UN PAESE SENZA - CON GLI “SCARTI” DEGLI SCAVI DI POMPEI, IL BRITISH MUSEUM DI LONDRA DIVENTA IL SECONDO MUSEO PIÙ VISITATO AL MONDO - E NOI LASCIAMO CHE GLI SCAVI VADANO IN MALORA

1 - SE GLI «SCARTI» DI POMPEI FANNO RICCHI GLI INGLESI
Alessandro Gnocchi per "il Giornale"

Bastano pochi numeri per sbriciolare, neanche fosse un muretto di Pompei, la retorica sui Beni culturali come petrolio dell'Italia,sul patrimonio artistico come bene comune. Ad esempio, guardando la classifica dei musei più visitati nel 2013, pubblicata da Il Giornale dell'Arte , appare evidente che, sì, i nostri Beni culturali sono il petrolio.

Ma dell'Inghilterra. Infatti il British Museum strappa la seconda posizione al Metropolitan di New York facendo segnare un clamoroso incremento del 20 per cento tra i visitatori. Merito (anche) di Life and death in Pompeii and Herculaneum , aperta dal 28 marzo al 29 settembre.

Sponsor: Goldman Sachs. Obiettivo dichiarato: 250mila spettatori. Raggiunto dopo neanche tre mesi. Totale: 471mila. Terzo miglior risultato di sempre, dopo Tutankhamon e l'esercito di Terracotta. Dalla mostra, è stato tratto un film-evento proiettato in 51 Paesi. In Italia, è rimasto nei cinema per due giorni, registrando una media (copia per sala) superiore a quella di Checco Zalone.

Il merchandising è tuttora in vendita, nei negozi londinesi e nel sito dell'istituzione britannica. Incalcolabile quanto tutto ciò abbia fruttato, ma stiamo ragionando di circa 10 milioni di sterline. Il materiale esposto nella capitale di sua Maestà era certamente prezioso ma vale la pena ricordare che proveniva, in prestito gratuito, soprattutto dai depositi di Pompei.

Il Guggenheim di New York, nella stessa classifica, occupa la 51ª posizione,ed è in calo rispetto all'anno precedente. Per rilanciarsi ha scelto di mettere nel motore il petrolio dell'Italia: Italian Futurism, 1909-1944: Reconstructing the Universe sarà in cartellone fino a settembre. I conti si fanno alla fine. Per ora possiamo facilmente costatare come questa retrospettiva abbia avuto una risonanza superiore a quella delle disordinate celebrazioni italiane per il centenario del movimento fondato nel 1909 da Filippo Tommaso Marinetti.

I musei italiani si difendono, con netta prevalenza di Firenze e Torino sulle altre città italiane. Il trend è negativo, con qualche eccezione. Il primo ad apparire nella top list è la Galleria degli Uffizi, in 26ª posizione. In sostanza siamo fermi, in qualche caso immobili. La Pinacoteca di Brera ha avuto 249mila ingressi come l'anno precedente. La si può vedere in due modi. Ottimista: ha resistito alla crisi. Realista: peggio di così un museo bello come Brera non può proprio andare, neppure sforzandosi.

Il limite inevitabile della classifica è che non può tenere conto della diversità fra strutture enormi come il Louvre (primo anche se in calo) di Parigi e gli Uffizi di Firenze. Lo ha fatto notare anche il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Ovvietà a parte,la top ten,con l'ascesa del British, contiene una dura lezione.

Con i nostri «scarti» gli altri Paesi costruiscono fortune. Le istituzioni pubbliche non si vergognano di farsi sponsorizzare, di far pagare il giusto (15 sterline), di vendere tazze col mosaico, di inventarsi idee originali come il film, di farsi pubblicità, di adottare una strategia mondiale di comunicazione. La gente accorre. Ben lieta, dispiace dirlo, di trovare, fuori dal British, Londra e non i parcheggi abusivi di Pompei.

Tutto questo però insegna nulla. Il copione resta sempre il solito: crollo del muretto, frinire di cicale indignate, inchieste giornalistiche, pomposi convegni sul patrimonio artistico, vuote dichiarazioni d'intenti, libelli-fotocopia, demonizzazione dei privati, ostacoli burocratici devastanti per chiunque abbia una proposta concreta, spreco dei pochi fondi disponibili. E così via. Per sempre?

2 - IL LOUVRE È SEMPRE IL MUSEO PIÙ VISITATO AL MONDO
Da "rainews.it"

Può chiudere senza problemi il primo maggio e permettersi anche il lusso di abolire la domenica gratuita. Comunque vada non perde il suo appeal il Louvre, che nel 2013 ha avuto quasi quattrocentomila visitatori in meno rispetto all'anno precedente, eppure si conferma per l'ennesimo anno il re senza rivali dei musei. Mentre in Italia lo scettro rimane agli Uffizi che, al contrario del museo parigino, guadagnano nuovi visitatori ma perdono posizioni, scivolando quest'anno al 26° posto dell'autorevole classifica stilata da Giornale dell'Arte con The Art Newspaper.

Difficile d'altra parte fare confronti fra strutture tanto diverse, assurdo paragonare l'enormità del Louvre e di Parigi alle Gallerie degli Uffizi e alla piccola Firenze, come ha ribadito qualche giorno fa anche il ministro della Cultura, Dario Franceschini. Comunque sia ci possiamo consolare trovando un po' d'Italia anche nei successi dei grandi musei esteri: complice lo strepitoso boom della grande mostra dedicata a Pompei, il londinese British Museum si piazza subito dopo il Louvre, "rubando" la seconda posizione al Metropolitan Museum di New York, con 6,7 milioni di visitatori contro i 6,2 dell'istituzione newyorkese, che pure dallo scorso luglio ha varato una politica di apertura sette giorni su sette e comunque è in crescita.

