mirella serri

IL RIFUGIO ITALIANO DEI GIOVANI EBREI BRACCATI DA NAZISTI E FONDAMENTALISTI ISLAMICI - MIRELLA SERRI RACCONTA IN ‘BAMBINI IN FUGA’ UNA STORIA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE, TRA EICHMANN, IL GRAN MUFTÌ E L’AIUTO DELLA GENTE: BAMBINI DA ABBATTERE, ‘PRIMI A DOVER ESSERE ELIMINATI’, PERCHÉ NON CRESCANO E NON DIVENTINO ‘SCHIFOSI EBREI’ E PERCHÉ TOGLIERLI DI MEZZO SIGNIFICA ‘UCCIDERE IL FUTURO’

mirella serri bambini in fugamirella serri bambini in fuga

 

Marcello Sorgi per “la Stampa"

 

C'è qualcosa dell' orrore dei nostri tempi, che spinge a leggere tutto d' un fiato il nuovo libro di Mirella Serri ( Bambini in fuga , Longanesi, pp. 256. 17,60). Anche se la storia è ambientata tra gli Anni Trenta e i Quaranta, lo sfondo sono il nazismo tedesco e l' antisemitismo islamico, e i protagonisti, vittime designate di una sentenza di sterminio già scritta, sono un gruppo di adolescenti ebrei, guidati verso la salvezza dal loro coraggioso «madrich», maestro, Josef Indig, e da un' indomita poetessa, Recha Schweitzer, che convincerà i genitori a separarsi dai loro figli, pur di salvarli.

 

E quel qualcosa è la descrizione dell' odio razziale, culturale, religioso, e forse soltanto psichiatrico, che può spingere a pensare, e a organizzare minuziosamente, una strage di giovanissimi.

 

Bambini da abbattere, «primi a dover essere eliminati», perché non crescano e non diventino «schifosi ebrei» e perché toglierli di mezzo significa «uccidere il futuro».

Chi si interroga e cerca di capire da dove nasce la furia del terrorismo contemporaneo troverà nella follia così freddamente descritta da Mirella Serri in queste pagine molte ragioni per riflettere.

 

recha schweitzerrecha schweitzer

Il delirante disegno dell' eliminazione dei giovanissimi ebrei prende corpo nella Germania nazista e si sviluppa nei primi Anni Quaranta, complice il collaboratore di Hitler tra i più feroci, Adolf Eichmann, coordinatore della macchina della deportazione di massa nei campi di concentramento, il vero autore della tela di ragno che prevede la cattura dei piccoli, nascosti per tempo nel castello sloveno di Lesni Brdo, e poi a Nonantola, vicino Modena, grazie al preveggente e razionale allarme della Schweitzer e al generoso impegno del «madrich» Indig.

 

Il maestro riuscirà a farli rifugiare a Villa Emma, un' imponente residenza di campagna con 46 stanze, abbandonata da tempo dal suo proprietario, il costruttore ebreo Carlo Sacerdoti, dove la comitiva dei ragazzi arriva nel luglio 1942.

Senza quest' alternativa, purtroppo, sarebbe stato realizzato il piano di un altro ordinario esempio di crimine verso l' umanità, di cui il nazismo diede varie prove e lasciò tracce storiche.

 

josef indigjosef indig

Amin al Husayni Ma non solo di questo si tratta: infatti, a complicare la vicenda, entra in scena un altro personaggio imprevedibile, il Gran Muftì di Gerusalemme Amin al Husayni, esponente dell' islamismo radicale e impegnato a collaborare con la Shoah, legato da una relazione poco chiara, anche sentimentale, con l' Alto commissario inglese per la Palestina Ernest Richmond.

 

Husayni, in collaborazione con i nazisti, ha un ruolo più coperto, ma non meno centrale, nel tentativo di limitare o bloccare, l' espatrio degli ebrei verso la Palestina, per loro luogo di salvezza. Va tenuto presente che l' immigrazione ebraica, in fuga dalla Germania verso il Medio Oriente, dal 1922 al 1931 era passata da 84 mila a 175 mila unità, raddoppiandosi e allarmando con questa escalation la popolazione stanziale araba. Agli occhi allucinati del Muftì, l' unica soluzione era l' eliminazione fisica degli ebrei.

 

gerarchi nazisti ad auschwitzgerarchi nazisti ad auschwitz

Da Berlino, dove si era acquartierato per lavorare a fianco di Hitler e Eichmann, Husayni cercava con ogni mezzo di fermarne l' esodo, compreso quello dei bambini e ragazzi rifugiati a Nonantola, giungendo perfino a arruolare una divisione autonoma di SS musulmane, di stanza nei Balcani, per precludere loro l' ultima via di speranza.

 

Nonantola Sarà a dispetto del fascismo, del nazismo e delle campagne razziali, che l' intera popolazione di Nonantola si organizzerà in una silenziosa resistenza per salvare i ragazzi del «madrich» Josef, aiutandoli e proteggendoli per un anno intero.

adolf eichmannadolf eichmann

Ma dopo l' armistizio dell' 8 settembre 1943, tutto si complica, Nonantola viene occupata dai nazisti e i giovanissimi profughi devono essere messi in salvo, nascosti in attesa di cercare di espatriare in Svizzera.

 

eichmann durante il processoeichmann durante il processo

E qui la storia di Villa Emma - quasi dimenticata, come molti altri episodi dei tragici giorni finali della Seconda guerra mondiale, della sanguinosa caduta di fascismo e nazismo e di tante prove di eroismo fornite da connazionali semi-sconosciuti - diventa esempio, italiano ma non solo, di rivolta contro le dittature, di solidarietà, di umanità. In questo senso la vicenda riscoperta da Mirella Serri motiva anche qualche eco più recente e più attuale: in fondo, il conflitto a cui Nonantola fa da teatro, la ferocia della violenza, mista all' odore acre della polvere da sparo, il dolore degli innocenti, sono gli stessi, o quasi gli stessi, che sotto altra veste, ma con parecchie assonanze, ci passano sotto gli occhi in questi giorni.

Mirella Serri Mirella Serri

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO