mr bean cibo mangiare

E TU, SAI COSA STAI MANGIANDO? - MILENA GABANELLI A TAVOLA: L’EUROPA UCCIDE IL DECRETO ITALIANO SULL’OBBLIGO DI SPECIFICARE L’ORIGINE DELLA MATERIA PRIMA DI UN PRODOTTO ALIMENTARE - IL NUOVO REGOLAMENTO UE, IN VIGORE DAL 2020, CAMBIA LE CARTE IN TAVOLA A DANNO DELLA NOSTRA FILIERA AGROALIMENTARE

Milena Gabanelli per il “Corriere della Sera”

 

gabanelli

Novantasei consumatori su cento vorrebbero conoscere l'origine della materia prima di un prodotto alimentare, prima di acquistarlo. Per questo, l'anno scorso, i nostri ministeri dell' Agricoltura e dello Sviluppo economico hanno finalmente deciso che a partire dal 2018, i produttori degli alimenti base più consumati sono obbligati a scrivere sull' etichetta se la materia prima è stata prodotta in Italia, oppure importata dal mercato interno europeo, o da quello extracomunitario.

 

Oggi quindi i consumatori italiani, al supermercato, possono leggere da dove arriva il latte, dove è stato coltivato il grano con cui è stata fatta la pasta, dove è cresciuto il pomodoro delle salse. Siamo l' unico Paese europeo ad avere un obbligo di trasparenza così stringente, ma durerà poco.

 

GRANO SOLINA

Appena emanato il decreto, l' associazione italiana dei pastai (Aidepi), a cui sono iscritti tra gli altri Barilla, Divella, Felicetti e Garofalo, ha subito fatto ricorso al Tar del Lazio: «Si vuole indurre il consumatore a preferire la pasta in base all' origine della materia prima impiegata, ma l' origine del grano non è sinonimo di qualità».

 

Alla fine il Tribunale ha respinto il ricorso ritenendo «prevalente l' interesse a tutelare l'informazione dei consumatori». Vale la pena di ricordare che la nostra industria della pasta vale 4,7 miliardi di euro, che la produzione italiana di grano è di 4,3 milioni di tonnellate e che ne importiamo da tutto il mondo altri 1,74 milioni di tonnellate. Un tema non banale, se i consumatori si mettono in testa che «italiano è meglio», ad esempio perché abbiamo regole severe sull' uso di pesticidi e diserbanti.

 

latte e derivati

Anche la «Food drink Europe», la lobby dell' agroalimentare che riunisce i marchi Danone e Nestlé, insieme alle sigle di Confindustria, aveva reclamato presso la Commissione europea: «I membri considerano con preoccupazione le tendenze a rinazionalizzare determinate norme e politiche nel settore». In altre parole: «Sull' argomento deve decidere la Commissione e non un singolo Paese».

 

Mentre l' industria agroalimentare italiana, nonostante i «mal di pancia», si sta adeguando con l' aggiornamento delle etichette, il 28 maggio, a Bruxelles, il presidente Juncker firma il nuovo regolamento europeo, che azzera il decreto nazionale. Dal 1° aprile 2020 sarà obbligatorio indicare da dove viene la materia prima solo quando «il Paese d'origine è indicato attraverso illustrazioni, simboli o termini che si riferiscono a luoghi o zone geografiche». In pratica vuol dire che, fra un paio d' anni, in Europa, gli unici vincolati a dichiarare la provenienza dell' ingrediente principale, saranno le aziende che mettono sulla confezione dei «tratti» che ne evocano l'origine.

 

parlamento europeo

Per fare un esempio: quando sulla scatola di pasta c'è scritto «100% italiana», il produttore sarà obbligato a dichiarare se la semola è tutta italiana o una parte è importata dalla Romania o dal Canada. Se invece la confezione non lascia intendere un preciso legame con un territorio, basta scrivere: «Ue» oppure «non Ue» o «Ue e non Ue» o anche niente. In sostanza, un regolamento che mette in riga chi vuole spacciare per italiano un prodotto che italiano non lo è, o non del tutto, ma lascia a tutti gli altri maglie larghe.

 

Il giorno delle votazioni al Berlaymont soltanto Germania e Lussemburgo si sono astenute dal voto, mentre l'Italia, che si era sempre dichiarata contraria, si è poi schierata a favore della nuova etichetta. L'agroalimentare è l' eccellenza italiana nel mondo. Soltanto l'industria della trasformazione del pomodoro vale 3 miliardi, e rappresenta il 47% del mercato comunitario. Il riso, con una produzione di 1,50 milioni di tonnellate, conta il 50% di tutta la produzione Ue.

 

salsa di pomodoro

La filiera del latte nostrana vale oltre 15 miliardi di euro. Gli italiani, che consumano a testa ogni anno 24 kg di pasta, 30 kg di salse e 53 litri di latte, fra i 28 Paesi membri sono i cittadini più coinvolti in questa vicenda. Anche se una piccola fetta di mercato sceglierà la spesa guardando solo al prezzo, le indagini del ministero dell' Agricoltura dicono che il 96% dei consumatori ritiene importante un'etichetta dove sia scritto in modo chiaro e leggibile l' origine dell' alimento base su tutti i prodotti alimentari.

 

Secondo le ricerche dell' Europarlamento l' 84% dei cittadini europei ritiene necessario indicare l' origine del latte, mentre il 90% vuole un' etichettatura trasparente per gli alimenti trasformati. Oggi le più grandi associazioni di categoria della Confindustria dicono che comunque non cambierà nulla. Il presidente di Aidepi, Riccardo Felicetti, dichiara: «Continueremo a fornire le stesse informazioni di oggi; non abbiamo alcuna intenzione di tornare indietro». Anche il direttore di Anicav Giovanni De Angelis mette le mani avanti: «Stiamo immaginando di mantenere questa posizione, indipendentemente dal fatto che la regola Ue la renda facoltativa».

riso

 

La pensa uguale il direttore di Assolatte Massimo Forino: «Ci sarà scritto non più per legge, ma per scelta aziendale». Si associa anche Roberto Carriere (Airi): «Una volta che abbiamo scritto "riso Italia" non vedo perché dovremmo toglierlo».

 

Vedremo. Per ora, chi sgarra rischia una multa fino a 9.500 euro e Coldiretti promette battaglia. Anche il Parlamento europeo, che già nel 2016 si era espresso a favore di etichette trasparenti sull' origine del prodotto, ha riaperto il tema in Commissione agricoltura, con l' eurodeputato Paolo De Castro: «Mi auguro che il nuovo governo sostenga lo scontro con gli altri Paesi e li convinca. Lo vogliono i consumatori». Già, i consumatori, queste galline dalle uova d' oro così facili da ingannare, hanno però il potere di orientare le politiche, ogni volta che scelgono «cosa» mettere nel carrello della spesa.

(ha collaborato Carla Falzone)

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…