giorgia meloni carlo nordio intercettazioni

“COSI’ LA MELONI DA’ L’IMMUNITÀ AI DELINQUENTI” – LE OPPOSIZIONI SULLE BARRICATE DOPO CHE ALLA CAMERA ARRIVA IL SÌ NOTTURNO ALLA LEGGE ANTI PM CHE FISSA IL LIMITE DEI 45 GIORNI PER LE INTERCETTAZIONI – VENGONO COLPITE INDAGINI SU STRAGI, OMICIDI, SEQUESTRI DI PERSONA, RAPINE AGGRAVATE, CORRUZIONE MA ANCHE FEMMINICIDI E REVENGE PORN – I DEM: “VOI VI GIRATE SU PARAGON, FISCHIETTATE SU INTERCETTAZIONI ABUSIVE. MA QUELLE LEGITTIME, NECESSARIE, NON SI POSSONO FARE” – LA POLPETTA VELENOSA TRA LE RIGHE DEL DDL SICUREZZA: L’OBBLIGO DI COLLABORARE CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INTERO UNIVERSO DI CHI HA RAPPORTI CON LO STATO, DUNQUE ANCHE PER LA RAI E MEDIASET (CON TANTI SALUTI ALLA LIBERTA’ DI INFORMAZIONE)

Conchita Sannino per “la Repubblica” - Estratti

 

giorgia meloni carlo nordio

Un muro di gomma. Contro cui s’infrange definitivamente la speranza di salvare dalla stretta sulle intercettazioni almeno i reati più allarmanti. Cadono uno ad uno, dalle dieci di sera, alla Camera, gli ultimi emendamenti delle opposizioni. Ed è tra tensioni, urla e qualche insulto rivolto alla destra – “vergogna”, “inetti”, “sciacalli”, “giocate sulla pelle delle donne” – che è passata nella notte in via definitiva (147 sì, 67 no e un astenuto) un’altra norma anti-pm, la legge che fissa il limite dei 45 giorni per le captazioni. Colpendo anche indagini su condotte gravissime: non solo dal sequestro di persona alle rapine aggravate, alla corruzione. Ma perfino omicidi, femminicidi e stragi, passando per pedopornografia e revenge porn .

 

intercettazioni

 

Nessuna eccezione, dunque: uniche deroghe previste per mafia e terrorismo.

 

(...) Concretamente: la legge rischia di trasformarsi in uno tsunami per moltissime inchieste, come hanno provato ad argomentare, già in sede di audizione, i maggiori procuratori del Paese: da Francesco Lo Voi a Nicola Gratteri, da Alessandra Dolci a Raffaele Cantone. Né basta, come rassicurazione, l’ordine del giorno con cui il governo si impegna nella notte, con il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, «ad adottare», prossimamente, «le opportune iniziative normative» per applicare la deroga anche ai reati contro le donne. «Se questa volontà è autentica, perché non avete approvato gli emendamenti che vi consentono subito di correggere una legge criminogena?», è la replica di M5S, Pd, Avs. Partono i cori, «vergogna».

 

intercettazioni guardia di finanza

«Quello che si sta consumando in quest’aula è gravissimo. Troppi reati senza intercettazioni non possono essere puniti: 45 giorni sono un periodo del tutto irrilevante, chi propone questa norma lo sa», tuona Federico Cafiero de Raho, M5s, già procuratore nazionale antimafia, pm che ha stanato il gotha dei casalesi.

 

«Il governo Meloni offre l’immunità ai delinquenti», conclude. Nel mirino «la schizofrenia legislativa della destra», punta il dito l’altra pentastellata, Valentina D’Orso: «Da un lato, stanotte sancite la resa totale dello Stato davanti al grande spaccio; dall’altro lato, nel ddl Sicurezza, al Senato, bandite persino le infiorescenze della pianta di canapa». Denuncia Federico Gianassi, Pd: «Non siamo contro una vigilanza sulle intercettazioni. Siamo contro questo asssurdo provvedimento. Voi vi girate su Paragon, fischiettate su intercettazioni abusive. Ma quelle legittime, necessarie, non si possono fare.

CAFIERO DE RAHO

Pagherete un prezzo in termini di consenso».

 

(...)

 

 

ANCHE LA RAI DOVRA' FORNIRE INFORMAZIONI AGLI 007 

Francesco Grignetti per “La Stampa” - Estratti

 

INTERCETTAZIONI

C'è una polpetta particolarmente velenosa tra le righe del ddl Sicurezza che sta per essere votato in via definitiva al Senato, all'articolo 31: obbligo di collaborare con i servizi segreti per l'intero universo di chi ha rapporti con lo Stato, nel senso più esteso del termine.

 

Persino le società radiotelevisive. Denuncia Valter Verini, Pd: «L'articolo approvato può colpire anche presidi importanti dell'informazione, del servizio pubblico Rai ma anche dei media concessionari (Mediaset ed altri, per esempio), che saranno obbligati a rispondere ad eventuali richieste di servizi di intelligence, consegnando banche dati, taccuini, rivelando fonti di giornalisti e delle redazioni e perfino contatti e itinerari degli inviati di guerra. Come si comprende bene, si tratta di un autentico colpo alla libertà di informazione, alla tutela delle fonti, a principi e regole fondanti protetti dalla Costituzione, da Convenzioni e direttive europee e internazionali».

 

walter verini foto di bacco

(...) «Vogliamo lanciare un allarme. Rappresenta obiettivamente una minaccia e rende ancora più pesante la gravità di questo disegno di legge», conclude Verini

intercettazioniintercettazioni INTERCETTAZIONI NORDIO - VIGNETTA BY VUKIC

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…