
LE SOLITE PUTINATE – "MAD VLAD" NON ARRETRA, NÉ SUL CAMPO DIPLOMATICO NÉ TANTOMENO SU QUELLO MILITARE. PRENDE TEMPO SUL VERTICE DI ISTANBUL E SCHIERA SUL CAMPO IL REGGIMENTO PRESIDENZIALE - NELLE ULTIME SETTIMANE LE FORZE DI PUTIN HANNO ANCHE STRAPPATO AGLI UCRAINI IL CONTROLLO DI UN ALTRO VILLAGGIO VICINO A POKROVSK, HUB MILITARE DELL’EST CHE POTREBBE APRIRE A MOSCA LA STRADA VERSO DNIPRO, MESSA SOTTO ASSEDIO DALL’ESTATE - IL VANTAGGIO DI PUTIN È QUELLO DI...
Marta Serafini per il Corriere della Sera - Estratti
VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN
«Al fronte non c’è nessuna tregua. Basta andare a Chasiv Yar e a Pokrovsk per rendersene conto». Parola dei militari ucraini ancora dispiegati sul fronte Est con cui il Corriere è in contatto.
Tre anni di guerra, migliaia di giovani morti. Mentre gli occhi sono puntati su Istanbul dove il presidente russo Vladimir Putin è invitato a incontrare la sua controparte ucraina, lo zar non arretra, né sul campo diplomatico né tantomeno su quello militare.
Secondo il portavoce militare ucraino Ivan Petrychak della 24ª Brigata meccanizzata, le forze di Mosca hanno schierato il reggimento presidenziale, un’unità d’élite dell’Fsb noto anche come reggimento del Cremlino.
armata rossa Spetsnaz truppe d’élite di mosca
La battaglia Corpi scelti, messi sul campo quasi a voler lasciare intendere che, se vogliono, i russi possono prendersi Chasiv Yar. Ma non solo. A combattere nella piccola città dei glicini abbarbicata su una delle poche colline a ridosso del fiume Siverskyi Donetsk e stravolta dalla furia della battaglia fin dalla metà del 2024, ci sono anche ex membri del gruppo mercenario Wagner e combattenti dell’unità di estrema destra Rusich.
Nelle ultime settimane le forze di Putin hanno anche strappato agli ucraini il controllo di Kotliarivka, altro villaggio vicino a Pokrovsk, hub militare dell’Est che potrebbe aprire a Mosca la strada verso Dnipro, messa sotto assedio dell’estate in quella che è forse la variazione più importante sul fronte degli ultimi mesi.
Poi, la macchina da guerra di Mosca è avanzata per chilometri attraverso gli ampi campi di Lugansk e Donetsk. E, dal mese scorso, secondo i vertici della Difesa ucraina, gli assalti in prima linea sono aumentati di circa il 30 per cento. Un quadro che porta gli esperti militari vicini a Kiev ad avvertire dei rischi di una possibile offensiva russa.
LA SITUAZIONE IN UCRAINA - 24 MARZO 2025
Oltre alle operazioni sul fronte orientale, la Russia ha avviato quella che l’Isw definisce la sua «operazione principale subordinata», oltrepassando il confine internazionale a nord della seconda città più grande dell’Ucraina, Kharkiv, nel maggio 2024. Diversi villaggi sono stati conquistati e migliaia di civili sono fuggiti.
Attacco a sorpresa Non va meglio per Kiev anche nel Kursk. In un’intervista al Guardian, l’11 febbraio, il presidente ucraino Zelensky aveva suggerito che il territorio controllato dalla Russia in Ucraina avrebbe potuto essere scambiato con quello conquistato dai suoi militari nella regione occidentale russa nell’ambito di un accordo di pace.
Se infatti l’estate scorsa l’Ucraina ha preso il controllo di parte della regione con un attacco a sorpresa lanciato oltre confine avanzando fino a 30 chilometri di profondità nella regione russa e rivendicando più di 1.200 kmq di territorio russo e 93 villaggi, da allora Mosca si è ripresa praticamente tutto.
MEME SULL INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY A SAN PIETRO BY EMAN RUS
Eppure — avvertono ancora gli esperti dell’Isw — la linea del fronte, si sposta davvero lentamente. A Pokrovsk, le tattiche innovative delle forze ucraine, che combinano l’uso di droni e forze di terra, hanno causato perdite significative di truppe e di equipaggiamento russe e rallentato l’offensiva.
(…)
Il vantaggio principale di Putin, dunque, è sempre solo uno: la possibilità di mandare a morire al fronte migliaia di soldati senza ripercussioni.
L’intelligence militare ucraina afferma che circa 620.000 militari russi siano dispiegati in Ucraina e nel Kursk. Di questi, solo nell’ultimo anno, sarebbero stati uccisi in 45.000.
Un’ecatombe che fa il paio con quella ucraina. E che in tanti sperano si fermi presto.