1. AI GIORNALISTI RACCONTA CHE È OTTIMISTA SULLA TENUTA DELL’ESECUTIVO, MA INTANTO OGGI ASPENIO LETTA DEVE CHIEDERE LA SUA PRIMA FIDUCIA AL PARLAMENTO. E HA SOLO DIECI GIORNI DI TEMPO PER DISINNESCARE LA MINA DELL’AUMENTO IVA 2. IL BANANA NON FARÀ CADERE IL GOVERNO SULLE SENTENZE, PER CARITÀ, MA NON GLIENE FREGA PIÙ NIENTE DELLE LARGHE INTESE ED È INCAVOLATO NERO CON RE GIORGIO 3. D’ORA IN POI OGNI OCCASIONE UN MINIMO SPENDIBILE IN CAMPAGNA ELETTORALE (DALL’IVA ALL’IMU, AL PRELIEVO NOTTURNO SUI NOSTRI CONTI CORRENTI) SARÀ BUONA PER SPEZZARE LE GAMBE AL GOVERNINO DI LETTAENRICO E LA POSTA DELLE RICHIESTE PDL ALL’ESECUTIVO SARÀ ALZATA CONTINUAMENTE. POI IL PREMIER DICE CHE IL GOVERNO “È STABILE”. STABILE SARÀ SOLTANTO IL GIOCO AL MASSACRO DEL BANANA

a cura di Colin Ward e Critical Mess (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - AVVISI AI NAVIGATI
Ai giornalisti della stampa estera racconta che è ottimista sulla tenuta dell'esecutivo, ma intanto oggi Aspenio Letta deve chiedere la sua prima fiducia al Parlamento. E ha solo dieci giorni di tempo per disinnescare la mina dell'aumento Iva. Il Cavalier Pompetta non farà cadere il governo sulle sentenze, per carità, ma non gliene frega più niente delle larghe intese ed è incavolato nero con Re Giorgio.

D'ora in poi ogni occasione un minimo spendibile in campagna elettorale sarà buona per spezzare le gambe al governino di Lettaenrico e la posta delle richieste Pdl all'esecutivo sarà alzata continuamente. Poi il premier dice che il governo "è stabile". Stabile sarà soltanto il gioco al massacro del Banana.

Cominciamo dal Corriere: "Berlusconi si sente assediato: ma non rompo l'alleanza. ‘La Consulta? Preannuncio della condanna in Cassazione'. Il Pdl si prepara a dare un segnale sul voto di fiducia. Alla cena con i vertici l'ex premier si è lamentato: nessuno può proteggermi" (p. 8). La colomba ministeriale Lupi si fa intervistare da Repubblica per lanciare il seguente messaggio al suo caro premier: "E' un governo che muore o continua a lavorare se fa le cose per cui è nato: l'Imu, l'Iva e il decreto lavoro" (p. 4).

Il retroscena della Stampa è il più esplicito di tutti: "Berlusconi pronto a far saltare la stagione delle larghe intese. Il leader Pdl non considera più utile l'alleanza con il Pd. Il partito deciso a forzare la mano alla prima occasione" (p. 3). E in altra pagina (p. 5) si racconta: "Da Obama a Confindustria, Letta prepara il suo paracadute. Il premier esorcizza il rischio crisi rafforzando i rapporti interni ed internazionali".

Ma che cosa possa ottenere dal ceramista Squinzi, che ha chiesto di sforare il parametro del 3% ben prima del Berlusca, non è dato sapere. Anche il Messaggero disegna scenari non proprio "stabili" per Lettaenrico: "Berlusconi non stacca la spina ma lascia i suoi liberi di attaccare. Il leader deciso a cavalcare i referendum radicali sulla giustizia e insiste su Iva e Imu" (p. 3). Prevedibili gli avvertimenti dal Giornale di Hardcore: "Pdl compatto: basta sconti al governo. La strategia dopo la sentenza della Consulta: inflessibili sull'economia. E la giustizia torna un nodo chiave" (p. 5).

Infine, parla a titolo personale, per carità, ma oggi Piero Ostellino approfitta della prima pagina del Corriere per tirare la volata al Banana sulla questione dell'Iva: "Sostenere, come si sta facendo, che non si trovano otto miliardi per evitare l'aumento dell'Iva su un bilancio di quasi mille miliardi è culturalmente, finanziariamente politicamente, eticamente, indecente. Si ripetono gli errori del governo Monti: tante chiacchiere e molte tasse".

