coronavirus

FINE DI UN INCUBO – TORNERANNO A CASA NELLE PROSSIME ORE I 114 STUDENTI BLOCCATI IN CINA: QUASI TUTTI MINORENNI ERANO ARRIVATI NEL PAESE PER UNO SCAMBIO ATTRAVERSO IL PROGRAMMA INTERCULTURA – LA STORIA DI UN BALLERINO RIMASTO A KUNMING : “SENZA UNO STIPENDIO, IL MIO DATORE DI LAVORO È SPARITO” - ALLARME TERMOSCANNER: "SU CENTO POTENZIALI MALATI NE INDIVIDUA SOLO 8"

Alessia Marani e Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”

 

controlli per il coronavirus

Tra gli italiani rimasti bloccati in Cina ci sono anche 114 studenti, quasi tutti minorenni, arrivati lo scorso anno nel colosso asiatico per uno scambio-studio attraverso il programma Intercultura. Il loro incubo, però, sta per finire. Torneranno in Italia tra oggi e domani, prendendo direttrici diverse e facendo scalo in città europee come Berlino, Madrid e Parigi, o a Doha, in Qatar.

 

coronavirus quarantena in una crociera a hong kong

Il loro rientro viene seguito passo dopo passo da una cabina di regia dell'Unità di crisi della Farnesina. Ieri il commissario straordinario per l'emergenza coronavirus, Angelo Borrelli, ha fatto sapere di avere «firmato e inviato alle regioni di appartenenza l'ordinanza per evitare che questi liceali perdano l'anno scolastico».

 

L'ACQUISTO DEI BIGLIETTI

Nel loro caso, l'acquisto dei voucher è a carico delle famiglie. Ma nelle situazioni più difficili, chi si trova in Cina, vuole andarsene ma non ha i soldi per partire, potrà eventualmente chiedere un prestito alle autorità italiane: . se lo stato di necessità è comprovato - spiegano all'ambasciata - il consolato può anticipare la spesa per i biglietti aerei, i cui prezzi stanno salendo alle stelle.

coronavirus

 

La Farnesina, intanto, continua a lavorare per consentire il ritorno, nel più breve tempo possibile, del 17enne friulano che, per la febbre, non era potuto salire sul volo dell'Aeronautica militare che ha riportato a Roma altri 56 italiani (anche italo-cinesi) che si trovavano nella città di Wuhan e nell'Hubei, epicentro del virus. Per il giovane, risultato negativo al test, dal momento che si trova comunque nella zona rossa dell'epidemia, l'unità di crisi sta valutando una strategia ad hoc.

 

Sebbene siano molti anche gli italiani che hanno deciso di restare in Cina nonostante il virus, l'evacuazione da parte di chi non si sente al sicuro e vuole tornare a casa prosegue. «Anche se ogni giorno si fa più difficoltosa», fanno sapere dalla Community Italiani in Cina che raccoglie gli iscritti all'anagrafe cinese: «Sempre più compagnie aeree stanno cancellando le connessioni».

 

disinfestazione contro il coronavirus a seul

Per chi resta, però, la situazione non è rosea. A Shanghai, per esempio, ogni famiglia può avere 5 mascherine di tipo chirurgico previa registrazione con passaporto all'amministrazione condominiale o di vicinato, non di più. Motivo per cui le associazioni cinesi d'Italia stanno allestendo due hub, uno a Guidonia (Roma) e uno a Segrate (Milano), dove fare convogliare le donazioni di presidi sanitari da spedire a Pechino.

 

emergenza coronavirus

A Gabriele De Fazio, ballerino romano di 23 anni, rimasto bloccato a Kunming, nella provincia dello Yunnan, senza più un lavoro («il teatro ha chiuso, non possiamo esibirci») e senza paga («il mio impresario è scomparso») il consolato ha assicurato protezione:

 

«Mi hanno detto di attendere un paio di giorni, confidando che il datore di lavoro si rifaccia vivo, poi interverranno loro - racconta - Chi lavora per grandi società, in questo senso, è maggiormente tutelato, so che per altri italiani, infatti, stano provvedendo al rimpatrio le aziende. Ma chi non è inserito in un contesto del genere, sta vivendo disagi enormi». Il ragazzo martedì aveva lanciato un disperato appello: «Sta scarseggiando il cibo, metro e bus sono fermi, i palazzi sono in quarantena, qui non possiamo restare».

indonesia, disinfettante a pioggia sui passeggeri in arrivo dalla cina 1

 

VIAGGIO A MADRID

È riuscita a imbarcarsi da Pechino per Madrid dopo un'ulteriore odissea di 22 ore in volo, ieri sera alle otto, Chiara Cravotta, studentessa siciliana di 23 anni. La ragazza era intrappolata a Tsingtao, nella provincia dello Shandong. Finalmente con l'aiuto del papà dall'Italia e dopo avere perso altre connessioni, aveva acquistato un volo da Pechino a Seul, ma una volta arrivata in Corea, ieri, si è vista negare l'ingresso in quel Paese ed è stata rispedita in Cina.

 

«È scoppiata in lacrime, poi si è fatta forza ed è ripartita», ha detto sollevato il papà Luigi, un maresciallo dei carabinieri in pensione. Più fortunata è stata un'altra studentessa siciliana di Alcamo, Dalila Adragna, che ieri mattina è finalmente atterrata a Fiumicino: «La cosa assurda - racconta - è che nessuno ha controllato il mio stato di salute nello scalo a Bangkok, solo a Fiumicino mi hanno passato al termoscanner con l'ipad.

