
UNIONI CIVILI PARACULE - “NON SIAMO GAY; CI SPOSIAMO PER CONVENIENZA” - BUFERA SU GIANNI E PIERO, I DUE AMICI CHE RICORRONO ALLA CIRINNA’ PER SOLDI E PER ACCEDERE A DIRITTI CHE ALTRIMENTI GLI SAREBBERO NEGATI. COME FANNO GLI ETERO DA MILLENNI...
Roberta Catania per Libero Quotidiano
Fatta la legge, trovato l' inganno. Le unioni civili sono diventate realtà solo nel maggio scorso, ma qualcuno ha già escogitato il modo per snaturare l' aspetto più poetico di un lungo iter che era stato definito una «battaglia di civiltà». Il prossimo week end, nel vicentino, la battaglia diventerà il trionfo dell' opportunismo.
A unirsi civilmente a Schio, infatti, non saranno due persone che si amano, bensì due amici single che dividono casa e farebbe loro comodo anche dividere le spese e non vedersi erroneamente recapitare due distinti bollettini per il canone Rai (come è successo finché la tassa per la tv di Stato non è stata inserita nel pagamento della luce). Non solo, la proposta anziché essere corredata da un anello è stata farcita dalla promessa della reversibilità della pensione. Insomma, di romantico c' è proprio poco.
La furbata la raccontano i protagonisti stessi al Giornale di Vicenza.
Gianni e Piero, 56 anni il primo, 70 anni il secondo, convivono già da tempo, senza essere omosessuali. Vanno d' accordo, non hanno legami stabili e preferiscono dividersi le spese (ma non la camera) anziché incontrarsi la sera al pub per una birra. Sono loro, quindi, a spiegare che sabato prossimo a palazzo Garbin si uniranno civilmente «per pura convenienza».
Nell' intervista i due amici (ormai quasi coniugi) sono stati chiari: «Non siamo una coppia, ci prendiamo cura l' uno dell' altro, ma siamo come fratelli». Gianni, vicentino, lavora nella musica, ed è un affermato batterista, Piero è un ristoratore di origini romane. Non sono gay, però approfittano dell' unione civile per accedere a diritti che altrimenti gli sarebbero negati.
Piero lo spiega bene: «La legge lo consente e intendiamo tutelarci, dal momento che è possibile farlo. Tre anni fa sono stato operato da un brutto male e Gianni mi è stato di grande conforto. Sono anziano e così un domani Gianni potrà beneficiare della reversibilità della mia pensione: lo merita».
I due amici vivono insieme da 15 anni in un comune vicino a Schio, ma è in quest' ultimo che hanno deciso di unirsi. La cerimonia sarà celebrata dall' assessore Anna Donà, alla quale andrebbe però spiegata la vera natura del rapporto, prima che si lasci andare in smielati auguri di felicità e figli maschi.
Perché la "finta famiglia" non nasce sull' amore e non sembrerebbe volersi spingere tanto oltre da volersi allargare. «Ci sono situazioni», hanno spiegato i due amici, «in cui non avere un legame riconosciuto crea difficoltà e piccoli inconvenienti, come il canone Rai, che prima di arrivare in bolletta lo addebitavano a entrambi».
Eppure la lunga «battaglia civile» era stata portata avanti con altri intenti. Nel disegno di legge divenuto realtà le unioni erano descritte come «forme di convivenza di coppia, basate su vincoli affettivi ed economici, alle quali la legge riconosce attraverso uno specifico istituto giuridico uno status giuridico analogo per molti aspetti a quello conferito dal matrimonio».
Le unioni civili, era stato spiegato, «non sono solo per le coppie omosessuali che vogliono qualcosa che si avvicini al matrimonio per sancire un legame o vedere riconosciuti i loro diritti. Le unioni civili sono anche per le coppie eterosessuali che per convinzione personale non credono nel matrimonio.
Le unioni civili, in molti casi, sono il modo più veloce per «regolarizzare» coppie già consolidate da decenni, con o senza figli, etero o omosessuali.
È la prima volta, però, che si uniranno due amici decisi a scavalcare le noie burocratiche, determinati probabilmente ad accudirsi in caso di ricovero ospedaliero o desiderosi di lasciarsi i propri averi. Ma la legge non mette veti agli escamotage e chissà che questo caso non sia solo il primo di una lunga serie, dove amici che vogliono condividere l' assicurazione sanitaria o subentrare in una vantaggiosa locazione comunale decidano di convolare a giusta unione.