2 - SALVARE IL CAINANO IN QUALCHE MODO
La strategia della tensione che adotterà il Pdl nei confronti del governo non è fine a se stessa, ma servirà a portare a casa un qualche nuovo salvacondotto per il Principale. Caso strano, gli avvocati-deputati del Banana sono già al lavoro con commi e codicilli da infilare qua e là. In alcuni casi, con la collaborazione o la copertura del governo. Vediamo il catalogo dei salva-Banana, come al solito parecchio ampio. "Duello sulle carceri. E Cancellieri apre all'ipotesi amnistia. Ghedini avrebbe chiesto i domiciliari per i reati con pena fino a 10 anni. No del Pd" (Corriere, p. 6).

"L'emendamento fantasma del Cavaliere, spuntano tetti più alti per l'interdizione. Tentato blitz nel decreto carceri. Il decreto è stato separato in due provvedimenti: sulla giustizia e sulla sicurezza" (Repubblica, p. 7). "Lo svuota-carceri selettivo: salva solo potenti e benestanti. La bozza Cancellieri: libero anche chi ha pene sotto i 4 anni. Ecco perché l'amnistia aiuta Berlusconi" (Cetriolo Quotidiano, p. 4). I mezzi sono molti, scommettiamo che almeno uno andrà in porto nella distrazione generale?

3 - L'ISOLA DEI QUIRINALISTI
Nella quotidiana commedia delle veline quirinalizie, oggi titolo da incorniciare per la Stampa: "Dietro il silenzio del Colle la strategia della calma voluta da Napolitano". Ma anche, volendo, "Dietro la calma del Colle la strategia del silenzio voluta da Napolitano". Va bene uguale, tanto Re Giorgio ieri non ha né "monitato" né parlato. Ma visto che la dote principale di ogni bravo quirinalista è l'intuito, ecco a voi l'intuizione di giornata: "Ma nonostante la tenuta stagna del Colle, è fuor di dubbio che Napolitano, nei consueti contatti politici, abbia teso ad accertarsi di persona del reale clima, ovvero degli eventuali rischi che il governo potrebbe correre" (p. 3).

4 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Finisce la droga monetaria made in Usa e per chi nel frattempo si è solo flagellato con l'austerità sono dolori. "I timori sulla Cina e Bernanke fanno tremare le Borse mondiali. Spread a 289. Eurogruppo, intesa per ricapitalizzare le banche" (Corriere, p. 2). "La fine della politica espansionistica Usa altro ostacolo contro la ripresa europea. Vecchio Continente sempre più ostaggio di euro forte e debiti" (Repubblica, p. 3).

Alla voce "chiacchiere e distintivo" dopo i roboanti annunci governativi delle scorse settimane ecco la vera verità, nascosta nelle pagine economiche: "Meno tasse sul lavoro, rinvio sul taglio. Slitta a settembre la riduzione del cuneo. Un miliardo per i giovani". Poi ovviamente non può mancare "la task force" del Tesoro "al lavoro per ridurre le 720 agevolazioni alle imprese" (Corriere, p. 33). Su Repubblica, i vecchi trucchetti di qualunque governicchio: "Benzina, aumenti in vista nel 2014 per pagare lo sconto sulle barche. Robin tax per le imprese sopra i tre milioni di ricavi" (p. 24).

5 - IDEM SALVARE
"Ho sempre delegato ai tecnici chiedendo loro naturalmente di fare le cose a regola d'arte. Il commercialista, l'ingegnere, il geometra...". Sulla faccenda della casa-palestra Josefa Idem si assolve in una fluviale intervista con Concita De Gregorio (Repubblica, p. 9). In fondo lei ha sempre passato la vita in canoa. Ah, fa il ministro? Allora forse la faccenda non sarà una passeggiata.

Sul Messaggero: "Idem, voci di dimissioni ma lei dice: chiarirò tutto. Si muove la Procura. La ministra nei guai per l'Ici non pagata e per il cambio d'uso della casa palestra: solo 7 tessere, di cui tre intestate al marito" (p. 8). Anche il marito sarà uno che fa molto sport. Dispiaceri anche dal Cetriolo Quotidiano: "La Idem? Sempre assente. Era assessore a Ravenna solo per il suo nome'. Da ex colleghi di giunta ed esponenti della sinistra un coro contro il ministro" (p. 5).

6 - STECCHE-RAI CON DOLORE
Brutta storia di presunte tangenti in Viale Mazzini, dove la denuncia di un fornitore rischia di aprire il vaso di Pandora. "Mazzette per lavorare', indagati dirigenti Rai. La denuncia del produttore Di Lorenzo. Verifiche sulle responsabilità dei vertici. Il creatore di programmi come "I raccomandati": "Non ho pagato, mi tagliano fuori. Nel 2006 fatturavo 18 milioni, ora 2. Quando rifiutai di versare una tangente da 100mila euro ho subito vessazioni: contro programmazione, cancellazioni senza spiegazioni, cachet esigui'.

