FERMI TUTTI! IERI SERA, SUL CANALE HBO, HA DEBUTTATO ‘’VICE’’, IL NUOVO NEWSMAGAZINE CONFEZIONATO PER IL PUBBLICO DELLA GENERAZIONE WEB, PER NULLA PRESA DALLE NEWS E DAI TALK-SHOW DELLE TV CONVENZIONALI MA ATTRATTA DAL “GONZO JOURNALISM”, CON REPORTAGE LETTERARIO/SOVVERSIVO E HAPPENING SITUAZIONISTA

1. VIDEO - IL NUOVO PROGRAMMA DI "VICE" PER HBO


2. "VICE" E HBO: REPORTAGE SOVVERSIVI E SITUAZIONISTI
Giulia D'Agnolo Vallan per Dagospia

Carneficine di politici e pistole fatte in casa nelle Filippine, un prete sudcoreano che aiuta ragazze nordcoreane a fuggire dalla schiavitu' sessuale in Cina, bambini bomba in Afghanistan e l'ormai mitica spedizione degli Harlem Globetrotters a Pyongyang. E', nelle parole del fondatore del trendissimo gruppo multimediale VICE MEDIA, Shane Smith: "il mondo visto attraverso i nostri occhi".

Si tratta di un mondo esotico, macho, iperviolento e immerso nel ‘gore'. Ripreso in frammenti di traballante macchina a mano e' anche giovanilisticamente "nerd", piuttosto superficiale e, nonostante il quoziente shock, inaspettatamente piatto. Smith e un paio di suoi collaboratori erano presenti, giovedi' sera, alla proiezione anticipata dei primi due episodi del loro nuovo newsmagazine, Vice, in onda a partire da venerdi' notte su HBO.

La joint venture tra la compagnia di Brooklyn e la rete via cavo di "I Sopranos" e "Girls" e' nata con l'obbiettivo di creare un TG confezionato per il pubblico della generazione Y (avido consumatore dei prodotti VICE -rivista, musica e soprattutto video- e poco attratto dalle news convenzionali).

Dietro all'operazione anche nomi autorevoli come Bill Maher (conduttore di uno dei programmi d'attualità politica piu' affilati di HBO) e, in qualita' di consulente, il giornalista di CNN Fareed Zakaria. Il successo di pseudo tg comici come quelli di Jon Stewart e Steven Colbert (e del programma di Maher) e' una prova che le generazioni piu' giovani amano la notizia filtrata dall'assurdo. E, sulla carta l'idea di Vice e' molto promettente: una versione video del gonzo-giornalismo pionierizzato dal grandissimo Hunter Thompson con un tocco di Jackass. Reportage letterario/sovversivo e happening situazionista.

Da quello che si e' visto finora, pero', i nerdissimi inviati di Vice hanno ancora molta strada da fare prima dar del filo da torcere a veterani del giornalismo istituzionale. E ha ragione il critico del "New York Times" Mike Hale quando dice che il decisamente non istituzionale Thompson avrebbe sputato il suo Chivas di fronte alla dichiarazione d'intenti che si sente in voice over a inizio programma: "siamo qui per rivelarvi le assurdita' della condizone moderna".

Il fatto e' che, per essere il prodotto di un gruppo di menti d'avanguardia della comunicazione multimedia, Vice e' molto convenzionale. Come se il passaggio dal Far West del web (dove Vice Media vanta la collaborazione di filmmaker come Harmony Korine e Spike Jonze e un canale di video seguitissimo e molto interessante) a un formato per la televisione (pur se HBO) gli avesse un po' tagliato le gambe.

Lo avesse messo in gabbia. Smith e I suoi colleghi vengono paracadutati in posti orrendi e situazioni pericolosissime ma le loro storie si fermano poco piu' in la' del frisson di teste che rotolano e mani mozzate da un'esplosione in Afghanistan o dallo spettacolo di un armatissimo accampamento di miliziani adolescenti nella giungla delle Filippine.

Perche' tutti i candidati politici nelle Filippine vengono trucidati (e' il tema del segmento ) non lo sapremo mai. E, intervistato da Shane Smith, il portavoce talebano Syed Myhhamad Akbar Agha sembra Lupo Ezechiele che si lecca I baffi al pensiero di uno dei tre porcellini, non un terrorista di fronte a un intervistatore che lo inchioda con argomenti che la CBS non oserebbe mai.

Lunghi quindici minuti ciascuno (ogni puntata ne include due) i servizi di Vice sono quasi dei piccoli documentari. Che pero', nonostante la durata confortevole, di informazione ne includono pochissima. E non perche' affidano il racconto alle immagini, che sono invece montate in modo cosi' casuale da non permettere loro di raccontare quasi nulla aldila' dell'impatto di superficie.

Non a caso, tra i materiali visti in anteprima giovedi', il piu' interessante era di gran lunga il girato dei Globe Trotters in Corea del Nord (con la partita di basket che finisce 110-110, le cheerleaders di partito e Kim Jong Un insieme a Dennis Rodman), che e' stato presentato non in quella che sara' la sua versione definitiva dentro al programma, ma in spezzoni non ancora montati e addomesticati dal voice over del conduttore.

Bastava quel respiro (anarchia?) in piu' per rendere l'idea di quello che Vice potrebbe essere - originale, sovversivo, formalmente avventuroso e, soprattutto, news. Niente che non si possa curare con il tempo (e magari invitando l'ottantunenne Dan Rather a tenere uno stage a Brooklyn).

Fino ad allora, Vice e' un astuto concetto di marketing, ma Shane Smith non pare destinato a diventare il Lena Dunham del maschio ventiequalcosa. Un'artista e un fenomeno culturale.

 

 

 

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