Londra, d'altra parte, si impone come la vera capitale della cultura 2013 con ben quattro musei nella top ten, oltre al British la National Gallery, il Natural History Museum e la Tate Modern, seppure in forte discesa causa lavori con 4,8 milioni. A Parigi mantengono saldi le loro posizioni il Centre Pompidou e il D'Orsay, mentre precipita dal 34° al 41° posto il Musee du Quai Branly. Stabile in ottava posizione, con 4,5 milioni di visitatori, il National Palace Museum di Taipei.

In Spagna anno di magra per il Prado con 2,3 milioni, mentre è in crescita il Reina Sofia che sale in tredicesima posizione con 3,1 milioni. Ad Amsterdam fa faville il Rijksmuseum che a pochi mesi dalla riapertura ha raccolto oltre 2,2 milioni di appassionati, mentre perde posizioni il Van Gogh Museum con 1,4 milioni. Sei in tutto, più o meno come sempre, i musei italiani inclusi nella classifica dei primi cento musei del mondo.

E il trend è ancora in discesa, fatta eccezione per la Reggia di Venaria e il circuito di Palazzo Pitti che guadagnano entrambi una posizione. Senza particolari variazioni nella sua top, invece, la classifica dei primi cento musei italiani, che rimane dominata dai soliti cinque, in testa gli Uffizi con 1,8 milioni di visitatori seguito da Palazzo Ducale di Venezia e dalle Gallerie dell'Accademia di Firenze, poi da Castel Sant'Angelo e Palazzo Pitti con una netta prevalenza di Firenze e Torino nella top ten.

In salita ci sono la Venaria Reale, il Museo Egizio di Torino, la Galleria Borghese di Roma, il Castello Sforzesco di Milano. Si piazza bene il Muse, il nuovo museo della scienza di Trento progettato da Renzo Piano con 300.520 visitatori, cinquecento in più del Maxxi di Roma, che pure cresce molto guadagnando ben tredici posti in classifica. E tra i primi venti c'è il museo Ferrari di Maranello: nel 2013 lo hanno visitato ben 321.758 appassionati. Mentre a Milano il San Siro Museo & Tour ha raccolto 228 mila persone: poco meno della Pinacoteca di Brera e quasi il doppio della Triennale.

 

Pompeii venne inghiottita dalla lava del Vesuvio CROLLI POMPEI CROLLI POMPEI FILM DOCUMENTARIO SU POMPEI DEL BRITISH MUSEUM Metropolitan MuseumCattelan All Guggenheim NY uffizi museo del louvre parigi jpeg

Ultimi Dagoreport

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...

mara venier gabriele corsi

PERCHÉ GABRIELE CORSI HA MOLLATO “DOMENICA IN”? LA SUA PRESENZA AL FIANCO DI MARA VENIER ERA STATA FRETTOLOSAMENTE ANNUNCIATA DA ANGELO MELLONE, DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI. E INVECE, SOLO DUE GIORNI FA, CORSI HA ANNUNCIATO DI ESSERSI TIRATO INDIETRO - COSA È SUCCESSO? LA RAI AVEVA TENTATO DI COMMISSARIARE LA "ZIA MARA", PIAZZANDOLE ACCANTO I "BADANTI" NEK E CORSI. MA L'ARZILLA 74ENNE, FORTE DI BUONI ASCOLTI, HA FATTO TERRA BRUCIATA AI SUOI DUE "VALLETTI", USANDO L’ARMA DA FINE DEL MONDO: “SE IO MOLLO AD AGOSTO CHI CI METTETE?". E COSÌ, UNA VOLTA VISTO IL SUO SPAZIO RIDOTTO A QUALCHE MINUTO DI UN QUIZ, IL CONDUTTORE SI È CHIAMATO FUORI (NEK ERA GIÀ SCAPPATO A "THE VOICE") - LA VENIER HA TENTATO DI DISSIPARE I DUBBI SULLE SUE “COLPE” POSTANDO UNA STORIA IN CUI SI INSINUAVA CHE CORSI AVESSE MOLLATO PER I SOLDI (POCHI). MA A SMENTIRE LA SUA VERSIONE È STATO IL MANAGEMENT DEL CONDUTTORE…

antonio spadaro papa leone xiv robert prevost

FLASH! – SPADARO DI FUOCO! IL GESUITA, ORFANO DI BERGOGLIO, , OGGI SU ''LA STAMPA”, SPACCIA COME SUA ''INTERVISTA INEDITA'' UNA VECCHIA CONVERSAZIONE PUBBLICA CHE L'ALLORA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST TENNE A NEW LENOX, IN ILLINOIS, IL 7 AGOSTO 2024 - IL GESUITA HA PRESO IL TESTO SBOBINATO E L’HA INFRAMEZZATO CON DOMANDE SUE: UN CAPOLAVORO DI AUTO-PROMOZIONE DEGNO DI UN VERO INFLUENCER... - LA PRECISAZIONE DELLA CASA EDITRICE EDB: "SOLLEVIAMO DA OGNI RESPONSABILITA' PADRE SPADARO CIRCA OGNI FRAINTENDIMENTO TRA LA STAMPA E LA CASA EDITRICE" - VIDEO

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…