sergio rubini e la fidanzata tina

“LEI MI LASCIÒ I COLLANT NEL LETTO E SUA MADRE MI CACCIÒ DI CASA” – SERGIO RUBINI RACCONTA IL SUO PRIMO AMORE CON UNA RAGAZZA NORVEGESE DI 17 ANNI: “MI INVITÒ AD ANDARE A CASA SUA, CON UNA LIBERTÀ IMPENSABILE PER UNA MINORENNE ITALIANA. IN NOVERGIA LA SUA FAMIGLIA AVEVA UNA VILLA SU DUE PIANI E IO PENSAI CHE I SUOI SAPESSERO DI NOI. IO VOLEVO FIDANZARMI IN CASA, MA LORO NON SAPEVANO NIENTE. UNA NOTTE SUA MADRE ENTRÒ IN CAMERA E IO NUDO MI NASCOSI DIETRO A…”

Estratto dell’articolo di Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”

 

sergio rubini e la fidanzata tina

In un viaggio in treno per l’Europa, Sergio Rubini conobbe una ragazza norvegese.

[…]

 

Aveva 17 anni. Bionda, mi sembrava bellissima».

 

E la puntò.

«[…] Mi invitò ad andare a casa sua, con una libertà impensabile per una minorenne italiana. Quando ripartii, pensavo non le importasse nulla di me. Però Tina accompagnandomi alla stazione si mise a piangere. La bombardai di lettere d’amore che lei corrispondeva. Io dovevo frequentare il secondo anno di Accademia d’arte drammatica, lei andava al liceo. Senonché zio Mario, il fratello di mio padre, mi diede 100 mila lire che mi permisero di tornare in ottobre ospite da Tina in Norvegia. Lei mi insegnò l’inglese, mi dava le parole. Passammo giorni felici. Presto avvenne un dramma».

sergio rubini

 

Quale?

«Io, ragazzo del Sud, invitato da lei a casa sua, davo per scontato che i suoi genitori sapessero tutto di noi. Avevano una villa su due  […] Quando andavo a dormire, sgattaiolavo dal letto e mi infilavo in quello della stanza di Tina. […] Volevo ufficializzare il fidanzamento. Nella mia terra in una situazione del genere si dice fidanzati in casa».

 

Invece?

«Chiedevo, ma lo sanno i tuoi, gliel’hai detto? Non lo sapevano. Una mattina, svegliandomi, mi accorsi che lei aveva lasciato i collant nel mio letto. Volutamente non li tolsi. La madre a casa prese la figlia ed esclamò, rigida, ferma, senza fare sceneggiate, ho trovato cose tue dappertutto .

 

Non aggiunse altro. La sera riandai nella stanza di Tina come se nulla fosse successo.

sergio rubini foto di bacco

La casa era di legno, sentii un trambusto al piano di sopra, Tina pregò di andarmene, scappa scappa . Non ci fu il tempo, per le scale vedevo i piedi di sua madre, sentivo lo scricchiolio sul legno».

 

Una scena alla Hitchcock.

«Mi misi tra le tende trasparenti a guardare nudo verso la notte ghiacciata norvegese. In una lingua per me incomprensibile, sentivo sua madre urlare, ma urlava come possono urlare i norvegesi, senza enfasi mediterranea, le uniche parole che capivo erano Sergio e Italia. Poi la madre si rivolse a me e mi disse in italiano, finito, basta . E mi fece il segno di andarmene. […] decise di non venire più in Italia e che era opportuno lasciarmi. Lo fece, mi lasciò. Provai un grande dolore.

carol alt sergio rubini treno di panna

 

[…] Mi ha reso inquieto in tutti gli altri rapporti sentimentali. Ero convinto che il più grande amore l’avevo già vissuto. Subito dopo mi misi con Mita Medici, che era un po’ più grande di me ed era una leggenda, una delle ragazze del Piper. Andai a vivere a casa sua. Sulla segreteria telefonica di casa trovai un messaggio di Tina, non so come riuscì ad avere il numero».

 

Cosa le diceva?

sergio rubini in mortacci

«Che di passaggio a Roma, aveva due ore libere in attesa della coincidenza. Mi precipitai alla stazione. Tina era tutta vestita di bianco, circondata da bambini rom che le gironzolavano intorno. Era il richiamo della foresta. Prima però dissi a Mita, con cui stavo provando uno spettacolo, quello che era accaduto: mi rimetto con Tina e non tornerò più da te . Andammo a vivere in un alberghetto, disse che mi aveva mollato perché le era stata distrutta la sua vita familiare, lei non era ancora maggiorenne… Avevo fatto un casino totale con quei collant. Però lei mi amava, e anche io».

sergio rubini foto di bacco

 

Lei era un giovane attore pieno di sogni, l’incontro con Fellini ancora lontano.

«Ero entusiasta di aver ricominciato la storia con lei dopo quattro anni. Un giorno ripartì per la Norvegia, le promisi che sarei andato a vivere con lei. Era diventata attrice […]  La seguii mentre recitava a Finnmark […] Sentivo il bisogno di telefonare ai miei genitori che mi dissero, stiamo andando in chiesa a festeggiare 25 anni di matrimonio. Mi immalinconii. La nostra storia si guastò perché voleva restare in Norvegia».

 

Certo Tina non era una persona facile.

sergio rubini

«Era problematica, aveva il vizio di alzare le mani, io mi proteggevo ma quando si comincia o quella cosa la stoppi o diventa organica alla relazione. Tina mi lasciò e impazzii, mi aveva già lasciato 5 anni prima. Mi telefonò e disse, non sono sicura che la nostra storia sia completamente finita. Forse dovremmo rivederci, ma da amici. […] Ma è maledettamente difficile rivedere la donna con cui sei stato così bene insieme e camminare mano nella mano, mentre lei mi riaccompagnava alla pensione dove avrei soggiornato».

vladimir luxuria margherita buy sergio rubini

 

Lei tornò in Norvegia e...

«Dopo un viaggio lungo e complicato, non c’era nessuno ad aspettarmi. Sento Din Don, il signor Rubini è atteso al banco informazioni. C’era una lettera di Tina, tornatene in Italia, non mi cercare. Non avevo un soldo, non sapevo dove andare a dormire. Mi recai alla stazione di polizia nel minuscolo aeroporto di Stavanger con quella lettera e dissi, una vostra connazionale mi ha dato il benservito in questo modo, non ho soldi, cosa devo fare?

 

Mi chiusero nella sala d’aspetto, in tasca avevo una moneta da cinque corone che non bastavano per chiamare l’Italia. Chiamai il padre di Tina, lo psichiatra, tua figlia mi ha mollato in modo terribile, siete degli stronzi , mi sfogai fino a quando cadde la linea perché le cinque corone non bastavano più. Sistemai lo zaino e piegandolo a mo’ di cuscino trovai nella tasca 100 mila lire che non sapevo di avere»

mi rifaccio vivo di sergio rubini

 

E cosa fece?

«Non me ne fregò nulla. Restai lì, a dormire in sala d’aspetto. Tornato in Italia, usai quei soldi per due biglietti di un concerto, invitai il mio amico Nardino a sentire con me Sting, nel suo esordio da solista dopo i Police. Una serata memorabile».

sergio rubini stefano accorsi la nostra terraSergio Rubini sergio rubini (3)sergio rubini (2)sergio rubini

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…