LA TOSCANA BALLA DA SOLA IL TERREMOTO: “NON SI VIVE PIÙ”

1 - IL TERREMOTO SENZA FINE SPAVENTA LA TOSCANA
Maria Vittoria Giannotti per "la Stampa""

La terra torna a tremare nel nord della Toscana. E dopo due giorni di relativa calma, i paesi della Lunigiana e della Garfagnana, dove ancora una volta si è registrato l'epicentro del sisma, si trovano a fare di nuovo i conti con la paura. La scossa, avvenuta alle 16,40 a 9,8 chilometri di profondità, di magnitudo 4,4, ha costretto centinaia di persone, terrorizzate, a lasciare in fretta e furia le proprie abitazioni.

Per fortuna, nessuno è rimasto ferito e i danni sono stati limitati, ma i vigili del fuoco sono stati costretti all'ennesima giornata di super lavoro, con decine di chiamate per cadute di intonaco e calcinacci. Il terremoto è stato avvertito distintamente anche a Firenze, in Emilia Romagna e in Liguria. E sulle spiagge della Versilia, affollate per il week end di sole, si è verificato un momentaneo fuggi fuggi, subito rientrato.

Ma nelle zone più colpite la paura è tanta e la gente è esasperata. L'incubo, per gli abitanti di queste terre da secoli abituati a convivere con il rischio sismico, è cominciato dieci giorni fa. Quando una scossa di magnitudo 5,2, che ha fatto tremare anche i palazzi di tutto il Nord Italia, ha scatenato il panico nella popolazione.

Al terremoto è seguito un infinito sciame sismico. Poi, negli ultimi due giorni, la situazione sembrava finalmente tornata alla normalità e le centinaia di brandine allestite dalla Protezione Civile erano rimaste vuote. Ieri, in molti, sono tornati a chiedere ospitalità: impossibile trascorrere la notte in casa, con il pensiero che la terra possa tornare a ballare di nuovo.

Il sisma di ieri, spiegano dall'Istituto nazionale di vulcanologia, «è stato una replica di quello del 21 giugno, ma l'epicentro di è spostato leggermente verso nord-est», tra i comuni di Minucciano, Giuncagnano e Casola in Lunigiana, tra le province di Massa Carrara e Lucca.

«Non si vive più. La gente è terrorizzata» spiega il sindaco di Casola, Riccardo Ballerini. Lo stesso sconforto che riecheggia nelle parole del primo cittadino di Fivizzano, Paolo Grassi: «Avevamo fatto circa seicento controlli per la stabilità degli edifici. Per ora ho sospeso quelli programmati, anche per motivi di sicurezza dei tecnici. Probabilmente dovremo ricominciare tutto da capo».

E la stanchezza è tanta, e comincia a farsi sentire. I danni più rilevanti, ieri, si sono registrati nel centro di Carrara, dove sono venuti giù calcinacci e pezzi di cornicione: i vigili del fuoco hanno delimitato parecchie aree a rischio. Nelle campagne, inoltre, sono venuti giù alcuni ruderi diroccati e disabitati.

«Per fortuna i danni sono limitati - spiega Erasmo D'Angelis, sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti - i paesi delle Apuane, dopo il sisma del '95 sono stati ricostruiti rispettando le regole antisismiche e grazie a questo i rischi sono diminuiti. Con scosse che altrove avrebbero provocato lutti, qui si gestiscono criticità inevitabili, soprattutto panico e ferite psicologiche».


2 - E L'ONDA LUNGA DELLA SCOSSA SCUOTE LE SPIAGGE DELLE VACANZE
Pierangelo Sapegno per "la Stampa"

«Potrei dire d'aver sentito un gran botto. Ma io ho sentito delle urla, ho sentito come un ooooh. Allora mi sono tolto l'acqua dagli occhi e ho visto della gente che si alzava dalle sdraio, e qualcuno in piedi che guardava verso di me». Paolo delle Grazie, Bagno Milano, Marina di Massa. «Non c'era motivo di scappare. Nessuno è scappato. E' l'ansia che ti prende, è questo, perché pensi che forse è appena cominciato quest'incubo». Franco Anatoli, 40 anni. Era sulla strada, davanti al Bagno Asciutti. Ore 16 e 40. Lui dice che la botta la senti «anche perché la vedi negli altri. E' una tortura, una maledizione».

E' da allora che il sindaco di Forte dei Marmi, Umberto Buratti, è qui che rassicura tutti, manda dispacci, scrive, chiama, telefona e ripete che «non ci sono state scene di panico né fughe dalle spiagge. Niente allarmismi, per carità». Però, questa scossa ha aperto lo stesso un'altra ferita. Magnitudo 4,4, epicentro tra i comuni di Casola e Minucciano, un colpo sentito a Livorno (Silvia Abrans: «Piazza Mazzini, fortissimo»), a Collesalvetti (Gabriele Caroti: «Un bel botto »), fino a Firenze.

E' che in questa strana estate della paura, adesso c'è anche un terremoto che incombe e che colpisce, giorno dopo giorno, nella regione più bella d'Italia, quella che dovrebbe aiutare la ripresa, riempiendosi di turisti, soprattutto stranieri. In fondo è la stessa paura di Paolo Grassi, il sindaco di Fivizzano, o di Riccardo Ballerini, sindaco di Casola, che si lamenta sconsolato come tutti loro comincino «a non poterne più».

I numeri spiegano solo in parte questa realtà, «che è anche una condizione dell'anima, e un malessere profondo». I danni rilevati fino a oggi sono 342 in Lunigiana e 91 in Garfagnana, e gli sfollati 400 in Lunigiana e 238 in Garfagnana. Ma quello che conta di più, spiega bene Grassi, «è l'angoscia che ci prende. Negli ultimi tre giorni la situazione sembrava tornata alla normalità, la gente era rientrata e il panico era diminuito.

Adesso questa nuova scossa azzera tutto quello che abbiamo fatto, il centralino è pieno di chiamate e sono in molti quelli che non vogliono più dormire a casa. Guardi se devo essere sincero, la cosa più demoralizzante è questo stillicidio. In dieci giorni abbiamo superato le 1400 scosse. I miei cittadini sono stanchi, stressati, siamo tutti esausti. C'è molta paura, molto panico. Questo terremoto non finisce più, non ha mai smesso, e ogni due/tre giorni si fa sentire più forte. Tutto il lavoro che s'è fatto non serve più, e ogni botta che arriva più forte delle altre se lo porta via. Oggi sono di nuovo centinaia le persone che non possono restare a casa».

Certo, girando per le strade delle vacanze, tutto questo non si vede più, adesso che si fa sera, come racconta Pupa Musetti, sul lungomare di Viareggio, con la gente che riempie i bar per l'aperitivo, «le spiagge ancora tutte affollate e la paura che sembra accantonata. Guarda, io c'ero oggi. Più che altro si sono sentite molte urla. Sì, qualcuno sarà anche scattato in piedi, rovesciando la sdraio. Ma era sbalordimento, non per quello che accadeva lì, ma per quello che poteva essere successo da un'altra parte».

Fa abbastanza freddo per essere il 30 giugno. Il caldo arriverà da oggi, assieme all'estate, alle grandi vacanze e a qualche turista in più, si spera. I danni del terremoto, raccontano le prime cronache, non sono molti, com'era successo in fondo anche per l'altra grande botta del 21 giugno (5,2 della scala Richter). Qualche casa sfregiata, qualche crollo a Ugliancaldo, come hanno registrato i vigili del fuoco: camini e tetti di case venuti giù e una frana che è scesa finendo in un canalone. Nessuna vittima. Ma se qui, lungo il mare, la vita riprende nascondendo l'ansia, all'interno quest'angoscia sembra più forte di tutto.

Riccardo Ballerini, il sindaco di Casola, ha detto che stava facendo la doccia quando è arrivata la botta, «e ha tremato tutto. E' stata davvero una scossa molto forte. Avevo appena finito di lavorare, mi stavo giusto rifocillando, Ora ci tocca ripartire da zero, non si vive più. Questa è una tortura, un incubo che ci perseguita, che ci danna l'anima».

Nella sera, c'è un vertice con la Protezione Civile. Bisogna ridefinire tutto, e rifare un piano, perché forse quello che c'era adesso non basta. Così, Grassi spiega che «metteremo a disposizione 1500 posti letto nelle varie frazioni. Abbiamo già richiamato un mucchio di volontari».

Paolo delle Grazie finisce di rispondere al cellulare. «Mi chiamano tutti per chiedere che cosa è successo. Io dico quello che ho visto, che ho raccontato a lei. Ma non è questo quello che conta». Può darsi. E' un terremoto che non si vede. «Quello che conta sono i segnali che lascia, ha capito?».

 

 

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