donald trump groenlandia

TRUMP NON MOLLA LA PAZZA IDEA DI ANNETTERE LA GROENLANDIA AGLI STATI UNITI: “PENSO CHE CE LA FAREMO. I 57MILA RESIDENTI DELL’ISOLA VOGLIONO STARE CON NOI” – LA TELEFONATA DELLA SCORSA SETTIMANA CON LA PREMIER DANESE, METTE FREDERIKSEN, SI È TRASFORMATA IN UNA LITE, DEFINITA DALLE FONTI “INFUOCATA” E ADDIRITTURA “ORRENDA”: IL PRESIDENTE USA SI SAREBBE POSTO IN MODO “AGGRESSIVO E POLEMICO”, NONOSTANTE L’OFFERTA DI UNA MAGGIORE COOPERAZIONE ECONOMICA E MILITARE…

GROENLANDIA: FT, LITE TELEFONICA TRA TRUMP E PREMIER DANESE =

DONALD TRUMP RE DELLA GROENLANDIA - MEME REALIZZATO CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK

(AGI) - Si è trasformata in una vera e propria lite la conversazione telefonica avuta la settimana scorsa dalla premier danese, Mette Frederiksen, e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che le ha ribadito la sua intenzione di appropriarsi della Groenlandia.

 

Lo hanno riferito funzionari europei al Financial Times. La conversazione, durata 45 minuti, è stata definita dalle fonti "infuocata" e addirittura "orrenda". Trump si sarebbe posto in modo "aggressivo e polemico", scrive il quotidiano della City, nonostante l'offerta di Frederiksen di una maggiore cooperazione sulle basi militari e sullo sfruttamento delle risorse minerarie della grande isola artica controllata da Copenaghen.

 

Mette Frederiksen Joe Biden

"E' stato molto risoluto", ha aggiunto un'altra fonte, "e' stata una doccia fredda. Prima era difficile prenderlo sul serio. Ma credo che sia serio, e potenzialmente molto pericoloso".

 

USA: TRUMP, 'CREDO CHE PRENDEREMO IL CONTROLLO DELLA GROENLANDIA'

(Adnkronos) - Il presidente Donald Trump ha affermato di credere che gli Stati Uniti acquisiranno il controllo della Groenlandia, dopo aver mostrato nelle ultime settimane un rinnovato interesse nell'acquisizione del territorio autonomo danese.

 

"Penso che ce la faremo", ha detto ai giornalisti sull'Air Force One, aggiungendo che i 57.000 residenti dell'isola "vogliono stare con noi". I suoi commenti fanno seguito alle notizie secondo cui il primo ministro danese Mette Frederiksen, nel corso di una telefonata con il presidente la scorsa settimana, avrebbe insistito sul fatto che la Groenlandia non è in vendita.

 

groenlandia

Trump aveva ventilato la possibilità di acquistare il vasto territorio artico durante il suo primo mandato nel 2019 e ha affermato che il controllo della Groenlandia da parte degli Stati Uniti è una "necessità assoluta" per la sicurezza internazionale.

 

GROENLANDIA: SONDAGGIO, 90 PER CENTO DEI DANESI CONTRARIO A CEDERE L'ISOLA AGLI STATI UNITI

(Agenzia_Nova) - Il 90 per cento dei danesi è contrario all'idea di cedere la Groenlandia agli Stati Uniti. È quanto emerge da un sondaggio condotto dalla società di ricerca Epinion per l'emittente radiotelevisiva "Dr" e per il quotidiano online "Altinget".

donald trump

 

Soltanto il 3 per cento ha risposto positivamente all'ipotesi che l'isola venga ceduta agli Usa. Il 7 per cento non sa o non ha risposto. La società Epinion ha chiesto anche quale debba essere il futuro dell’unità del Regno, le cui nazioni costitutive sono Danimarca, Isole Faroe e Groenlandia.

 

Il 70 per cento dei danesi è contrario a che la Groenlandia abbandoni il Regno di Danimarca: il 27 per cento, infatti, ha risposto che il Commonwealth danese dovrebbe proseguire così com’è ora, mentre per il 43 per cento il Commonwealth dovrebbe continuare ma alla Groenlandia dovrebbe essere attribuita maggiore autonomia. Solamente il 17 per cento degli intervistati reputa che la Groenlandia debba diventare indipendente. Il 13 per cento non sa o non ha risposto.

 

LA GROENLANDIA AL CENTRO DELLA ROTTA ARTICA

 

TRUMP E LA GROENLANDIA LO SCHIAFFO DEL PIÙ FORTE

Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”

 

[…] la domanda di acquisto non è per ora ritirata. E finché è sul tavolo non è un problema solo per la Danimarca. Lo è per l'Europa, per la Nato e per gli equilibri internazionali.

 

Andiamo per ordine. La Groenlandia non è parte dell'Unione europea. Con il referendum del 1982 i groenlandesi votarono per abbandonare l'allora Comunità economica europea, pur rimanendo cittadini danesi.

 

I rapporti con l'Ue sono stati poi regolati con appositi accordi che soddisfacevano tutti: Nuuk (capitale dell'isola), Copenaghen, Bruxelles - e, apparentemente, Washington che ha basi militari nell'isola e, evidentemente, non ne vedeva la non appartenenza alla bandiera stelle e strisce come un'alea alla sicurezza nazionale.

 

trump force one in groenlandia

Fino all'entrata a gamba tesa di Donald Trump - dopo la rielezione: non era fra le promesse di campagna elettorale che si sente impegnato a mantenere. La Groenlandia, come il Canale di Panama, per non parlare del Canada…, è arrivata per così dire in soprammercato.

 

Il Presidente Trump fa della Groenlandia una questione di sicurezza nazionale a fronte «degli investimenti di Cina e Russia nell'Artico» recita un laconico comunicato della Casa Bianca dopo la telefonata Trump-Frederiksen. Questa versione ufficiale non regge per due motivi.

 

groenlandia

Primo, la premier danese avrebbe offerto una rafforzata cooperazione militare e nello sfruttamento delle preziose risorse minerarie (terre rare in grande domanda internazionale).

 

Secondo, e soprattutto, la Groenlandia non è territorio Ue ma è territorio Nato. Nulla impedisce agli Usa di concordare con l'alleato danese quanto necessario a garantire non solo la difesa dell'isola ma anche delle rotte marittime - il «passaggio a Nord Ovest» - che si stanno aprendo a causa del disgelo artico - di quel cambiamento climatico che, quando invece gli fa comodo, Trump chiama imbroglio.

 

groenlandia 2

Non sappiamo quali siano le motivazioni di fondo del Presidente americano. L'improvviso ritorno all'espansione territoriale americana ha colto tutti di sorpresa. A Washington non era in agenda da più di un secolo. Sul piano dei principi, del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite, mette certamente in difficoltà la comunità internazionale nella misura in cui, per realizzarla, Donald Trump è pronto - e lo dice - a ricorrere alla coercizione.

 

Magari solo economica, ma senza escludere la mano armata. All'atto pratico configura una sorta di diritto territoriale del più forte. Le grandi potenze, o le medie a spese delle piccole e delle povere, possono allargarsi se lo ritengono necessario. Con le buone o con le cattive. Ma se lo possono fare gli Stati Uniti nell'adiacente Artico, o in America centrale, perché non la Russia in Europa centrale o nel Mar Baltico, o la Cina con Taiwan e nel Mar cinese meridionale? Ritorno alla legge della giungla?

MEME SU DONALD TRUMP E LA GROENLANDIA PUBBLICATO DA ELON MUSKtrump force one in groenlandiaMETTE FREDERIKSEN mette fredriksen keir starmer METTE FREDERIKSENMETTE FREDERIKSENil trump force one atterra a nuuk in groenlandia 1

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...