giovanni lindo ferretti

IL RITORNO A CASA SUGLI APPENNINI DI GIOVANNI LINDO FERRETTI: “PRIMA LA MIA IDEA DI COMUNITÀ ERA: PERSONE CHE PENSANO GLI STESSI PENSIERI, HANNO GLI STESSI GUSTI, PIÙ O MENO LA STESSA ETÀ. LA COMUNITÀ NATURALE È L'ESATTO OPPOSTO: SI VIVE CON GENTE CHE NON SI È SCELTO MA CHE DETERMINA LA NOSTRA ESISTENZA - CI SI CONOSCE, CONFRONTA E SCONTRA. BISOGNA IMPARARE AD APPREZZARE I PREGI ANCHE QUANDO SONO POCHI, A LASCIAR PERDERE I DIFETTI ANCHE QUANDO SONO MOLTI. CI SI CONCENTRA SULLE COSE FATTE E DA FARE. SEMBRA UNO SFORZO TITANICO FINCHÉ NON SUCCEDE”

Uscirà il 17 aprile, per i tipi di Gog, L’Italia profonda. Dialoghi dagli Appennini, di Giovanni Lindo Ferretti e Franco Arminio. Pubblichiamo qui, per gentile concessione della casa editrice, un estratto del contributo dell’ex cantante dei Cccp, che parla del suo legame con la sua terra natale ed esplicita un’ulteriore tappa del suo percorso dal progressismo all’identitarismo

 

Testo di Giovanni Lindo Ferretti pubblicato da “la Verità”

 

carletti lindo ferretti carboni

Sono nato in un piccolo paese dell' Appennino settentrionale, ci ho vissuto fino a cinque anni, arrivato il tempo della scuola sono stato mandato in collegio e, l' anno dopo, tutta la famiglia si è trasferita in città. Una ferita mai cicatrizzata, irrisolta per mia incapacità di recidere il legame naturale originario. Sono tra i pochissimi tornato a vivere sui monti appena me lo sono potuto permettere. Un lungo viaggio, km e stagioni, sono partito bimbo e sono tornato uomo.

 

CASA D'ALTRI

Ho avuto, per tutto ciò che riguarda lo straordinario, una vita affascinante per la qualità delle esperienze. Non saprei immaginarne una migliore eppure ho sempre covato una profonda insoddisfazione, determinata da una mancanza che poteva essere considerata irragionevole. Nel tempo ho dato un nome a questa sensazione, un nome in codice: casa d' altri. Una questione domestica, familiare.

 

Sono la prima generazione cresciuta sui banchi di scuola, al riparo dalle intemperie, fuori casa lontano dai pascoli e senza gli animali. È l'ultimo capitolo della storia della mia famiglia e di buona parte delle famiglie e delle comunità che compongono la dorsale appenninica. In pochi anni è stata invalidata una legittimità e si è verificato un brusco passaggio, totalizzante ed estraniante: da paesani a cittadini, da ora et labora a produci/consuma. Da sradicati a sradicanti. La maggior parte delle persone l' ha vissuto come liberazione da un destino ingrato.

 

GIOVANNI LINDO FERRETTI

Dio si può trovare ovunque, sugli Appennini è più facile incontrare uomini e donne, per quanto pochi, che vivono il presente senza esserne succubi. Liberi per quel che si può, custodi della propria storia e responsabili della propria sorte. È un buon passo verso l' Eterno. Le città possono pensarsi senza Dio e anche contro Dio, per le montagne è più difficile, persino un pensiero ateo si colora, in montagna, di sfumature mistico/religiose.

Gli Appennini custodiscono un passato irriducibile, evidenziano le mancanze del presente e la sua comoda pochezza. Custodiscono la vita e la morte nel loro mistero: uomini e donne, persone non riducibili a categorie sociali.

