1. CON UNA AVVELENATISSIMA E CAFONISSIMA INTERVISTA AL “FATTO”, RILASCIATA AL DIRETTORE DEL SITO PETER GOMEZ CHE ABITUALMENTE NON SCRIVE SUL QUOTIDIANO, MICHELONE SANTORO SILURA E SBEFFEGGIA MARCO TRAVAGLIO, VICEDIRETTORE DEL GIORNALE 2. IN SOLDONI LO ACCUSA DI ESSERE UN GRILLINO, UN FONDAMENTALISTA, UN VELLEITARIO CHE FUORI DALLA PIAZZA TAHIR DEL WEB E’ INCAPACE DI LEGGERE IL PRESENTE POLITICO 3. E SULLA PUNTATA DI “SERVIZIO PUBBLICO” CON BERLUSCONI CHE SPAZZOLA LA SEDIA DI TRAVAGLIO GLI DA PURE DEL VIGLIACCO CATODICO: “SE DEVO RIMPROVERARMI QUALCOSA È DI NON ESSERE INTERVENUTO IN QUEL FAMOSO MOMENTO NEL QUALE BERLUSCONI SI È MESSO NEI PANNI DI MARCO, CON UNA TROVATA SPETTACOLARMENTE MEDIOCRE, CHE È DIVENTATA ABNORME PER IL SEMPLICE FATTO CHE MARCO HA SCELTO DI NON REAGIRE” 4. ALLA FINE HA PURE LA FACCIA TOSTA E I CAPELLI TINTI DI PROPORRE “UN PROGRAMMA DI MARCO. MAGARI CON IL MIO AIUTO” (CERTO CHE E’ DURA FINIRE NEL CONO D’OMBRA)

Peter Gomez per il "Fatto quotidiano"

Abbiamo sentito la necessità di rompere gli schemi degli ultimi anni. Abbiamo approfittato di questa circostanza per creare una specie di confine rispetto al passato. Da questo momento non solo Anno Uno, ma tutta la nostra produzione prenderà un'altra piega". Michele Santoro al telefono esordisce così. I dati Auditel sul successo del nuovo programma con Giulia Innocenzi sono appena arrivati: 2 milioni di spettatori, share oltre il 10%.

I fatti, anzi i numeri, gli hanno dato ragione. Mercoledì 6 maggio, durante una lunga chiacchierata faccia a faccia (oggi disponibile integralmente su ilfattoquotidiano.it  ), aveva illustrato il suo pensiero su tv, giornalismo, politica e Beppe Grillo. Ora parla con il tono soddisfatto dell'allenatore che sa di non aver sbagliato né la formazione, né la tattica di gioco.

Anno Uno, rispetto a Servizio Pubblico, è stato un programma più solare, meno cattivo e con meno mediazioni giornalistiche.
Guarda, qualcuno ha fatto riferimento ad Amici, ma secondo me è un errore. Qui c'entrano a Bocca Aperta di Funari e Per voi Giovani di Arbore. Sono questi i riferimenti, non i reality. È chiaro però che il precipitare di questi giovani anche con punti di vista forti dentro la trasmissione è stato un elemento di innovazione. E poi, soprattutto, c'è stata Giulia che, come pensavo, è andata alla grande.

Non chiedere a Matteo Renzi niente sullo scandalo bipartisan dell'Expo è stata una dimenticanza o una scelta?
Rispetto a Servizio Pubblico l'andamento è volutamente più narrativo. Anche se siamo sempre giornalisti con Anno Uno siamo meno aperti alle notizie dell'ultima ora. Non è stata una trasmissione su Renzi e sulle domande giornalistiche che solleva, come sarebbe accaduto in qualunque altro programma d'informazione. Qui c'era un tema, La Paura, e lo abbiamo affrontato con l'ospite. È un format preciso che segue una narrazione. Altrimenti avremmo rifatto Servizio Pubblico.

Domande dei ragazzi, nessun contraddittorio con politici di altri partiti. È il format ideale per ospitare Beppe Grillo.
Secondo me sì. Grillo si dovrebbe trovare a casa sua. Questi giovani, oltretutto, sono destinati a crescere. Possono esprimere qualunque tipo di sorpresa. Alcuni già ora suscitano interesse sul web. Anche perché sono tutti personaggi interattivi. Sarebbe bello vederci Berlusconi, una cosa drammatica che lo metterebbe alla prova.

Punti insomma al remake del programma del 2012?
No. Rifare Berlusconi a Servizio Pubblico sarebbe inutile. Non avrebbe mai la drammaticità del primo incontro e non avrebbe mai quel risultato. Vederlo con questi giovani sarebbe invece uno spettacolo nuovo.

Anche perché lo scorso anno c'era un clima diverso. Berlusconi era percepito come il pericolo pubblico numero uno...
Allora stavamo raccontando una stagione di grandissimi cambiamenti. Per questo i cosiddetti talk andavano in controtendenza: con la tv che andava straordinariamente male e loro che andavano straordinariamente bene. Tanto che, con Servizio Pubblico, La7 in quella fascia era costantemente la seconda rete italiana. Batteva sempre Canale 5.

Non che poi quest'anno le cose siano andate male. Anche se non lo dice nessuno, infatti, in quella fascia La7 ora è terza, noi abbiamo fatto in media il 9.3% di share. In ogni caso, l'ascolto della puntata con Berlusconi è un fenomeno megagalattico. Ha fatto esplodere la Rete a percentuali che nessuno credeva pensabili.

Restano però le critiche che conosci. Rifaresti tutto alla stessa maniera? Non pensi che il fuoco di fila delle domande sia stato troppo leggero? O che non includere Marco Travaglio tra gli intervistatori sia stato un errore?
Ma, sai, se vogliamo esseri freddi nell'analisi dobbiamo depurare la valutazione dal dibattito politico. La curva di ascolto lì cresce dall'inizio alla fine. Per me che faccio televisione vuol dire che è stato un programma avvincente dall'inizio alla fine. Bisogna respingere il vizio italiano di chiedersi se il programma è servito a Berlusconi o a Bersani.

La scaletta, la costruzione, i protagonisti sono stati assolutamente azzeccati. Poi, semmai, se devo rimproverarmi qualcosa è di non essere intervenuto in quel famoso momento nel quale Berlusconi si è messo nei panni di Marco, con una trovata spettacolarmente mediocre, che è diventata abnorme per il semplice fatto che Marco ha scelto di non reagire.

Non pensi però che la crisi dei talk di quest'anno sia causata non solo dal fatto che sono troppi e tutti simili, ma anche da una crisi di noi giornalisti? Agli occhi di molti, non solo Santoro, ma anche Gomez, sono Casta...
C'è un principio che sta passando, come dice Fedez il rapper: prima io mi informavo attraverso i contenitori di politica, oggi io penso di fare direttamente da me. Non riconosco più il ruolo di mediazione che avevano la Gabanelli, Santoro, Floris o Vespa. È una sorta di rivolta nel consumo dell'informazione, che riguarda anche la carta stampata.

Si è creata una gigantesca piazza Tahrir, una rivolta verso tutto ciò che è istituzionale e dentro questa gigantesca piazza in subbuglio non c'è spazio benevolo chi è portatore di una mediazione sia istituzionale sia informativa. Perché quelli che fanno informazione sono vissuti, tu dici come Casta, io dico come istituzione.

Grillo interpreta questo clima?
Non possiamo continuare a pensare che Grillo sia una specie di Masaniello che urla per dire qualunque sciocchezza. Dobbiamo valutarlo per quello che è: un leader politico, che deve avere una visione. Non si può limitare a raccogliere dalla Rete sensazioni, emozioni e poi restituirle alla Rete. Mi preoccupa questo posizionamento di Grillo e Casaleggio rispetto alla realtà italiana. I Di Battista cresceranno, il M5S raggiungerà il 51%, la storia finirà bene perché loro diventeranno più liberali e prenderanno in mano le sorti del Paese e finalmente diventeremo una vera democrazia.

E se questo non accadesse?
La trasformazione di una parte del web in una sorta di curva Nord o curva Sud della politica italiana può avere degli effetti pericolosi.

E quindi in futuro programmi di Santoro come si posizioneranno?
Qui viene il problema del rapporto tra me e Marco Travaglio. Un rapporto di grandissima amicizia prima di tutto, di stima smisurata sotto il profilo professionale. Ma il vero punto è cosa dobbiamo fare? Agire per il crollo del sistema o per la rigenerazione? Non possiamo sposare quello che fa Renzi, ma neanche quello che fa Grillo. No, non dico che Marco abbia perso la sua indipendenza. Sarebbe una banalizzazione.

Penso semplicemente che Marco sia portato a vedere tutto quello che sta fuori da questa piazza Tahrir come un elemento che non contenga tanti spunti positivi. La sua è una visione pessimistica sul mondo politico organizzato. Lui è come se pensasse che non è che si può stare in mezzo, bisogna stare dentro quella piazza. Però stando dentro piazza Tahrir il rischio è il fondamentalismo al governo.

È una differenza di analisi, non è una cosa banale che contrappone Santoro e Travaglio. Nel momento in cui, quando andremo a disegnare un nuovo programma, questa differenza di valutazione di approccio è giusto che venga fuori si confronti, insieme tracciamo la strada di come deve essere fatto un programma diverso da quello che stiamo facendo tutti e due.

Marco quindi se ha voglia parteciperà al tuo programma il prossimo anno?
È possibilissimo, ma potrebbe anche essere possibile per esempio che avendo io delle carte in mano da giocare, diverse da quelle del programma, perché non pensare che ci possa essere un programma di Marco. Magari con il mio aiuto. Perché queste differenze non le facciamo diventare un elemento di ricchezza, invece di farle diventare un elemento di contrapposizione?

