caivano parco verde

“GOMORRA” SFRATTA CAMORRA - LA SERIE TV HA PORTATO TROPPA POLIZIA A SCAMPIA: I CLAN SI SONO SPOSTATI AL "PARCO VERDE" DI CAIVANO, DOVE E’ STATA UCCISA LA PICCOLA FORTUNA LOFFREDO - SCOVATO UN SISTEMA DI VIDEOSORVEGLIANZA INSTALLATO NELLE STRADE DEL PARCO E CONTROLLATO DAI GUARDASPALLE DEI BOSS

Giovanni De Cicco per “Libero Quotidiano”

gomorra

 

Gomorra, la fiction tratta dal romanzo di Roberto Saviano, per la terza stagione continua a raccontare in tv la storia delle famigerate Vele di Scampia. Un agglomerato residenziale alla periferia di Napoli roccaforte dei clan partenopei più forti a livello internazionale negli affari illeciti. Ma le Vele ormai sono un affare per produttori e giornalisti che arrivano anche dall' estero attratti dal mito di quella che fu il fortino della famiglia Di Lauro, guidata da Paolo, detto Ciruzz o milionario.

 

Un impero crollato negli anni con lo scoppio della faida e della scissione guidata da una costola degli stessi Di Lauro. A Scampia qualche "piazza" la trovi sempre perché ormai con la crisi e la disoccupazione che ha raggiunto picchi insostenibili, da queste parti lo spaccio resta l'unica fonte di reddito per la stragrande maggioranza delle famiglie.

 

LA RIBALTA MEDIATICA

gomorra 3

Ma le organizzazioni criminali sono state costrette a cambiare "copione" proprio a causa della ribalta mediatica che quelle maledette Vele di cemento e degrado hanno avuto. Telecamere, troppe, in giro per il quartiere; pattuglie delle forze dell' ordine che hanno messo sotto assedio l' intero rione; gli agguati di camorra a tutte le ore del giorno. Un mix esplosivo che ha fermato gli "affari".

 

CAMORRA OMICIDI

Serviva un rimedio perché lo spaccio non rendeva più come una volta in quanto in uno scenario del genere gli stessi tossicodipendenti avevano timore ad avventurarsi tra quei casermoni di cemento per paura di finire nella rete dei controlli o per paura di ritrovarsi al centro di una resa dei conti tra rampolli di famiglie in guerra. Da queste parti le vittime innocenti di camorra non si contano più. Giovani ammazzati per sbaglio dai commando dei clan. Lo spaccio, al contrario,ha bisogno di pace, sicurezza, tranquillità, omertà, silenzio. E le Vele non danno più queste garanzie.

 

Contesto ideale per il set cinematografico e nulla più. Serviva una soluzione immediata per rimettere in vita l' industria di coca ed eroina. Un piano elaborato a tavolino a ripristinare i vecchi affari distinti e distanti dalla guerra di Scampia e dai continui cambi di vertice. Tra le Vele resta la regia del traffico di droga: comanda chi prevale a suon di colpi di kalashnikov. Ma la "roba" viene smistata e venduta al dettaglio altrove, lontano dalla guerra e dalla fiction.

 

I TATUAGGI DELLA CAMORRA

Dove? Dieci minuti di macchina. Si percorre l'Asse mediano che collega la città alla provincia di Napoli. Entriamo nell' hinterland a nord del capoluogo partenopeo. Uscita Caivano, comune cerniera tra la provincia di Napoli e quella di Caserta. Appena lasci l'asse mediano trovi un insieme di case costruito dopo il terremoto del 1980: il Parco Verde. Già conosciuto nel mondo per le tragedie avvenute in questi anni che riguardano i bambini. Ricordate la piccola Fortuna? Seviziata e poi uccisa in circostanze che la Procura cerca ancora di chiarire in un contesto di tolleranza e omertà.

 

NAPOLI - GUERRA DI CAMORRA

Un totale di 758 alloggi, 600 assegnati alle famiglie di Napoli colpite dal terremoto e trasferite agli inizi degli anni Ottanta in provincia mentre i restanti 158 appartamenti sono stati assegnati a famiglie di Caivano. Ottomila residenti di cui 1200 tra bambini e adolescenti.

 

Pronti a far parte dell'esercito dello spaccio. Per farlo non serve la carta d' identità. Ci sono ruoli per tutti. Anche per i bambini e per gli adolescenti. Oltre a quelli già reclutati per lo spaccio, anche gli ultimi 500, tra bambini e adolescenti, sono a rischio criminalità.

Da queste parti non c' è scelta.

PARCO VERDE CAIVANO

 

La strada è obbligata. La droga è l'unica fonte di guadagno per le famiglie e la voce in bilancio più imponente dei clan. È l'unico strumento che consente a questi scugnizzi di sognare un futuro migliore. Il Parco Verde ha sostituito le Vele ed è oggi il "droghasop" più grande e fornito d'Italia preso d'assalto ogni giorno da centinaia di tossicodipendenti provenienti da tutta la Campania perché i prezzi sono convenienti.

 

Sui tetti ci sono pali e vedette per avvistare un eventuale blitz e dare l' allarme prima ancora che i militari possano arrivare all' ingresso del rione. Così la "roba" è sempre la sicuro e gli arresti in flagranza ridotti al minimo.

 

LA SORVEGLIANZA

CAPPELLA ABUSIVA PARCO VERDE CAIVANO

Gli investigatori hanno scovato persino un sistema di videosorveglianza installato nelle strade del Parco e direttamente controllato dai guardaspalle dei boss per tenere sotto controllo ventiquattro ore su ventiquattro qualsiasi movimento in ogni parte di quella che rappresenta una vera e propria enclave sfuggita al controllo dello Stato.

 

Da anni Caivano, cuore della Terra dei fuochi, chiede un sistema di videosorveglianza contro i roghi tossici (immondizia e rifiuti speciali abbandonati e bruciati in diverse parti del territorio) ma non si è andati oltre le promesse delle istituzioni. Nessuna traccia delle telecamere anti roghi. Il copione non cambia. Qui le istituzioni promettono e non mantengono. La camorra, invece, fornisce risposte certe, rapide e sicure.

 

MANIFESTAZIONE IN MEMORIA DI FORTUNA LOFFREDO

Riuscendo ad acquisire consenso tra la popolazione in cambio di "servizi" e occupazione. Il controllo delle strade che portano ai punti in cui si spaccia è affidato ad adolescenti armati, fermi nei luoghi strategici, agli incroci e nei principali punti di aggregazione: giardinetti incolti tra erbacce e rifiuti.

 

Senza dimenticare le pattuglie mobili che battono il quartiere a volto rigorosamente scoperto (qui il casco è vietato per paura di eventuali agguati) in sella a potenti scooter. Si tratta di un circuito ad orario continuo. Una catena di montaggio che ti porta, offrendo anche indicazioni, sulla piazza giusta per acquistare ciò di cui il cliente ha bisogno. Solo per la vendita di eroina si parte alle 8 e 30 e si chiude alle 21 e 30. Di notte rendono di più altre sostanze, soprattutto cocaina, amnesia e cobret. Gli spacciatori organizzati in turni si danno il cambio garantendo un ciclo continuo agli affari.

 

fortuna loffredo

A qualsiasi ora del giorno e della notte il Parco Verde resta un punto di riferimento per ogni esigenza. Qui si rifornisce la Napoli bene che negli ultimi tempi ha chiesto anche un servizio accessorio, ovviamente da pagare profumatamente: la consegna a domicilio. Tutto viene gestito attraverso una rigida organizzazione piramidale.

 

Il boss resta a casa e di sera deve solo contare i soldi dell' incasso. A lui va la parte più grossa che in parte serve a garantire il funzionamento dell' organizzazione e la sopravvivenza degli affiliati. Incluso le famiglie dei carcerati alle quali va riconosciuto un sussidio mensile per dare forza al legame di affiliazione, anche nei momenti più difficili, e soprattutto per evitare pentimenti che potrebbero mettere a repentaglio l' intero "sistema".

 

AFFARI D'ORO

SPACCIO DI DROGA

Poi ci sono i "capipiazza" che portano a casa, rispetto agli affari della giornata, circa duemila euro al giorno. Guadagni più alti nel fine settimana dove la domanda aumenta vertiginosamente. Ai guaglioni, invece, che lavorano sulle piazze e sono impegnati nello spaccio viene riconosciuto un fisso mensile attorno ai duemila euro più un premio di un euro e cinquanta centesimi per ogni pezzo venduto. Pali e vedette, come detto in larga parte bambini e adolescenti, sono l' ultima ruota del carro e lo stipendio varia rispetto all' età e all' esperienza dei singoli soggetti.

 

Comunque si va dagli ottanta ai cento euro al giorno. Inutile parlare della scuola. Tasso di evasione da record. Non è solo un problema di legalità ma di diritto all' infanzia che nessuno vuole affrontare. Bambini che vivono tra droga, pistole, boss e un degrado difficile da percepire per quello che è se non lo si tocca con mano. Il Comune non riesce a garantire nemmeno i servizi essenziali come il taglio dell' erba. Marciapiedi invasi da erbacce e persino le rampe d' accesso alle palazzine, incluso quelle per disabili, sono invase da spazzatura e carcasse di animali schiacciate al suolo. Nel cuore del rione ci sono anche delle serrande per ospitare magazzini con tanto di insegne: coloniali, pescheria, salumeria. Rigorosamente abbassate.

CAIVANO - PARCO VERDE

 

La pescheria si rifornisce di poca roba solo nel fine settimana. Poi resta chiusa. Il coloniale apre un' ora al giorno circa, attorno alle 19 e chiude alle 20. Qualche scaffale sparso nel magazzino, pochi pacchi di biscotti e null' altro. Di mattina in giro ci sono le donne vanno al mercato a fare la spesa. Il pomeriggio c' è il coprifuoco. Di gente onesta che vive di lavoro ce n' è ma deve seguire le regole imposte dalla camorra. Tre principali: non vedo, non sento, non parlo.

 

DESTINO SEGNATO

Paolo Esposito, residente del Parco Verde, scala 4/2 internno uno, muratore di Caivano, lo mette immediatamente in chiaro davanti al nostro taccuino. «La droga? Di queste cose non si vede e non si sente nulla. Non so niente». Memoria e parola gli tornano immediatamente, invece, appena il discorso sfocia sui suoi due figli, di 11 e di 5 anni. «Dovete scrivere la verità: qui i bambini hanno una strada obbligata da percorrere perché anche se vanno a scuola quando tornano a casa ad ora di pranzo cosa devono fare?

 

SPACCIO DI DROGA

Lo Stato è assente, non c' è nulla per i bambini. Passano il loro tempo nello scenario che avete appena visto. Siamo famiglie povere, il lavoro non c' è. I bimbi vivono di stenti e di rinunce. E il mito del guadagno facile dilaga perché guardano chi qui macina fior di quattrini da adulto e quand' era bambino era esattamente come loro, uno scugnizzo e pure povero. È lui che diventa il mito, il simbolo per i bambini del rione».

 

Paolo dice "lui" ma non spiega chi. Il riferimento è ai boss che vivono immersi in un mare di euro. Partiti da zero, scugnizzi cresciuti nella fame, qui, al Parco Verde, sono riusciti a realizzare quello che chiamano il "salto di qualità" e soldi contanti da capogiro conservati nelle confezioni sottovuoto. Proprio come i salumi. Le parole di Paolo non lasciano spazio all' interpretazione. Scoppia in una grassa risata: «Lo Stato? E cos' è?». Brutto dirlo ma al Parco Vede non c' è traccia dello Stato.

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…