 

PRESENZE DIVINE

GIOVANNI LINDO FERRETTI GIORGIA MELONI

Qui la Creazione mantiene una forma/forza naturale che la società, nella sua evoluzione, prima industriale ora metropolitana, è in grado di contenere e con la massificazione delle esistenze può offuscare e vanificare. Qui riluce di bellezza. Genius è una entità/potenza spirituale arcaica che presiedeva la vita degli esseri, ispirandoli nelle azioni e tutelandone le virtù generative. Rappresenta ed incarna, per estensione, l' essenza di luoghi particolari a cui si riconosce forza spirituale: genius loci. Strettamente connessi a una religiosità naturale, pagana, appagante una necessità insita nel cuore dell' uomo, si sono trasformati con l' avvento del cristianesimo in devozione ai Santi o alle diverse manifestazioni del culto mariano.

 

Il genius loci ricompare in ogni mitologia che rivendica un legame arcaico con la terra, riluce in contesto letterario come certificazione simbiotica tra un autore e un territorio e in questo resiste, flebile ombra, come funzione turistica per svaghi intelligenti. Gli Appennini hanno disperso la propria gente e abbandonati si stanno sgretolando. Hanno smarrito la fede e il senso del sacro e sperimentano la perdita della dimensione profonda della vita umana: le cose prime, le cose ultime. L' Appennino è un rosario di genius loci che può ancora essere sgranato ma è come maneggiare reliquie, basta poco e ci si ritrova con mucchietti di polvere.

GIOVANNI LINDO FERRETTI

 

Gli Appennini sono un luogo multiplo, geografico e storico, mitologico e religioso. Un unicum che contempla diverse opzioni. Sacrario del genio italico che è plurale e mal sopporta la riduzione, prima, durante, dopo l' italiano. Una dimensione essenziale della antropologia. Sono il mio mondo, il mondo che amo, conosco e difendo. Sono una componente originaria e fondante la cristianità d' occidente, intrecciata con la cristianità d' oriente e permeata dall' ebraismo.

 

Non proprio il cristianesimo che è anche altro e molto di più ma una civiltà, dissanguata e rinsanguata dalle invasioni barbariche, sorta sulle rovine di Roma, Urbe et orbi, un lascito inalienabile e gravoso. Una dimensione sociale costruita attorno monasteri e chiese. Campanili e cripte, focolari e pertinenze, famiglie e comunità.

 

GIOVANNI LINDO FERRETTI

Cento capitali, una più bella dell' altra. La legge naturale, le tavole della Legge, usanze, consuetudini, modus vivendi (per noi uno statuto risalente all' Anno Domini MCCVII).

Nelle sue case fioriva una religiosità millenaria, domestica, palpabile e pervasiva. Entrando potevi chiuderti la porta alle spalle e sentirti al riparo, nei secoli dei secoli. Generazione su generazione. Tanta roba.

 

CI DICEVANO ZOTICI

Non siamo nati con la Costituzione e c'eravamo, stavamo anche abbastanza bene, ben prima dell' unità d'Italia. Si dice fossimo poveri - a sottintendere che ora siamo ricchi, ricchi di che? Si dice fossimo zotici, retrogradi, asserviti alla superstizione e quindi condannati dalla storia. È falso.

 

Sapevamo muoverci nel mondo, per quello che era, lo facevamo bene ma chi dimentica il proprio passato si ritrova occasionalmente intruso nel racconto di altri. I borghi abbandonati dell' Appennino cumulano domande che non trovano risposta. Capita, meraviglia, che offrano risposte a domande non ancora formulate.

GIOVANNI LINDO FERRETTI

 

Si è sempre e comunque in pochi e c' è un valore già in questo, bisogna scoprirlo. Prima di tornarmene a casa la mia idea di comunità era: persone che pensano gli stessi pensieri, hanno gli stessi gusti, più o meno la stessa età. La comunità naturale è l' esatto opposto: si vive con gente che non si è scelto ma che ha permesso e determina la nostra esistenza, legittimità e prima esperienza. Ci si conosce, confronta e scontra. Bisogna imparare ad apprezzare i pregi anche quando sono pochi, a lasciar perdere i difetti anche quando sono molti. Ci si concentra sulle cose fatte e da fare. Sembra uno sforzo titanico finché non succede.