CORONAVIRUS - TURISTE CINESI

 

In Cina mi è bastato firmare un'autodichiarazione in cui sostenevo di non avere sintomi influenzali. Adesso aspetto di avere indicazioni dalla Asl per sapere se devo mettermi in isolamento».

 

Marco Pasciutti per il “Fatto quotidiano”

 

Sono attivi al "Leonardo da Vinci" di Fiumicino, dove "sono già oltre 24mila le persone controllate", ha spiegato ieri il commissario all' emergenza Angelo Borrelli dopo la riunione del Comitato operativo. Dalle 16 di mercoledì funzionano anche a Milano Malpensa e a Cagliari. Negli altri scali sono all' opera circa 800 volontari con il termometro a pistola.

 

panico coronavirus a fiumicino 2

Con l' accensione dei "termoscanner" sono partiti i nuovi accertamenti disposti dal Ministero della Salute - la rilevazione della temperatura corporea - per "screenare" i passeggeri in arrivo e individuare i potenziali casi di coronavirus. Un tipo di misure, adottate in uscita anche dalla Cina, sulla cui efficacia la London School nof Hygiene and Tropical Medicine avanza dubbi. In uno studio pubblicato il 30 gennaio, il centro di ricerca dell' università di Londra e ente di riferimento in materia nel Regno Unito sostiene che solo 8 su 100 potenziali portatori del virus 2019-nCov partito dalla Cina vengono individuati attraverso lo scanning termico al momento dello sbarco.

 

panico coronavirus a fiumicino 1

La misura, si legge nel documento firmato da un gruppo di ricercatori guidato da Billy Quilty, "viene spesso implementata per limitare la probabilità di ingresso di casi infetti" nei Paesi che la adottano "nonostante scarse evidenze circa la sua efficacia".

 

In particolare, nel caso del morbo partito dalla città cinese di Wuhan, a mettere in discussione l' utilizzo degli scanner termici è il lasso di tempo che intercorre tra l' infezione e la comparsa dei sintomi. "Un recente articolo del New England Journal of Medicine - si legge nella presentazione dello studio sul sito del dipartimento - mostra che la maggior parte delle persone infettate dal nuovo coronavirus mostrano i sintomi dopo poco più di cinque giorni".

panico coronavirus a fiumicino

 

Nella fattispecie - specifica la ricerca che ha analizzato "i primi 425 casi confermati" nella metropoli dello Hubei - "il periodo medio di incubazione è stato di 5,2 giorni".

 

Quindi, è il ragionamento, "i soggetti potrebbero anche presentare un' infezione asintomatica (subclinica) che non manifesta sintomi tali da essere rilevati dalla scansione termica o da indurre le persone a cercare assistenza medica, sebbene queste possano essere infettive".

MASCHERINA E BOTTIGLIA DI PLASTICA IN TESTA PER DIFENDERSI DAL CORONAVIRUS

 

"Lo screening in ingresso sembra una misura razionale - ribadisce Quilty - Tuttavia esso è in grado di rilevare solo i viaggiatori infetti che presentano sintomi, come la febbre". Tradotto: un viaggiatore potrebbe avere il morbo ma non aver ancora neanche una linea di febbre e passare senza problemi il controllo al termoscanner.

 

Perché un malato sia individuato con il termomentro una volta sceso dall' aereo - prosegue il report che, specifica per completezza l' ente di ricerca, non è stato "peer-reviewed", ovvero non è stato ancora sottoposto al parere della comunità scientifica, ma è pubblicato con tutti i crismi dell' ufficialità sul suo sito - devono verificarsi alcune condizioni: tra queste, che "l' infezione non sia asintomatica", che "il periodo di incubazione termini dopo la partenza e prima dell' arrivo", che i sintomi non siano stati individuati dallo screening effettuato alla partenza".

XI JINPING CON LA MASCHERINA

 

Una serie di presupposti che fa sì che il numero di casi individuati rischi di essere basso: secondo la simulazione realizzata dagli studiosi e aggiornata al 2 febbraio, su 100 passeggeri infettati dal virus solo 8 verrebbero individuati dagli strumenti approntati nel settore "Arrivi" degli aeroporti e 43 dagli strumenti approntati negli scali dei Paesi come la Cina che prevedono screening al momento della partenza: "L' efficacia degli entry screening - si legge ancora - è largamente dipendente da quella dei test fatti in uscita". In totale 49 ammalati passerebbero il controllo.

 

VIRUS CINA CORONAVIRUS

Interpellati dal Fatto, gli uffici della Protezione civile fanno sapere di attenersi alle indicazioni dell' Oms, secondo cui senza sintomi non si è infettivi. Al momento in cui arriva, chi ha la febbre viene visitato da un medico e vengono vagliate due variabili: se il soggetto si è recato di recente in Cina e se è venuto in contatto con un malato. Se si verifica una di queste condizioni, la persona viene immessa nei protocolli previsti dal ministero della Salute.

coronavirus casi in italiaricercatori al lavoro per il vaccino sul coronaviruscoronaviruscoronavirus al microscopio 3coronavirusCORONAVIRUScoronavirus 1coronavirus 2coronavirus 3ricercatori al lavoro per il vaccino sul coronavirus 2coronavirus, militari cinesi con la mascherina 5coronaviruscoronavirus

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