sovrapposizione mengele cranio di richard helmer

FOTOGRAFIA DI UN OMICIDIO - A TORINO LA MOSTRA “SULLA SCENA DEL CRIMINE. LA PROVA DELL’IMMAGINE DALLA SINDONE AI DRONI”, A CURA DI DIANE DUFOUR: UN VIAGGIO ATTRAVERSO GLI SCATTI CHE SONO DIVENTATI CRONACA GIUDIZIARIA E STORIA. DALL’OMICIDIO LANGLOIS AL PROCESSO DI NORIMBERGA

Laura Leonelli per “Il Sole 24 Ore

 

DIANE DOFOURDIANE DOFOUR

Sarebbe tornato sulla scena del delitto e questa sarebbe stata la prima condanna. Seduto sul banco degli imputati, l' uomo che il 5 aprile 1905 aveva ucciso Madame Langlois, avrebbe incontrato di nuovo la sua vittima, non in sogno, ma nella precisione di un' immagine fotografica, scattata a due metro e mezzo d' altezza.

 

ALPHONSE BERTILLONALPHONSE BERTILLON

In quello sguardo zenitale e a grandangolo l' assassino avrebbe rivisto il corpo senza vita, il coltello vicino alla scarpa, e soprattutto avrebbe rivisto sé nell' atto di uccidere e fuggire. Tutto di nuovo lì, grazie ad Alphone Bertillon, pignolissimo ufficiale di polizia francese, che nel 1903, dopo l' invenzione dell' antropometria giudiziaria, protocollò la ripresa scientifica della scena del delitto, ben sapendo che solo la precisione dei rilevamenti avrebbe vinto la fragilità della memoria e l' orribile caos della morte.

 

Soltanto così, spegnendo la sua carica emotiva, la fotografia sarebbe potuta entrare nelle aule dei tribunali e divenire testimonianza, e quindi materia di dibattimento, come racconta oggi una mostra straordinaria, Sulla scena del crimine. La prova dell' immagine dalla Sindone ai droni, a cura di Diane Dufour, secondo appuntamento di Camera-Centro per la Fotografia Italiana, nuovo spazio espositivo nel cuore di Torino.

DIANE DOFOUR DIANE DOFOUR

 

Un tema, quello della fotografia giudiziaria, che ben s' inserisce nella vocazione di Camera, diretta da Lorenza Bravetta - ieri responsabile dell' Agenzia Magnum di Parigi - e dedicata ai linguaggi della fotografia, alla didattica e al censimento degli archivi fotografici nazionali.

 

MADAME LANGLOIS AMMAZZATAMADAME LANGLOIS AMMAZZATA

Anche questa mostra, tragicamente attuale nella contabilità quotidiana dei morti in mare, è un archivio di undici casi di sofferenze inaudite e di undici ritorni sulla scena del crimine. E nel passaggio dall' omicidio al genocidio, la macchina fotografica di Bertillon, rigida nei suoi schemi di ripresa geometrica, acquista la scioltezza di una danza macabra.

 

Un primo giro e l' obiettivo si avvicina fino a scoprire le impronte su una tovaglia cerata, come dimostra Rodolphe A. Reiss, professore della prima cattedra mondiale di scienze forensi nel 1906, presso l' Università di Losanna.

 

DEVASTAZIONE BEGA DA PARTE DI BOKO HARAMDEVASTAZIONE BEGA DA PARTE DI BOKO HARAM

Un altro giro e la macchina si rialza, e nelle immagini scattate nel 1898 da Secondo Pia, giurista, sindaco di Asti e fotografo amatore, appare quello che i cristiani credono sia il volto di Cristo e il suo corpo martoriato, e a nulla valgono le analisi al carbonio che nel 1986 datano la Sindone al XIII secolo. «Vedere è credere», ripeteva Reiss ai giurati.

 

La fotografia, espressione di un positivismo ateo, diventa la migliore alleata della fede e un attimo dopo parte per le Crociate. Il 2 agosto 1914 il generale Joffre crea le prime unità specializzate per le ricognizioni aeree. Nel 1915 i piloti dei Royal Flying Corps fotografano quello che resta, nulla, della città medioevale di Ypres, in Belgio, devastata dai bombardamenti tedeschi.

