PRATO DI CRISANTEMI - L’UNICO CADAVERE IDENTIFICATO NEL ROGO IN FABBRICA È UN IRREGOLARE - LA PROCURA: “SIAMO SOTTODIMENSIONATI. QUI È UN FAR WEST” - L’AMBASCIATA CINESE IN ITALIA, CHE DICE?

Da "repubblica.it"

Un mazzo di fiori all'esterno della fabbrica del rogo. Portato da un cittadino cinese venuto da Firenze. E tutt'intorno i vigili del fuoco, al lavoro per completare le bonifiche e mettere in sicurezza la ditta dove ieri hanno perso la vita sette operai in via Toscana, a Prato. A terra cumuli di tessuti, resti di macchine, stendini, sacchi con dentro centinaia di pezzi di stoffe.

Ci sono i vetri rotti, una bicicletta e materassi. "Questa è una tragedia annunciata - dice il sindaco di Prato Roberto Cenni - una tragedia che deve richiamare un impegno a livello nazionale perché da soli non possiamo affrontare questa realtà così diffusa sul nostro territorio. Tutto questo può succedere ancora". Il giorno dopo la strage è quello delle reazioni e dell'inchiesta giudiziaria.

Per ora, nel rogo della fabbrica-dormitorio l'unico corpo identificato è quello di un irregolare. All'obitorio nessuno per ora è andato a reclamare le salme, circostanza che fa pensare agli inquirenti che anche gli altri operai morti tra le fiamme possano essere irregolari così come lo è uno dei due feriti.

Tra i reati contestati, ha spiegato il procuratore capo di Prato Piero Tony "il disastro colposo, l'omicidio colposo plurimo, il reato di omissione di norme di sicurezza e sfruttamento di manodopera clandestina".

"La maggior parte delle aziende sono organizzate così: è il far west", dice Tony. "I controlli sulla sicurezza e su ciò che è collegabile al lavoro, nonostante l'impegno dei tutte le amministrazioni e delle forze dell'ordine, sono insufficienti. Siamo sottodimensionati: noi come struttura burocratica, ha spiegato il procuratore, siamo tarati su una città che non esiste più, una città di 30 anni fa".

L'incendio, secondo le indagini, si è sviluppato nella parte destra del capannone dove c'era una cucinetta e non è doloso. All'interno del capannone c'era anche un bambino di 4 anni che è fuggito insieme ai suoi genitori.

Sul posto arrivano alla spicciolata i membri della comunità cinese di prato. Guardano da lontano, e dicono di non parlare italiano. "Allontanatevi - urlano i vigili del fuoco - nella fabbrica c'è amianto. Allontanatevi, lo dico per la vostra incolumità".

"Il giorno di lutto sicuramente lo faremo, il consiglio comunale deciderà quando ma non è sufficiente - dice il sindaco Cenni - abbiamo bisogno di un intervento straordinario a livello nazionale perché queste tragedie possono succedere di nuovo". "Prato è un caso particolare, possiamo definirlo un caso limite", ha detto invece il Ministro del Lavoro Giovannini, "dobbiamo lavorare sulla sicurezza".

"In questi minuti stiamo ultimando i lavori e stiamo provvedendo a fare tutti i rilievi del caso - ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco di Prato Vincenzo Bennardo - per mettere in sicurezza l'area". Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, ha invece annunciato di aver chiesto un incontro a porte chiuse con il premier Enrico Letta e il ministro degli Interni Angelino Alfano: "Lontano dai riflettori, chiedo la convocazione di una e piu' riunioni per mettere a punto una strategia che bonifichi questa situazione",ha detto Rossi.

Sette morti e due feriti gravi nel rogo della fabbrica. "Se non si fa qualcosa di risolutivo, rischiamo di importare il peggio della globalizzazione", ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini esprimendo "cordoglio per le famiglie delle vittime" e invitando lo Stato "a mettere in atto tutte le misure per fare emergere e contrastare questa realtà, che stiamo apprendendo non è un caso isolato".

Secondo la presidente della Camera "una tragedia del genere uno magari se l'aspetta in qualche paese del Sud-Est Asiatico, ma è dura da recepire in Italia". Bisogna agire, ha insistito, "non solo per tutelare i lavoratori, ma anche per tutelare le aziende che rispettano i diritti, che pagano il costo del rispetto di questi diritti. Lo dobbiamo a tutto il sistema di produzione del nostro paese".

C'è il rischio "di importare il peggio della globalizzazione, anziché esportare il nostro modello che è stato quello di combinare libertà di impresa e tutela dei diritti". In questo modo - ha ribadito Boldrini - "rischiamo di tollerare delle enclave in cui c'è stata la delocalizzazione dei diritti".

"Nessuno può affermare seriamente di non sapere cosa succede a Prato - ha commentato Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil - nessuno tra le istituzioni, la politica, le stesse forze sociali. Prato rappresenta probabilmente la più grande concentrazione di lavoro nero, ai limite della brutalità e della schiavitù, che esiste in Europa"."Siamo vicini -afferma il leader sindacale- alla comunità cinese, alle famiglie, ai loro cari, alla città".

"Ormai Prato -prosegue il segretario- viene vissuta con normalità, accettata, legittimata. Chi dovrebbe vigilare non lo ha mai fatto, chi sapeva non ha mai parlato; e all'ombra di queste rimozioni si è creato un mostro difficilmente governabile. Verrebbe da dire: o lo stato di diritto, o Prato".

"Rispetto a quanto accaduto a Prato - ha detto invece l'ex ministro alla coesione territoriale Fabrizio Barca - la sinistra ha delle colpe sul piano dei valori perché per la sinistra il lavoro è un punto fondamentale. Chi è iscritto al partito di cos'altro deve occuparsi se non risolvere quella situazione? L'inesistenza di un telaio di partiti sul territorio è il problema. Un partito ha responsabilità"

 

LE STANZE SEGRETE DEI CINESI A PRATO LE STANZE SEGRETE DEI CINESI A PRATO LE STANZE SEGRETE DEI CINESI A PRATO LE STANZE SEGRETE DEI CINESI A PRATO LE STANZE SEGRETE DEI CINESI A PRATO LE STANZE SEGRETE DEI CINESI A PRATO LE STANZE SEGRETE DEI CINESI A PRATO LE STANZE SEGRETE DEI CINESI A PRATO LE STANZE SEGRETE DEI CINESI A PRATO

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")