo delle possibilità […]».
I suoi detrattori invece sembrano essere convinti del contrario. «Una follia, è comunismo» secondo Nicolas Dufourcq (Bpi), «Questa non è economia» per Thierry Breton (ex commissario europeo), «proposta lunare» secondo Patrick Martin (confindustria francese).
«Poiché non hanno argomenti di fondo, Arnault e gli altri sono costretti a inventare le accuse. Parlare di comunismo è ridicolo: le fortune sono aumentate del 10% all’anno negli ultimi 30 anni, tassarle al 2% significa che crescerebbero dell’8% invece che del 10%. Mi pare accettabile. Certi argomenti assomigliano a quelli di inizio Novecento, quando si discuteva di introdurre l’imposta sul reddito».
Anche per l’imposta sul reddito si evocava la rovina dell’economia?
«Le grandi fortune dell’epoca dicevano che avrebbe abbattuto la crescita, la produttività, l’innovazione. E invece è accaduto l’opposto. Dal 1914, quando venne adottata, l’imposta sul reddito ha moltiplicato la produttività per dieci, ha permesso di finanziare lo Stato sociale, cioè l’istruzione per tutti, la sanità, le infrastrutture che costituiscono il vero motore della crescita.
L’idea che l’innovazione in Francia dipenda da 1.800 miliardari, lasciati liberi di fare ottimizzazione fiscale perché altrimenti l’economia andrebbe a rotoli, è semplicemente delirante».
Perché gli ultra-ricchi si oppongono, se il sacrificio richiesto è minimo?
«Per le classi medie la ricchezza è una protezione, un’assicurazione per la vecchiaia, è possedere la casa. Per gli ultra-ricchi è il potere. Potere di influenzare l’ideologia, i media, le politiche pubbliche, il processo elettorale, di influenzare l’economia di mercato grazie a un effetto palla di neve. Ma sarei preoccupato se non avessero protestato, perché significherebbe che hanno già trovato un modo di aggirare il problema».
Secondo l’ex premier Bayrou il modo per aggirare la «tassa Zucman» sarebbe l’espatrio, magari in Italia.
«Sciocchezze. Qualcuno che si trasferisse a Bruxelles, a Ginevra, a Milano, non importa, continuerebbe a pagare questa tassa in Francia. “Potete andare dove volete, ma pagherete la stessa cifra”».
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