I magistrati contestano il reato di abuso di ufficio a quella che gli avvocati definiscono ‘una banda di dirigenti Rai infedeli'. Forse saranno ascoltati Lorenza Lei e Luigi Gubitosi" (Corriere, p. 10). Sulla Stampa, particolari penosi: "Il figlio del responsabile palinsesti di Rai Uno assunto come operatore ‘chiedeva 6000 euro a settimana'". "L'ex capostruttura di Rai Uno mi disse: ‘Ci vuole poco per minare la tua credibilità, potresti scoprire che hai insidiato una bambina..." (p. 17).

7 - UN, DUE, TRE, GRILLINO!
Almeno una cosa l'hanno fatta, i grillini in Parlamento: con il loro ostruzionismo hanno costretto il governo a mettere la fiducia sul decreto emergenze. Per il resto, solite beghe interne a uso e consumo degli odiati giornali: "Grillo attacca ancora gli espulsi. ‘Sentivano l'odore dei soldi'. ‘Restituiti i finanziamenti ma non so dove sono finiti" (Repubblica, p. 11). "Ribelli', Grillo si difende: ‘Non sono un epuratore'. Il leader: c'è stato un piccolo calo. Prevedibile, abbiamo avuto troppo successo in breve tempo" (Corriere, p. 13). Piccolo calo? Alle amministrative in molti posti ha quasi dimezzato i consensi.

8 - LA RITIRATA DI PIAZZETTA CUCCIA DAI SALOTTI MARCI
Dopo averci smenato un sacco di soldi e di energie, Medio-sbanca prepara l'uscita dalle architetture bizantine con le quali ha contribuito a intossicare il capitalismo di relazione all'italiana. Lo racconta Repubblica: "Mediobanca esce dai patti Telco, Rcs e Pirelli. La svolta del nuovo piano di Nagel" (p. 22). Il banchiere Enrico Cuccia si starà rivoltando nella tomba. Sul Sole, gli effetti a Trieste: "Mediobanca scenderà al 10% di Generali. La cessione del 3% della compagnia avverrà sul mercato nel prossimo triennio al ritmo dell'1% all'anno. La decisione nel piano industriale. I vincoli di Basilea 3 sulle partecipazioni assicurative delle banche verso un allungamento dei tempi" (p. 21).

9 - DELLA VALLE ATTACK!
Come un falco, Dieguito della Valle volteggia su quel che resta di via Solferino con un bel pacco di milioni in contanti. E i nobili signori del salottino nobile, momentaneamente a corto di grano proprio e totalmente in mano alle banche, meditano sul da farsi e sul prossimo patto di sindacato.

Essendo pur sempre uno scarparo, Mister Tod's regola così Yacht Elkann: "Diciamo che deve andare ancora mangiare tante pagnotte prima di potersi permettere di fare lo stratega di cose più grandi di lui come questa. Ci ha provato e ha visto la frittata che ha fatto" (Messaggero e Repubblica). Secondo il Sole, il mediatore tra soci del vecchio patto e soci fuori patto sarebbe Francesco Merloni (p. 23). Silenzio generale su quante chance abbia l'ad Scott Jovane di salvare la cadrega in caso di apertura delle porte al dandy marchigiano.

Imbarazzo comprensibile sul Corriere, costretto a dare un minimo di spazio alle bordate dello Scarparo a pallini, hai visto mai che diventi davvero il primo azionista della baracca: "Della Valle: Rcs, le mie condizioni per dire sì. ‘Bazoli? Una persona perbene'. ‘John Elkann voleva fare lo stratega'" (p. 37). Grande imbarazzo anche sulla Stampa, che censura le critiche più aspre al suo padroncino in un pezzo davvero circense, fin dal titolo ("Rcs, parte la caccia ai diritti. Della Valle apre all'aumento", p. 26).

Bel colpo invece sul Messaggero: "Rcs, Bonomi si prepara ad entrare nella partita. Dopo l'aumento sosterrà la divisione del gruppo: non interessato al Corsera". L'industriale e banchiere della Bpm era uscito due mesi fa dal cda di via Solferino per evitare conflitti d'interesse (p. 20).

10 - ULTIME DA UN POST-PAESE
Pessima figura internazionale dell'Italia in uno dei pochi campi che contano davvero: il turismo. "Il Colosseo chiuso per sciopero e i turisti abbandonati al sole. Centinaia davanti al cancello: ‘Vanificato il viaggio a Roma'. L'indignazione dei visitatori bloccati da un cartello che annuncia un'assemblea. La replica del ministero: ‘Risolvere la situazione è tra le priorità e, in luglio, con i sindacati si vaglieranno le soluzioni" (Corriere, p. 25). Luglio sembra proprio un periodo perfetto per scazzarsi. Tanto sono tutti in vacanza (da noi).

 

 

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