 

innocenzi travaglio vauro santoro MICHELE SANTORO MARCO TRAVAGLIOSANTORO INNOCENZI ANNOUNO SANTORO ANNOUNO VIGNETTA BENNY TRAVAGLIO INGINOCCHIATO DAVANTI A GRILLO MARCO TRAVAGLIO CON BEPPE GRILLOBEPPE GRILLO E MARCO TRAVAGLIO - Copyright PizziSANTORO E BERLU To Pol x SANTORO BERLU grillo travaglio abbraccio lapberlusconi, santoroberlusconi, santoroberlusconi, santoroberlusconi santoro BERLUSCONI SPOLVERA LA SEDIA SU CUI ERA SEDUTO TRAVAGLIO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni rating fitch

DAGOREPORT: IL GRANDE BLUFF - ALLA GRANCASSA SUONATA IN GLORIA DI GIORGIA MELONI DA PARTE DEI MEDIA FILO-GOVERNATIVI SULLA DECISIONE DI FITCH DI PROMUOVERE IL RATING ITALIANO, HA FATTO IERI IL CONTROPELO L’EDITORIALE SULLA PRIMA PAGINA DEL “CORRIERE DELLA SERA’’ - SOTTOLINEA FEDERICO FUBINI: SENZA I 200 MILIARDI DEL PNRR PORTATI NEL 2022 DA CONTE E DRAGHI IN DOTE AL GOVERNO MELONI, ANCHE LA MINIMA CRESCITA DELLO 0,5% NON SAREBBE MAI AVVENUTA E LA PROMOZIONE L’ARMATA BRANCA-MELONI LA VEDEVA COL BINOCOLO - SECONDA FORTUNA: GRAZIE AL TAFAZZISMO DELL'OPPOSIZIONE E ALL'IRRILEVANZA DEL MONDO SINDACALE (GRAN PARTE DEGLI ISCRITTI DELLA CGIL SONO PENSIONATI; MENTRE LA CISL È PASSATA NELLE FILA GOVERNATIVE), IL BELPAESE DEI MELONI REGISTRA I SALARI TRA I PIÙ BASSI D’EUROPA, FERMI A DIECI ANNI FA, CHE ABBASSANO SEMPRE DI PIU' IL NOSTRO POTERE D'ACQUISTO…

giampaolo rossi stefano de martino bruno vespa pier silvio berlusconi gerry scotti antonio ricci

DAGOREPORT- SE IN RAI SI BALLA LA RUMBA, IN MEDIASET IMPAZZA UN ISTERICO ‘’BALLO DI SAN VITO’’ - DAVANTI AL PERSISTENTE SORPASSO DELLA “RUOTA” VESTITA DI NUOVO DA GERRY SCOTTI SUI “PACCHI” DELLO SCULETTANTE DE MARTINO, CHE FARÀ L'AD RAI, GIAMPAOLO ROSSI? RITORNERÀ IN ONDA FRA 7 GIORNI “CINQUE MINUTI” DI BRU-NEO VESPA METTENDOSI DI MEZZO TRA IL CLAUDICANTE TG DI CHIOCCI E L’AZZOPPATO "AFFARI TUOI"? - GIÀ INCAZZATO PER IL DECLINO VERSO LA MEZZANOTTE DI “PORTA A PORTA”, L’80ENNE CONSIGLIORI DELLA MELONA SA CHE NELLA TESTA DI ROSSI FRULLA L’IDEA DI ACCOMPAGNARLO, PIANO PIANO, IN UNA RSA A GIOCARE A BRISCOLA? - SE VIALE MAZZINI È UN COVO DI VIPERE, A COLOGNO MONZESE NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA. "STRISCIA LA NOTIZIA" VERRA' MESSA DA PARTE, DAVANTI ALL’INASPETTATO TRIONFO DELLA “RUOTA” IN UNA FASCIA FONDAMENTALE PER LA RACCOLTA PUBBLICITARIA E PER LO SHARE DELLA PRIMA SERATA? - PIER SILVIO SI RICORDERÀ DI CIÒ CHE DISSE BALDANZOSO ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI"? AH, SAPERLO....

matteo ricci francesco acquaroli

FLASH! – SI RACCONTA CHE IL CANDIDATO MELONIANO ALLA REGIONE MARCHE, FRANCESCO ACQUAROLI, MAGARI CONSAPEVOLE DELLA PROPRIA INCAPACITA’ COMUNICATIVA, HA COMINCIATO A DARE I NUMERI ALL’IDEA DI DUELLARE CON MATTEO RICCI SULLA DISTANZA DI TRE CONFRONTI ORGANIZZATI DAL TG3 REGIONALE - INTERPELLATA, LA VIGILANZA RAI AVREBBE FATTO PRESENTE CHE LA DECISIONE SPETTAVA AL DIRETTORE DEI TG REGIONALI, ROBERTO PACCHETTI, UN VARESOTTO IN QUOTA LEGA – ET VOILÀ, DEI TRE SCONTRI NE È SOPRAVVISSUTO UNO, CON GRAN SCORNO DELLA REDAZIONE DEL TG DELLE MARCHE…

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO