
"GUADAGNAVO 300 EURO AL MESE E VIVEVO IN UN SOTTOSCALA" - I RACCONTI DEI GIOVANI CHE D'ESTATE VENGONO SFRUTTATI DAGLI IM-PRENDITORI DEL TURISMO, CHE LI COSTRINGONO A TURNI MASSACRANTI PER PAGHE DA FAME - C'E' CHI PRENDEVA 450 EURO E VIVEVA IN UNA STANZA PIENA DI FORMICHE - UNA DONNA CHE LAVORAVA COME ADDETTA ALLE PULIZIE DI UN ALBERGO GUADAGNAVA 1 EURO PER OGNI CAMERA CHE SISTEMAVA - IL RACCONTO DI UN GIOVANE: "FACEVO IL BARMAN. I CAPI ERANO PRATICAMENTE GUARDIE TEDESCHE" - LA DENUNCIA SUI SOCIAL DI GILBERTO CONTADIN...
@giusykondo #stitch con @gilberto_contadin #lanimatore #villaggituristici #lavoro ? suono originale - Giusy | Italiana a Tokyo
Estratto dell'articolo di Sara Spimpolo per “La Stampa”
ragazzo scappa da un lavoro sottopagato a rimini 4
Si firma "Bidra" e la sua esperienza al mare la racconta così: «Prendevo 450 euro per stare in una stanza piena di formiche. Mi hanno licenziato perché da bagnino mi rifiutavo di fare i balletti con gli animatori».
Roberta ha lavorato a Pesaro in un hotel come addetta alla pulizia delle camere: «Prendevo 4 euro l'ora e in un'ora ne dovevo pulire 4. Praticamente mi pagavano 1 euro a camera».
Marco invece guarda indietro: «A 17 anni, alla prima esperienza prendevo 300 euro al mese. Vivevamo in un sottoscala della villa dei proprietari del villaggio». E ancora, Valeria: «Ho fatto quattro stagioni a 450 euro, lavorando 18 ore al giorno senza giorni di pausa, in quattro in una camera… e nonostante tutto, fare l'animatrice è stato il lavoro più bello della mia vita».
Eccole, una dopo l'altra: cartoline da un'Italia che non vediamo, o facciamo finta di non vedere. Storie di ragazzi e ragazze che, dopo la denuncia di Gilberto Contadin - il 21enne che ha lasciato un lavoro da animatore a Rimini perché pagato 3 euro all'ora - hanno invaso i social de La Stampa.
Testimonianze che raccontano un Paese dove parlare di salario minimo è ancora tabù, e quando è previsto da un contratto viene aggirato. Dove "alloggio compreso" significa letti a castello in stanze umide, sottoscala, garage, scantinati, «bagni senza porte», come scrive Jack. Dove l'orario contrattuale è un numero sulla carta e quello reale lo decide il capo turno.
Daniele racconta: «Ho fatto dieci giorni in Trentino come barman in un hotel e sono scappato via. Nove colleghi su dieci erano fantastici, ma i capi erano praticamente guardie tedesche: stanza minuscola ricavata da un sottoscala, in cui dormivamo in quattro, un solo bagno per tutto il personale. Terribile esperienza». [...]
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Giorgio Bastiani ricorda: «Undici anni fa feci due stagioni in piscina. Paga base di 6,5 euro l'ora il primo anno e 8 il secondo. Considerando che il bagnino ha una grande responsabilità, con rischi di denunce penali, anche 8 euro è veramente poco. E in molti altri posti le paghe sono la metà. Non capisco perché ci si ostini ad andare contro un salario minimo». Elena Cerisara conferma: «È così anche in Liguria. 1.200 euro per 48 ore settimanali, bagnino con brevetto, no assistente bagnanti. Vogliamo parlare della responsabilità?!».
Dal feed di Instagram, Francesca Polverino attacca: «Chi giustifica questi 4 spicci dicendo che "è un lavoro bellissimo che ti permette di collezionare ricordi" è parte del problema. Come se fare un lavoro che ti piace ti metta automaticamente in condizione di doverlo fare gratis. Ho fatto un anno di animazione, mi pagavano 345 euro al mese: avevo 16 anni, prima esperienza. Che Paese inutile».
Ancora Silent Jake: «Fino al 2012 ho prestato servizio come organo di salvataggio in un camping della mia zona per ben cinque stagioni. Ho visto ragazzi appena maggiorenni stare in piedi dalle sette di mattina alle quattro di notte, sia per intrattenere il pubblico che per provare le scenografie, sotto il sole cocente e con lo scirocco sotto al naso, il tutto per 400 euro al mese. Il posto in cui dormivano faceva rabbrividire. Dovete denunciare».
Un testimone più anziano di Gilberto ammette: «La colpa è della mia generazione. Abbiamo accettato di tutto: orari da schiavi, stipendi da fame. Io lavoravo almeno otto ore al giorno più il sabato, mezza giornata, per 250 mila lire al mese, come gli attuali 250 euro. Non ho mai avuto il coraggio di chiedere di più, dovevamo pure ringraziare.
Adesso queste nuove generazioni non vogliono più fare i servi dei padroni, e fanno bene. Chi dice che i giovani non hanno voglia di lavorare non sa di cosa parla. Ci sono universitari che, con la scusa degli stage, lavorano a tempo pieno per 500 euro al mese.
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[...] Un racconto anonimo denuncia: «Sul contratto c'è scritto che si lavora 8 ore al giorno quando in realtà te ne fanno lavorare più di 15. Dormi negli scantinati e non hai giorni liberi. Io lo chiamo sfruttamento, sono ancora in causa per questo». [...]
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