 

SULLA SCENA DEL CRIMINE MOSTRA 5SULLA SCENA DEL CRIMINE MOSTRA 5

Per i contemporanei, che vedono le foto sui giornali, è uno choc. Per i militari è l' inizio di una prassi che accosta le riprese "prima e dopo" ogni attacco. Nel 2015, utilizzando lo stesso schema e unendo le immagini satellitari del 2 e 7 gennaio, Amnesty International e Human Rights Watch denunciano la distruzione della città di Baga, in Niger, firmata dai jihadisti di Boko Haram.

 

Se un anno fa i satelliti, proiezione stellare del treppiede di Bertillon, avevano registrato l' immagine di infinite infiorescenze rosse, là dove le case di Baga e i suoi abitanti bruciavano, nel 1944 gli aerei in volo sopra i campi di Auschwitz e Birkenau non avevano documentato nulla di più di un sito industriale.

 

Fu necessario scendere a terra, a Dachau, per capire. Il 29 novembre 1945, nel tribunale di Norimberga, durante il processo a venti dei più feroci gerarchi nazisti, l' accusa presentò per la prima volta al mondo un film come prova a carico degli imputati e a sostegno del quarto capo d' accusa: crimini contro l' umanità.

SULLA SCENA DEL CRIMINE MOSTRASULLA SCENA DEL CRIMINE MOSTRA

 

Persino il tribunale venne ridisegnato per l' occasione e Dan Kiley, architetto americano, spostò a sinistra i giudici, di fronte al banco degli imputati, e mise al centro della sala lo schermo cinematografico, in asse con il pubblico. Si spensero le luci e apparve l' orrore dello sterminio.

 

SULLA SCENA DEL CRIMINE MOSTRA 2SULLA SCENA DEL CRIMINE MOSTRA 2

Che la morte sedesse indifferente tra gli accusati, lo si vide con evidenza fotografica quando nel 1985 Richard Helmer, patologo e fotografo tedesco, sovrappose al volto di Josef Mengele la radiografia di un cranio, rinvenuto insieme al corpo in un sobborgo di San Paolo, e lasciando emergere il teschio dalla carne, stesa nel disgusto di un sorriso, e misurandone la corrispondenza millimetrica, confermò che i resti appartenevano al "macellaio di Auschwitz".

 

LORENZA BRAVETTALORENZA BRAVETTA

Pochi anni dopo, nel 1992, le ossa e la loro "memoria fotografica" sono tornate in tribunale grazie al lavoro dei Physicians for Human Rights e Middle East Watch che, insieme a un' equipe di esperti forensi diretta dall' antropologo forense Clyde C. Snow, hanno riportato alla luce le fosse comuni di Koreme, nel Kurdistan settentrionale.

 

Susan Meiselas, fotografa Magnum, ha ripreso le delicate e drammatiche operazioni di scavo e riconoscimento delle ventisette vittime, "infliggendosi", lei appassionata fotoreporter, uno sguardo neutro e silenzioso. Durante l' Operazione Anfal, la campagna contro i Kurdi nel 1988, si stima vennero uccise 180.000 persone.

PROCESSO NORIMBERGAPROCESSO NORIMBERGA

 

Le immagini di Koreme sono entrate in un dossier di accusa di genocidio a carico del regime di Saddam. Nell' archivio dell' odio e della sopraffazione rientra anche Il libro delle distruzioni di Gaza, riproduzione monotona e martellante dei 150.000 edifici distrutti o danneggiati durante gli attacchi israeliani tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009.

 

SOVRAPPOSIZIONE MENGELE CRANIO DI RICHARD HELMERSOVRAPPOSIZIONE MENGELE CRANIO DI RICHARD HELMER

Accanto a questo immenso catasto fotografico si foglia un altro catalogo, quello delle vittime del Grande Terrore, che tra l' agosto 1937 e il novembre 1938 portò alla morte circa 750.000 cittadini sovietici. Pochi giorni prima della fucilazione, se non a volte lo stesso giorno, i condannati delle prigioni moscovite di Butyrka e Taganskaya venivano ritratti come in studio.

 

Per non commettere errori o scambi di persona, la foto accompagnava la scheda segnaletica, che a sua volta seguiva il prigioniero fino alla camera della morte. Nessuno ancora oggi, se non le famiglie delle vittime, può consultare i dossier originali di questo archivio.

 

E nessuno, se non la famiglia della vittima, poteva portare in tribunale le fotografie di Stefano Cucchi, picchiato a morte in prigione. Fotografie esatte, terribili. Probabilmente Alphonse Bertillon avrebbe stretto la mano di Ilaria Cucchi.

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