 

FRANCO ARMINIO

COMUNITÀ NATURALE

Una mattina ti svegli e scopri che sei nell'unico posto dove vorresti essere e le persone che ti stanno intorno sono le persone giuste, giuste per te. È quello che ti spetta, non ci sarà altro. Se sei capace di ringraziare per ciò che ti è dato non ti servirà altro. Resta il problema del male, evidente ed irrisolvibile componente dell'umano. Ogni uomo deve farvi fronte cominciando da sé e nella tradizione può trovare aiuto e sostegno, dal battesimo all'estrema unzione. È una guerra senza scampo e bisogna combatterla, non è dato disertarla.

 

giovanni lindo ferretti 3

Se lo spazio vitale di chi vive sui monti si restringe ogni giorno di più, l' uomo a tutto tondo, quello che non necessita di aggettivi qualificativi e quindi s' intende metropolitano cosmopolita connesso è proprio così ben messo? Con l' ultima rivoluzione tecnologica si sta creando una situazione che, mutando i componenti, somiglia molto ad un già visto. L' intelligenza artificiale, come a suo tempo il cavallo/vapore fece con il cavallo reale, scalza l' idea stessa di bellezza, necessità e utilità dell' uomo reale. Lo fa rendendogli il dovuto onore: l' intelligenza è prettamente dell' uomo così come l' artificio, chi può dubitarne?

 

giovanni lindo ferretti ai tempi dei cccp

L' intelligenza artificiale sarà al servizio dell' uomo, l' uomo potenziato, perfezionato, robotizzato in protesi, innesti, prevenzione e controllo. Al momento è impegnata con la scuola guida, le funzioni ludiche sono già state acquisite, a seguire quelle assistenziali ed educative poi le taumaturgiche. E farà miracoli. E noi l' adoreremo. La scelta è scontata, fa parte di me. Sempre pensieri, molte parole, azioni e negli ultimi sette anni un operare in quotidiana disciplina scandagliando un arcaico rapporto che ha segnato con un' impronta indelebile l' idea stessa della nostra civiltà: l' essere cavaliere.

 

giovanni lindo ferretti

Un antico patto, antichi uomini e antichi cavalli lo stipularono nella notte dei tempi, a mutuo soccorso. Un patto vanificato dalla prima rivoluzione industriale che ne ha esaurito le funzioni materiali attestandone il valore: l' unità di misura della potenza meccanica che avrebbe mutato la condizione umana sulla terra non poteva che chiamarsi cavallo/vapore.

Coltivando vane speranze ed espletando un dovere verso la creazione ho allevato ed addestrato sull' Appennino cavalli di nessuna utilità. Come farne a meno?

 

Tutta la civiltà antica è stata costruita attorno questo connubio in cui l' uomo ha messo la parola e l' intelligenza, capacità di invenzione e di organizzazione, e il cavallo ha messo il carattere, la potenza fisica, offrendo bellezza gratuita. Con i cavalli ho messo in scena il racconto della nostra montagna e dei suoi abitanti: saga. Nell' essere, noi e i cavalli, destinati ad una estinzione assistita ci siamo potuti rispecchiare.

giovanni lindo ferretti ai tempi dei cccp

 

IL LUPO È DEI NOSTRI

Se il cavallo è il mio simbolo del passato e, con diversa motivazione, del presente, è il lupo a candidarsi a simbolo del futuro. Il lupo è tornato e ci guarda con occhi nuovi, stupiti. I pochi pastori che sopravvivono come possono difendersi dai lupi? Possono chiamare le guardie per la verifica e i giornalisti per la denuncia.

 

Si sa, i pastori sono negletti, rozzi e primitivi, devono essere controlla ti e scoraggiati. I lupi sono ecologicamente perfetti, protetti dalla legge, dai buoni sentimenti, devono essere controllati e difesi. Nell' idea di trasformare un territorio in un parco sta la sostanza che qualcuno farà la guardia e tutti gli altri saranno guardati. Controllori e controllati. Lo sapessero i lupi starebbero con i pastori ma come insegnarlo ai lupi? Piccoli pensieri consolanti: il lupo era l' animale totem dei Longobardi nostri progenitori. Lupo e cavallo nel pensiero mongolo sono complementari. Il lupo è dei nostri.

giovanni lindo ferretti 4

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....