FESTIVAL DI ROMA: FUMATA BIANCA! - DOMANI ALLE 14 SI DIMETTERA’ NONNO RONDI, SU ORDINE DI GIANNI LETTA (NON SI COMPRENDE PERCHE’ L’EMINENZA AZZURRINA ABBIA ASPETTATO DUE MESI PER DARE IL BENSERVITO AL VEGLIARDO) - LA PALLA QUINDI PASSA AL CONSIGLIO DI FONDAZIONE CHE NOMINERA’ IL NUOVO PRESIDENTE NELLA PERSONA DI PAOLO FERRARI, IL QUALE CONVOCHERA’ IL CDA PER LA NOMINA DI MULLER, FIA’ AL LAVORO DA UN PEZZO PER IL SUO PRIMO FESTIVAL ROMANO…

1- RONDI ADDIO
Simona Antonucci per il Messaggero

Un'ora e più di attesa per un colloquio di non più di cinque minuti: il tempo sufficiente per dirsi sì o no. Certamente non abbastanza per lavorare a una nuova intesa. Rondi, presidente del festival del cinema di Roma, esce dall'incontro con Alemanno e Polverini piuttosto disteso: «Domani sarà un giorno decisivo. Questo muro contro muro non ha portato da nessuna parte. E io sono un po' annoiato. Loro sono molto rispettosi. E io li rispetto, per dovere. Non sono due soci qualsiasi, devo tener conto delle loro posizioni e informare gli altri cui sono legato da amicizia e stima».

Novant'anni e più, con la sciarpa-feticcio al collo che si sistema non appena fanno capolino i fotografi, Rondi ha tenuto testa per due mesi a una bufera che ha investito il mondo della cultura e della politica, aggiudicandosi sul campo il Marc'Aurelio, il Leone d'oro, l'Orso e la Palma. Alla carriera.

Ma se in questa riunione vi siete ripetuti lo stesso rosario, Müller-Detassis, Detassis-Müller... Perché allora tutta quest'urgenza?
«Loro mi hanno detto che preferiscono Müller. In verità ha parlato soltanto il sindaco. Polverini ha annuito. E comunque hanno ributtato tutto sulle mie spalle sostenendo che è compito mio trovare una via d'uscita da questo vicolo cieco. Ma io mi sono un po' annoiato di questa situazione e ho il dovere di informare tutti gli altri consiglieri che non riunisco da metà dicembre, da quando è scaduto il mandato di Detassis e si è scatenato tutto questo putiferio».

Ma all'ordine del giorno non c'è un'informativa, ma una votazione. O l'uno o l'altro. O tutti e due in un'ipotesi che vedrebbe Detassis in campo fino a giugno, data di scadenza del suo mandato. E poi, nuovo presidente (Paolo Ferrari) e direttore Müller (con Lamberto Mancini direttore generale al posto di Francesca Via).
«Sarebbe una buffonata, inaccettabile per Piera e per me. Non ne parliamo proprio. Che facciamo un festival col passaggio delle consegne? Del resto, io voglio lavorare con Piera. E se non è possibile, che faccio? Devo tener conto dell'opinione di due consiglieri come Polverini e Alemanno, rappresentano il Comune e la Regione, finanziano il festival... Non è colpa mia se Baratta non ha rivoluto Muller alla Mostra di Venezia».

Non è escluso, quindi, che se nelle prossime 24 ore non si trovi una soluzione, sul cda piombino le sue dimissioni?
«Beh, si possono chiedere soltanto le mie. Mica quelle del sindaco!».

2- MULLER E FERRARI AI NASTRI DI PARTENZA
Simona Antonucci per il Messaggero

«Sono soddisfatto di questo incontro - dichiara il sindaco - anche se avrei preferito un'intesa piena. Noi crediamo fermamente che Müller sia il candidato giusto per rilanciare il festival di Roma, una manifestazione prestigiosa cui teniamo tutti moltissimo. Rondi, purtroppo non riceve questo nostro punto di vista, ma ci deve aiutare».
Stessi candidati, stessi voti a sostenerli.

Ma dall'incontro-lampo sul festival del cinema di Roma convocato ieri mattina d'urgenza in Campidoglio, Alemanno e il presidente della Regione Polverini sono usciti sorridenti, sollevati. E il presidente di Cinema per Roma, Rondi, in qualche modo, pure. Dopo due mesi di schieramenti degni di un derby Roma-Lazio, ieri sono sembrati vicini a una conclusione. Müller direttore artistico, con o senza Rondi presidente.

Rondi, quindi, si farà da parte? «Non me lo auguro - continua il sindaco - ha tutta la mia stima. Ma, considerando che comunque il suo mandato è in scadenza tra pochi mesi, non può bloccare tutto e continuare a sostenere un suo candidato che potrebbe poi non essere gradito al prossimo presidente».

Si rivedranno domani seduti intorno al tavolo del consiglio della Fondazione: all'ordine del giorno l'elezione del nuovo responsabile del festival. Con la certezza che non si tratterà di una seduta interlocutoria, ma di una votazione conclusiva. Che prevede per forza di cose, anzi di numeri, che il presidente Rondi, comunque in scadenza a giugno, faccia un passo indietro.

E quindi, è possibile che all'ordine del giorno, domani, prima ancora dell'elezione del direttore, possa esserci una mossa di Rondi che pur legato a Detassis da profonda stima, scelga, suo malgrado, per una continuità della manifestazione.

Del resto Müller non ce l'avrebbe mai fatta a essere eletto soltanto da Comune e Regione, contro il parere del presidente stesso della rassegna cinematografica e l'astensione di Musica per Roma. E in questi due mesi, Rondi ha comunque continuato a riconfermare l'ex direttore Detassis, appoggiato anche da Provincia e Mondello. Ma l'ipotesi Detassis avrebbe creato un ennesimo impasse a giugno.

Quando, il sindaco, presidente del consiglio dei soci fondatori, avrebbe potuto eleggere un nuovo presidente e quindi rimettere in campo Müller. Ma questa volta con tre mesi di ritardo rispetto alla tabella di marcia organizzativa di una rassegna che viaggia da troppo tempo verso la prossima edizione, in calendario a metà ottobre, senza responsabile artistico e senza certezze.

«Non ho nulla contro Detassis - conclude il sindaco - ma Müller mi ha prospettato un percorso del festival che mi ha entusiasmato. Che parte durante l'estate romana e prosegue tutto l'anno, con il clou internazionale durante la settimana in calendario». E se invece la notte portasse tutt'altro consiglio e si andasse a votare Detassis? «Il festival entrerebbe in una crisi grave».

 

MARCO MULLER rondi detassis shar07 paolo ferrariRENATA POLVERINI GIANNI ALEMANNO0156FRANCESCA VIAMULLER

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO