
“O GLI EUROPEI BATTONO I PUGNI SUL TAVOLO, O IL TAVOLO FARÀ SENZA DI LORO” – STEFANO STEFANINI: “NON DEVONO ESSERCI DUBBI SULLA DETERMINAZIONE EUROPEA DI MANTENERE L’ASSISTENZA MILITARE A KIEV, SPERANDO CHE CONTINUI QUELLA AMERICANA, NATURALMENTE” – “UN CONTO È ESSERE TAGLIATI FUORI DAL MEDIO ORIENTE O DALL’INDO-PACIFICO. UN ALTRO È NON AVERE VOCE IN CAPITOLO NEL GIARDINO DI CASA NOSTRA” – “MA QUANTO FIDARSI DI DONALD TRUMP? POCO (MERZ) O TANTO (MELONI) NON IMPORTA: SULL’UCRAINA L’EUROPA DEVE DECIDERE CON LA PROPRIA TESTA E ANDARE AVANTI SULLA SUA STRADA…”
Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”
volodymyr zelensky giorgia meloni - conferenza per la ricostruzione dell ucraina a roma
Oggi, a Roma, è il giorno dell’Ucraina. L’Italia ospita la quarta conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina […].
L’Ucraina è in Europa e l’invasione russa è una minaccia alla sicurezza europea, non ad orizzonti da noi più lontani.
Dalla conferenza di Roma deve scaturire un doppio messaggio: a Kiev sul futuro; a Mosca sul presente. Rafforzato dalla parallela videoconferenza copresieduta da Keir Starmer e Emmanuel Macron sul sostegno militare all’Ucraina inteso a «far pressione sulla Russia affinché accetti il cessate il fuoco senza condizioni che ha costantemente rifiutato». Entrambi gli appuntamenti sono vitali per l’Ucraina che ha in gioco la sopravvivenza; lo sono per l’Europa che ha in gioco la credibilità.
Un conto è essere praticamente tagliati fuori dal Medio Oriente, dalla questione nucleare iraniana, dall’Indo-Pacifico: triste considerazione che riflette lo stato attuale delle relazioni internazionali, accentuato dal disinteresse di Donald Trump per gli alleati.
Un altro non aver voce in capitolo neppure nel giardino di casa nostra. Eppure, è stato così negli ultimi mesi di triangolazione Washington-Mosca-Kiev che ha lasciato gli europei alla finestra. Oggi, con le due conferenze, l’Europa può tornare a essere attore anziché spettatore della crisi russo-ucraina. Se non ne sarà all’altezza è l’ultima spiaggia.
[…]Gli europei non sono avvezzi ad affrontare passaggi cruciali in tempo reale, anziché con l’attendismo dei Consigli europei o dilettandosi nell’insulso voto di fiducia sulla presidente della Commissione che, pure oggi, va in scena al Parlamento europeo. Bene che ci si abituino nel mondo di Trump (vedi dazi) e Putin.
KEIR STARMER - EMMANUEL MACRON - FRIEDRICH MERZ - IN TRENO PER KIEV
Oggi si trovano in uno di questi passaggi. O battono il pugno sul tavolo o il tavolo farà senza di loro. Come batterlo? A Roma, innanzitutto, offrendo all’Ucraina una prospettiva di futuro post-bellico. Non lontano.
La guerra finirà quando la Russia – che vi ha già sacrificato forse un milione di vite umane – sarà costretta a capire che non può vincerla e si accontenterà d’incassare, di fatto pur se non di diritto, quello che ha già strappato con la forza. Questo è quanto vuol dire «cessate il fuoco senza condizioni».
Qui subentra l’altra riunione sull’assistenza militare a Kiev. Non devono esserci dubbi sulla determinazione europea di mantenerla – sperando che continui quella americana, naturalmente.
conferenza per la ricostruzione dell ucraina a roma
Ma quanto fidarsi di Donald Trump? Poco (Merz) o tanto (Meloni) non importa: sull’Ucraina l’Europa deve decidere con la propria testa e andare avanti sulla sua strada. Che la porta a Kiev.
A negare a Putin la vittoria che egli crede di aver già fatto sua. Se la percorre, oggi è anche il giorno dell’Europa.
GUERRA IN UCRAINA - ARMI CHIMICHE
attacco russo a kiev 4 luglio 2025 2
attacco russo a kiev 4 luglio 2025 3
olena zelenska, volodymyr zelensky e giorgia meloni conferenza sulla ricostruzione dell ucraina foto lapresse
giorgia meloni con olena e volodymyr zelensky - conferenza per la ricostruzione dell ucraina a roma
ursula von der leyen olena e volodymyr zelensky giorgia meloni - conferenza per la ricostruzione dell ucraina a roma
volodymyr zelensky giorgia meloni - conferenza per la ricostruzione dell ucraina a roma