federico gardenghi

C’E’ FEDE IN CONSOLLE: “IBIZA E’ LA MIA GARDALAND” – CHI E’, CHI NON E’, CHI SI CREDE DI ESSERE IL 13ENNE FEDERICO GARDENGHI, IL DEEJAY PIU’ GIOVANE AL MONDO – “LA GENTE MI GUARDA STRANITA PERCHÉ VEDE UN BAMBINO SUL PALCO. LA DROGA? NON C’E’ SOLO IN DISCOTECA MA ANCHE A SCUOLA – I SUOI VIDEO SU YOUTUBE HANNO OLTRE 4,5 MILIONI DI VISUALIZZAZIONI

 

federico gardenghi

 

Alessandro Milan per la Verità

 

La passione forse era scritta nel dna, essendo nato lo stesso giorno di Bob Sinclar, uno dei più noti deejay al mondo. Solo che Sinclar ha iniziato a suonare a 18 anni, Federico Gardenghi un po' prima, quando di anni ne aveva 4. Oggi Federico, 13 anni, di Rho, è il più giovane deejay al mondo. L' anno scorso ha preso 52 aerei e si è esibito in 21 concerti, sempre accompagnato dal padre Davide o dalla madre Laura. Alcuni dei suoi video su Youtube hanno oltre 4,5 milioni di visualizzazioni. Quando parla con la Verità è reduce da un weekend che l' ha visto esibirsi a Praga e Budapest.

 

Federico, come reagiscono le persone che ti vedono salire sulla postazione del deejay?

«Inutile negare che sono un po' stranite, perché vedono un bambino in consolle».

 

Ecco, ti senti ancora un bambino?

«Beh, dai, dopo che ho suonato faccio come tutti quelli della mia età, gioco al computer».

Senza, immagino, trascurare lo studio.

«Quello mai. Come dice mio padre, posso seguire questa passione, ma è meglio essere laureati, così potrò controllare bene i contratti che mi faranno. Lo studio è fondamentale».

 

Com' è iniziato questo amore per la musica?

federico gardenghi

«Avevo 4 anni ed è nato quasi per sbaglio. Io amavo i treni e c' era un programma televisivo per imparare le lettere e i numeri in cui nella locomotiva, al posto della cabina di comando, c' era la consolle. Io mi sono appassionato di quella parte del treno, solo dopo ho capito che serviva a suonare».

 

Primo ricordo concreto legato a questo mondo?

«A 4 anni ho rotto così tanto le scatole ai miei che mi hanno affittato una consolle per il compleanno. Ricordo anche una scena precisa: un amico che porta un cd con dentro musiche per bambini, io lo tolgo e metto musica vera. Dance, disco, a quell' epoca mi piaceva molto Armin van Buuren, deejay e produttore discografico olandese».

 

Tutto questo a 4 anni?

«Sì, e a 6 è arrivata la prima consolle tutta mia, una Gemini 3610, un vero sogno».

 

Da lì ai concerti il passo è stato breve?

«Tieni conto che le prime esibizioni pubbliche sono state per i parenti, alle feste, nelle ricorrenze. Poi è arrivato il primo concerto vero e proprio».

 

Lo ricordi?

«Come se fosse ieri. Era Capodanno del 2012, eravamo a Montecampione, stavano montando un' apparecchiatura fantastica per la festa in paese, mi si sono illuminati gli occhi. Per me toccare quei tasti è stato come per un appassionato di calcio prendere in mano il pallone della finale dei Mondiali. Mi hanno dato l' opportunità di suonare e lì è iniziata la mia carriera».

 

federico gardenghi

Facendo due calcoli, avevi 7 anni.

«Sì. Ma il primo concerto che mi ha avvicinato alla musica techno è stato nel 2014, a Catania. Io non conoscevo nemmeno bene quel genere di musica. Sono un autodidatta, ovviamente, quando salgo in consolle non ho una mia playlist, cerco prima di capire il pubblico che mi trovo di fronte e metto la musica che li fa ballare di più».

 

Di quella tua prima esibizione ci sono video su Youtube, sono stati scritti diversi articoli. Ma è questo che vorrai fare nella vita?

«Spero proprio di sì. Come detto, continuerò gli studi ma il mio sogno è vivere di questo.

Diventare un po' il Carl Cox del futuro».

 

Chi?

«Come chi? Il re della tech-house, 100 chili di energia e simpatia, un mito unico. L' ho conosciuto a Ibiza, un po' come per un ragazzino incontrare Cristiano Ronaldo o Messi».

Qui interviene il padre Davide che assiste all' intervista: «Per Federico andare a Ibiza è come andare a Gardaland.

Pensi che un anno abbiamo scelto lo stabilimento balneare in base al tipo di impianto audio che avevano. Ovviamente Federico sceglieva il più sofisticato e rumoroso».

 

E come è andata con Cox, Federico?

«Eravamo a Ibiza e il proprietario dello stabilimento, avendomi sentito suonare, mi ha detto: "Nel pomeriggio voglio presentarti una persona".

Mi sono trovato davanti il mio idolo. Mi ha chiesto di suonare un po' per lui e da lì è nato tutto».

Ancora il padre Davide: «Carl si è complimentato con Federico e ci ha chiesto di coltivare il suo talento».

 

Davide, mi spiega come avvengono i concerti di Federico?

federico gardenghi

«Abbiamo richieste da tutta Europa. Dovunque lui è trattato come un artista. Appena atterriamo in aeroporto c' è una macchina con autista ad attenderci. È protetto da guardie del corpo, entra nella discoteca solo dieci minuti prima di esibirsi, appena finisce fa qualche foto poi viene riportato fuori in maniera iper protetta».

 

Glielo chiedo brutalmente: crede che sia una vita salutare?

«Questo è un punto importante, visto che inevitabilmente subiamo critiche. Tengo a precisare che prima che Federico inizi a suonare la consolle viene ripulita di tutto. Non esiste un bicchiere di alcol nei paraggi, nessuna sigaretta. Lui indossa degli speciali apparecchi acustici, degli abbattitori del suono per preservarne l' udito. Tutto viene stabilito prima del nostro arrivo. E a essere sincero, quando suona all' estero c' è una serietà e una professionalità maniacale, non è mai necessario ripetere due volte le condizioni perché c' è un massimo rispetto».

 

Federico, quanto dura una tua esibizione?

«Può essere un' ora, o un' ora e mezza, dipende.

 

I tuoi compagni di scuola cosa dicono?

«Ci hanno fatto l' abitudine, sanno che a differenza loro io nei weekend magari prendo un aereo per un concerto. Però è bello condividere le esperienze che faccio. A volte riesco anche a coniugare passione e studio, come quando ho fatto un concerto ad Agrigento proprio mentre a scuola stavamo studiando la Valle dei Templi».

 

So che hai una sorella, Sofia. Come vive questo tuo amore per la musica?

«Non c' è persona che mi sopporta e mi supporta più di lei. È più piccola, fa ginnastica ritmica a livello agonistico, per cui anche lei in qualche modo è nel mondo della musica. Poi abbiamo fatto un patto».

 

Quale?

federico gardenghi

«Se un giorno diventerò famoso lei mi dovrà fare da manager».

 

Capitolo soldi, uno dei più delicati da affrontare. Papà Davide, che mi dice?

«Dico che, come è giusto che sia, per ogni performance di Federico gli viene riconosciuto un piccolo gettone di presenza. Ogni risparmio lo userà per i suoi studi per quando sarà più grande».

 

Caro Federico, sei piccolo ma sarai attorniato da ragazzine.

«Ma no, io non vedo questo lato, entro nel club dove devo suonare da un ingresso separato, sono sempre controllato, mi esibisco e subito dopo esco, per il momento penso solo alla musica».

Veniamo anche a un altro pericolo: le droghe, l' alcol.

«Credi davvero che la discoteca sia l' unico luogo della droga e dell' alcol? Purtroppo questo problema c' è ovunque, anche fuori dalle scuole, negli uffici e anche nel parchetto sotto casa».

Davide, voi come vi comportate quando vedete una situazione strana? «Appena notiamo uno che ha alzato troppo il gomito o una canna che gira, noi lo segnaliamo ai responsabili del locale che intervengono immediatamente. Ripeto, facciamo tutto per tutelare nostro figlio».

 

Si è mai chiesto se questa strada sia davvero quella positiva per Federico?

federico gardenghi

«È una passione smisurata, incontrollabile. Le strade sono due: o la assecondi subito o la reprimi e gli dici: "La coltiverai quando sarai più grande". Noi non abbiamo mai spinto Federico su questa strada, ma se uno è un campione di calcio a otto anni, cosa fai? Gli impedisci di giocare?».

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”