
IN UN MONDO IN CUI TUTTI PUBBLICANO LIBRI MA NESSUNO LI LEGGE, PER FARSI NOTARE CONVIENE RENDERSI ANONIMI – UKETSU, IL MISTERIOSO SCRITTORE MASCHERATO GIAPPONESE, È IL NUOVO FENOMENO LETTERARIO MONDIALE – IL SUO “STRANO DISEGNI” (PUBBLICATO IN ITALIA DA EINAUDI STILE LIBERO), UN THRILLER CON TINTE HORROR, DOVE SOLO UNA SERIE DI IMMAGINI, DA COMPORRE E INTERPRETARE, PERMETTE DI SCOPRIRE L’IDENTITÀ DI UN ASSASSINO – LO SCRITTORE (O SCRITTRICE) È FAMOSO ANCHE PER I SUOI VIDEO SURREALI SU YOUTUBE, CHE LO HANNO RESO UNA STAR ANCHE SUL WEB… - VIDEO
Estratto dell’articolo di Chiara Valerio per "la Repubblica"
Uketsu è il caso editoriale che arriva dal Giappone. Il suo romanzo Strani disegni esce nella traduzione di Stefano Lo Cigno per Einaudi Stile libero. […] Il suo autore indossa una tuta nera e una maschera di carta bianca che […] rimanda, prima di tutto, alle maschere del teatro No.
[…] Strani disegni è un giallo di impianto classico — si possono raccogliere indizi e arrivare a sciogliere il mistero (quasi) da soli — tinto da sfumature gotiche, horror, spesso grottesche.
La linea del sangue che percorre le pagine viene da lontano e, chiuso il romanzo, si sa che non si interromperà mai. […]
È impossibile interrompere una vendetta: questo, se dovessi dirlo in una sola riga, il romanzo di Uketsu. Il titolo non è metaforico, gli strani disegni ci sono. Disegni infantili che nascondono oscure profezie. Uketsu ci fa giocare a Cluedo — ma potrebbe essere Monopoli, o un altro innocuo gioco da tavola, se non fosse che i passatempi tendono a diventare ossessioni — mentre chi ha ucciso rimane a piede libero ignaro a sua volta che altri lo osservano in attesa di punire ciò che è stato fatto. Non correggere, punire.
C'è un trauma infantile. C'è un bambino infelice. Siamo più vicini a Merricat e Jonas di Shirley Jackson, Abbiamo sempre vissuto nel castello, che a It di Stephen King, non c'è niente in Uketsu che non sia nella realtà visibile. Le realtà che non si vedono è perché sono passate o future. Il perturbante è uno sfasamento temporale.
[…] In una bella e lunga intervista al Guardian, via Zoom, la sua voce, attraverso un modulatore — osserva la giornalista — somiglia a quella di una ragazza. Ha dichiarato che non più di trenta persone conoscono la sua vera identità. Mi chiedo, dicerie e ipotesi a parte, se ci siano trenta persone che conoscono l'identità di Elena Ferrante. Elena Ferrante non ha avuto bisogno di maschere e modulatori vocali, forse era un'altra epoca, seppure vicinissima, oggi serve la maschera, anche la non identità ha bisogno di simulacri.
Ho visto i video di Uketsu su YouTube, sono bellissimi. Il mio preferito è quello degli asparagi che, una volta tagliati, diventano dita. […] Dal momento in cui gli asparagi diventano dita, tutto diventa dita, un pennello col quale Uketsu sta rifinendo uno strano disegno — un uomo in piedi davanti a un cavallo. Anche l'uomo e il cavallo diventano dita, e i tubetti di colori nella loro scatola, ancora dita. Gli strani disegni.
La non identità non solo ha bisogno di una maschera e di un corpo fisico, ma di abitudini, attitudini. Uketsu è stato subito definito il Banksy della letteratura. Ci sono i commenti ai video, ovviamente, moltissimi per Uketsu. Ma le sue risposte non sono immediate. Uketsu mi fa pensare a quello strano scrittore giapponese di inizio secolo, Ranpo Edogawa (in catalogo Marsilio da anni), i cui romanzi sono terribili, grotteschi, surreali e usano il delitto come punto di vista per descrivere il mondo.
In un momento in cui il mercato editoriale arranca — più del solito?, meno del solito?, struggente interrogativo — e autori e autrici vivono la dimensione della promozione perenne, la vicenda Uketsu racconta che del corpo c'è bisogno anche quando non c'è il volto. Un corpo purché sia, un corpo che occupi uno spazio. Non si sfugge. […]