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"TILL LINDEMANN PRENDEVA TRE RAGAZZE, LE SDRAIAVA SU UN TAVOLO, E LE PENETRAVA A TURNO" - LA TESTIMONIANZA UN ITALIANO CHE HA PRESO PARTE A UN FESTINO ORGANIZZATO DAL CANTANTE DEI RAMMSTEIN, ACCUSATO DI VIOLENZA SESSUALE DA ALMENO 12 DONNE: "DOPO IL CONCERTO VENIAMO SCORTATI IN UNA STANZA DOVE SONO PRESENTI 30-40 RAGAZZINE, CHE VENIVANO RECLUTATE SUI SOCIAL. LINDEMANN CONTINUAVA A OFFRIRE DA BERE E SE NON ACCETTAVI SI INCAZZAVA E..."

Estratto dell'articolo di Gianmarco Aimi per www.mowmag.com

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[…] In Germania è scoppiato il caso Till Lindemann, il cantante e frontman dei Rammstein […] accusato dopo numerose denunce (finora almeno dodici, ma continuano ad aumentare) di violenze e di abusi sessuali avvenuti durante gli after party organizzati dopo i concerti della famosa band metal. […]

 

noi di MOW siamo in grado di ricostruire anche l’esperienza diretta di un uomo, italiano, che ha preso parte a uno di quei festini per ore accompagnato da un’amica che in seguito, vedremo in quali circostanze, si è sentita male e ha rischiato la vita[…]

 

rammstein

 “Ho partecipato come ospite, insieme a una amica, a un concerto dei Rammstein meno di un anno fa. […] Finito lo spettacolo veniamo accompagnati nei camerini e passiamo un paio d’ore a chiacchierare, e fin qui tutto bene. Alle 2 di notte la persona che ci aveva invitato decide di andare a dormire e noi due rimaniamo all'after party. In quel momento scopriamo che della band è rimasto soltanto Till Lindemann e, stranamente, veniamo scortati in una stanza dove sono presenti 30-40 ragazzine, alcune in abiti molto succinti, e dove il clima è strano”.

 

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[…]  “Rispetto a prima le ragazze non sembrano divertirsi e anche noi ci sentiamo in imbarazzo. Scopro, parlando con alcuni dell’entourage, che sono state reclutate tramite Instagram da una donna, che è proprio l’addetta a questa attività. […] ricordo di averla vista prima del concerto, all’ingresso, e che era lei a pubblicare prima di ogni evento delle Stories dove chiedeva alle fan della band chi fosse presente a quel live e di contattarla se avessero voluto partecipare all’after party. Infatti, tra le file per l’ingresso nella venue, c’era una fila dedicata solo a quelle ragazze. Non solo, ho capito perché l’addetta alla selezione teneva in mano lo smatphone con Till Lindemann collegato in diretta video. […]”.

 

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[…] “Quando Till entra nella stanza porta anche una tinozza piena di vodka e birre, invitando tutti a bere. Tutti accettano, tranne me. […] La mia amica, invece, ha bevuto un cocktail con la vodka che, come mi spiegarono, era preparato dallo stesso Till. A quel punto, il cantante inizia a spaccare bicchieri e bottiglie contro i muri e penso: ‘Ma cosa gli prende?’. […] Mi faccio da parte per evitare il contatto con lui, non sapendo quali sia le sue intenzioni, e vedo in un angolo un ragazzo con uno zainetto e, forse, quella è una delle cause del suo comportamento”.

 

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[…] “Dallo zaino continuava ad estrarre buste di cocaina o di marijuana e le distribuiva alle ragazze. Non mi ha stupito più di tanto, visto che conosco l’ambiente della musica e i vizi di certi artisti, però le quantità erano davvero enormi”. […]

 

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 “A un certo punto Lindemann raggruppa tutte le ragazze, dalle 30 alle 40, e comincia a inscenare un trenino. Nel frattempo, alcune di loro si sentono male, tanto che sono dovuti intervenire i soccorsi e le hanno portate via in ambulanza. D’un tratto, una di loro poco più che maggiorenne, si avvinghia al mio braccio, piange e mi dice: "Don't leave me alone" (“Non lasciarmi sola, ndr). Io le faccio cenno di sì, ma certo la situazione non mi rende sereno. Intanto Till scopa ormai senza ritegno davanti a tutti e con più ragazze. Ne prende tre, le sdraia su un tavolo, e le penetra a turno, tanto per dare un’idea delle scene. Io devo aver avuto un’espressione veramente esterrefatta, visto che mi si è persino avvicinato un membro dello staff che ha cercato di rassicurarmi dicendo: “Tranquillo, a volte è anche peggio…”.

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[…]  “Noi siamo entrati alle 2 e dopo le 4 ce ne siamo andati, ma Lindemann continuava ancora a offrire da bere i cocktail preparati da lui e se non accettavi si incazzava, a spaccare le cose presenti in sala e a fare sesso di fronte a tutti, a turno o in gruppo con le ragazze che sembravano non opporre nessuna resistenza”. […]

 

“Dopo le 4 la mia amica mi dice di non sentirsi bene e la vedo in faccia che c’è qualcosa che non va. Chiedo allo staff di andarcene e ci accompagnano in furgone al nostro hotel. Lì, però, la mia amica è peggiorata. Non sembrava una semplice ubriacatura, anche perché aveva bevuto solo un bicchiere di quell’intruglio contenuto nella tinozza portata da Lindemann. Le sono stato accanto tutta la notte, ho temuto per la sua vita. Lei, oltre che scioccata per quello a cui aveva assistito, stava malissimo. In seguito ci ha messo tre giorni per riprendersi e mi ha detto di non ricordare nulla di quello che era successo all’after party. Questo mi ha insospettito su ciò che potevano contenere quei cocktail”.

 

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[…] “il resto del gruppo è rimasto fino alle 2 di notte e poi si è dileguato: “Come se sapesse che cosa sarebbe accaduto in seguito e non condividesse le modalità con cui di 'divertiva' Lindemann”. Non a caso, ha anche sottolineato: “Dalle 2 in poi sono stati sequestrati tutti i cellulari delle persone presenti, soprattutto delle ragazze. A noi due no, forse perché eravamo ospiti diretti della band e quindi più ‘rispettabili’, quindi ci hanno solo raccomandato di non tirare fuori gli smartphone dalle nostre tasche o ci avrebbero accompagnati all’esterno”.

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[…]  “un conto sono le follie da rockstar, un’altra cosa violenze e abusi. Io non posso condannare nessuno, ma aiutare a capire cosa succedeva a quei party sì, perché mi è sembrato tutto molto più che estremo”. […]

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